Il conto alla rovescia è terminato: anche quest’anno il Pantone Institute ha svelato il colore che “definirà il nostro tempo” per tutto il 2026. E, sorpresa delle sorprese, non è una tonalità urlata né una di quelle sfumature che spaventano i muri di casa. No: è una nuance che preferisce parlare sottovoce. Dopo il Mocha Mousse del 2025 – un marrone morbido e avvolgente, perfetto per chi voleva sentirsi un po’ caffellatte – il titolo di Pantone Color of the Year 2026 va a Cloud Dancer, un bianco simile alle nuvole: pacifico, calmo, leggero. In pratica, il colore ideale per chi non ha nessuna intenzione di ridipingere casa.
A ogni dicembre, come un rito che ormai sa di tradizione mondiale, Pantone annuncia il suo Colour of the Year. E puntualmente ci si chiede come riesca sempre a “leggere” lo spirito del tempo. La risposta è semplice: il colore e la cultura sono intrecciati. La community del Pantone Institute scandaglia tendenze, desideri collettivi, movimenti sociali e mutazioni estetiche, per individuare la nuance che meglio racconta ciò che stiamo vivendo, o che vorremmo vivere. Il colore è un linguaggio universale, bypassa i confini e dice cose che spesso non sappiamo dire. Pantone ci mette i codici, noi ci mettiamo il mondo. E così, anche quest’anno, ci ritroviamo con una scelta che fa sorridere per quanto è perfetta: un bianco-nuvola che non pretende rivoluzioni, ma suggerisce qualcosa di molto più utile. Una pausa.
Il Cloud Dancer (PANTONE 11-4201) è un bianco neutro e fluttuante, un soffio d’aria fresca in un mondo che spesso assomiglia più a un centro commerciale il sabato pomeriggio. Laurie Pressman, Vicepresidente del Pantone Color Institute, lo descrive come la risposta cromatica al sovraccarico sensoriale: «Cerchiamo tregua, sollievo, disconnessione emotiva, iperstimolazione visiva. Vogliamo solo fare un passo indietro». E così Pantone, con una calma quasi zen, ci serve un bianco che invita alla concentrazione, alla serenità, alla creatività che torna a respirare. Un colore che sembra dire: respira, ci penso io. La nuance non è solo un colore, è una presa di posizione: niente shock, niente iperbole, niente “nuovo inizio” fluorescente. Solo un bianco che, come le nuvole, c’è sempre, anche quando non lo guardiamo.
Nell’interior design, il messaggio è chiaro: spazio, serenità, luce. E qui scatta l’ironia: il Clou Dancer è perfetto per chi teme le mode… perché, diciamolo, nelle case degli italiani è già tutto bianco da decenni. È quasi commovente: Pantone annuncia il nuovo trend globale, e noi scopriamo di essere stati avant-garde senza saperlo. Ma attenzione: il bianco non è mai “solo bianco”. Esistono bianchi freddi, caldi, sporchi, ottici, lunari, lattiginosi, cerosi, calcarei, “bianchi che diventano beige”, “bianchi che si sentono avorio”, e poi loro: i bianchi che litigano con tutti.
Basta sbagliare la lampadina, aggiungere una tenda leggermente gialla o una cornice nera troppo grafica, e all’improvviso i bianchi iniziano a stridere come violini scordati. Ecco perché il Cloud Dancer piace: è un bianco che non pretende la perfezione museale. Non è il “bianco assoluto” quello troppo ottico ma un bianco più umano, più indulgente. Sta bene con i legni chiari, con i grigi morbidi, con i neutri polverosi. È la nuance perfetta per chi vuole un minimalismo gentile, non punitivo da sala ginecologica. Un bianco che non giudica, non abbaglia, non espone ogni granello di polvere. In fondo, la sua grande forza è proprio questa: Pantone ce lo propone come un nuovo inizio, ma noi lo conoscevamo già benissimo. Era sulle nostre pareti, discreto, fedele, lì da anni. Solo che ora possiamo dire che è di tendenza. E non abbiamo dovuto nemmeno comprare un barattolo di pittura.
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