Venezia 82: il vincitore del Leone d'Oro 2025 e gli altri premiati
Nella cerimonia di chiusura della Mostra del Cinema la giuria sovverte i pronostici: tra emozione, politica, grandi esclusi e tanti premi al cinema italiano
Una cerimonia di chiusura, quella di Venezia 82, in cui non solo i vincitori sono stati protagonisti. E, anzi, che ha saputo coniugare cinema d’autore e coscienza del presente, ricordando che un festival internazionale non può restare indifferente davanti al mondo. Sul palco del Lido, tra premi, applausi e sorprese, sono state tante le dediche e i ringraziamenti che hanno richiamato con forza le crisi in corso, dalla Palestina all’Ucraina, trasformandosi in veri e propri appelli all’umanità e alla responsabilità collettiva. Il verdetto della giuria, presieduta dal regista statunitense Alexander Payne, ha sparigliato le carte e ribaltato i pronostici della vigilia, regalando colpi di scena. A guidare la serata con ironia e leggerezza è stata Emanuela Fanelli, padrona di casa brillante che ha saputo stemperare la tensione con eleganza e ritmo. La cerimonia si è aperta con un sentito omaggio a Giorgio Armani, salutato da un lungo e affettuoso applauso. Il primo riconoscimento a essere assegnato è stato, infatti, il Premio del Pubblico Armani Beauty, andato a Calle Malaga di Maryam Touzani (sezione Venezia Spotlight), delicato ritratto di un legame madre-figlia tra silenzi e cicatrici del passato.

Venezia 82, chi ha vinto il Leone d'oro
Il Leone d’Oro va a Jim Jarmusch, che con Father, Mother, Sister, Brother firma un ritorno al suo cinema più essenziale e poetico: un film fatto di silenzi e ferite familiari, che conferma il potere della semplicità. Il cinema americano viene così premiato non nella sua declinazione spettacolare, ma attraverso lo sguardo indipendente e intimo di uno dei suoi autori più amati, che ha chiamato a raccolta Cate Blanchett, Adam Driver e Tom Waits.
“Questo è un momento importante per celebrare la diversità del cinema – ha detto il regista ricevendo il Leone d’Oro –. Voglio accettare questo premio a nome di tutte le persone che hanno lavorato a questo film. Credo che l’arte non debba necessariamente parlare di politica per essere politica: può esserlo semplicemente fondandosi sull’empatia. E l’empatia è il primo passo per affrontare davvero i problemi che stiamo vivendo.”
Nessun premio invece per i favoriti della vigilia: Guillermo Del Toro (Frankenstein) e Kathryn Bigelow (House of Dynamite) restano a bocca asciutta, così come Valeria Bruni Tedeschi che con Duse aveva conquistato buona parte della stampa italiana.

Venezia 82, chi sono gli altri premiati
Il Gran Premio della Giuria va a The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania, probabilmente il film più necessario di tutta la Mostra (e che molti si aspettavano come Leone d’oro): un'opera che unisce documentario e finzione, costruita sulla vera voce di una bambina intrappolata a Gaza. Un grido silenzioso che resterà nella memoria. La Miglior Regia premia invece Benny Safdie, che con The Smashing Machine racconta la caduta interiore di un campione UFC: un film sul dolore, sulla dipendenza, sulla resa, in cui Dwayne Johnson sorprende con una prova attoriale intensa e vulnerabile. L'Italia si conferma protagonista con due importanti riconoscimenti: - Toni Servillo, premiato come Miglior Attore per il suo Presidente della Repubblica in La grazia di Paolo Sorrentino — un film attraversato dai dilemmi morali su eutanasia e giustizia; - Gianfranco Rosi, riceve il Premio della Giuria per Sotto le nuvole, affresco documentaristico in bianco e nero su Napoli, il Vesuvio e la stratificazione del tempo tra passato e presente. Il premio alla Miglior Attrice va alla cinese Xin Zhilei per The Sun Rises On Us All, una storia di sacrificio e redenzione che attraversa decenni e rancori sopiti, chiudendosi in un ultimo, doloroso abbraccio. Premio Marcello Mastroianni alla giovane Luna Wedler per Silent Friend, delicato e stratificato racconto corale dove un albero di ginkgo attraversa un secolo di vite, università e metamorfosi interiori. Il premio per la miglior sceneggiatura va a Valerie Donzelli per À pied d’œuvre, ritratto di un fotografo che abbandona il successo per abbracciare la scrittura e la precarietà. Una storia radicale, essenziale, che riflette sul valore della libertà creativa.

Venezia 82, i premi della sezione Orizzonti
Anche nella sezione Orizzonti, l’Italia è protagonista dei premi. Il premio per la miglior attrice è stato assegnato a Benedetta Porcaroli per Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli. Grottesco, malinconico e assurdo, il film affronta il dolore e il rimpianto con una lente deformante che rivela la fragilità dei sogni infranti. Porcaroli, che ha dedicato il premio “agli amici della Flotilla”, conferma una maturità attoriale sorprendente.
Infine, Giacomo Covi conquista il premio per il miglior attore Orizzonti per Un anno di scuola di Laura Samani: ambientato a Trieste nel 2007, il film racconta con autenticità e tensione emotiva l’arrivo di Fred, un’esuberante diciottenne svedese, in una classe composta da soli ragazzi.
Venezia 82 si chiude così nel segno del cinema che interroga, emoziona e sorprende. E con un palmarès che farà discutere, ma che celebra la grandezza della settima arte.
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