Nel mondo del beauty, la sostenibilità non è più un semplice trend, ma una componente essenziale dell’innovazione. Dalla scelta delle materie prime ai processi produttivi, fino al packaging e alla comunicazione, l’industria della cosmetica sta ripensando se stessa per ridurre l’impatto ambientale e promuovere modelli di consumo più responsabili.
Un impegno che sarà protagonista anche alla Milano Beauty Week, in programma dal 17 al 21 settembre. Accanto a masterclass, talk e iniziative dedicate alla bellezza, infatti, ampio spazio sarà riservato ai temi della responsabilità ambientale e sociale.
La manifestazione diventa così il simbolo di un settore che coniuga estetica e sostenibilità, innovazione e attenzione all’ambiente, mostrando come il futuro del beauty non possa che essere green.
L’industria italiana si trova di fronte a una sfida complessa ma anche a un’opportunità di crescita: adattarsi ai nuovi vincoli normativi europei — come il Green New Deal, la direttiva sugli imballaggi, quella sulle acque reflue, sui green claims e sulla deforestazione — e allo stesso tempo ripensare l’intero ciclo di vita dei prodotti secondo un approccio “dalla culla alla tomba”.
Ciò significa considerare ogni fase: dalla produzione delle materie prime e degli imballaggi, alla fabbricazione e distribuzione dei cosmetici, fino al loro uso da parte dei consumatori e allo smaltimento finale.
Questo approccio, chiamato “life cycle thinking”, guarda agli impatti ambientali complessivi di un prodotto e inserisce ogni passaggio della filiera in un modello di economia circolare, dove non esiste più una vera fase iniziale e una finale, ma un flusso continuo e interconnesso di risorse.
Cosmetica Italia, insieme a GREEN Bocconi, ha elaborato un quadro operativo basato su sette aree di intervento: ha individuato una serie di aree critiche su cui concentrarsi per migliorare il profilo ambientale e sociale dei prodotti cosmetici. Tra queste:
materie prime e composizione prodotto, con selezione attenta degli ingredienti, uso di risorse sostenibili e riduzione di impatti emissioni/clima;
packaging, puntando su materiali riciclati, ridotti, ecodesign e riciclabilità;
filiera e qualità, ossia audit, certificazioni, condizioni di lavoro e trasparenza nei rapporti con i fornitori;
processi produttivi ed energia, con impiego di fonti rinnovabili, miglioramento dell’efficienza energetica e riduzione dei consumi di risorse come acqua e energia;
comunicazione e claim ambientali, per evitare greenwashing e offrire messaggi chiari e verificabili ai consumatori;
fine vita dei prodotti, promuovendo riciclo, corretto smaltimento e, dove possibile, riuso o refill;
politiche aziendali e governance, con sistemi di gestione, bilanci di sostenibilità, certificazioni ambientali e sociali.
Questa struttura permette alle aziende non solo di adeguarsi alla normativa europea crescente, ma anche di costruire reputazione e competitività su mercati sempre più sensibili al tema green.
Nel panorama beauty, anche il mondo della profumeria sta vivendo una profonda trasformazione all’insegna della sostenibilità. E, anzi, è forse uno dei settori che più di altri si è mosso in questa direzione.
Sempre più maison e brand indipendenti, infatti, scelgono di investire nella coltivazione diretta o tracciata di fiori e piante aromatiche utilizzate nelle fragranze, riducendo così l’impatto ambientale della filiera e garantendo pratiche agricole etiche.
In diverse regioni del Mediterraneo e dell’Africa, nascono vere e proprie “farm-to-flacon” dove il ciclo produttivo è controllato dall’origine alla bottiglia.
Parallelamente, l’innovazione scientifica sta permettendo di sostituire molte componenti sintetiche con ingredienti naturali o biotecnologici, ottenuti attraverso processi fermentativi e a basso impatto energetico. Questo approccio consente di replicare fedelmente alcune molecole odorose, evitando la produzione chimica tradizionale e riducendo al minimo rifiuti e solventi. Ne derivano profumi più “puliti”, tracciabili e rispettosi dell’ambiente, che rispondono alla domanda crescente di fragranze green e cruelty-free.
Un’altra tendenza in forte crescita è quella del refill delle boccette: numerose case profumiere stanno introducendo sistemi di ricarica che permettono di riutilizzare i flaconi originali, riducendo drasticamente la quantità di vetro e materiali preziosi da smaltire. Alcuni marchi offrono anche stazioni di refill in boutique, incentivando la fidelizzazione dei clienti e favorendo un modello di consumo circolare.
L’adozione di pratiche sostenibili nella profumeria non rappresenta solo un’evoluzione tecnica, ma anche culturale: il profumo diventa così un simbolo di bellezza consapevole, capace di coniugare lusso e responsabilità ambientale.
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