Fashion
27 febbraio 2025

Milano Fashion Week, la cronaca sfilata dopo sfilata

In passerella le tendenze autunno-inverno 2025/2026. Ecco cosa non perdere

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Milano è moda. Soprattutto in questi giorni della MFW, in cui vanno in scena le sfilate autunno/inverno 2025/2026. Gucci ha aperto le danze con la collezione presentata dalla squadra creativa, dopo l’addio di Sabato de Sarno. Foulard, minigonne, pellicce, blocchi di colore sgargianti hanno conquistato il Superstudio Maxi. Due G incrociate a creare la passerella in un defilé dove l’omaggio al fondatore Guccio Gucci è molto presente. Yannik Sinner e Jessica Chastain tra gli ospiti del marchio dal filetto equestre.

Il romanticismo di Alberta Ferretti con il debutto di Lorenzo Serafini

Lorenzo Serafini debutta per Alberta Ferretti con lo show Progressive romantics a Palazzo Donizzetti. Il nuovo direttore creativo porta sulla passerella una donna romantica e razionale. Abiti che non solo vengono indossati, ma anche interpretati. I look creano associazioni effortless, ma sofisticate, con richiami al mondo della lingerie. Capispalla minimal avvolgono sottovesti dai tessuti impalpabili, diventando un’estensione della personalità di chi li indossa. Linee delicate si diramano in ruches romantiche. L’alternanza di colori cattura. Si passa dal nero al rosso, dall’avorio al grigio, fino al rosa, sempre presente.

L’universo Bridal saluta il pubblico a fine sfilata con un abito da sposa plissettato e abbinato a una cappa removibile, realizzato con più di 30 metri di chiffon. Serafini, con il suo primo show per Alberta Ferretti, rende omaggio alla storica direttrice di Vogue Italia, Franca Sozzani, portando in passerella modelle dai capelli ondulati a effetto naturale con riga al centro.

K-Way celebra 60 anni di innovazione e stile

Atmosfera energica da K-WAY con la nuova collezione R&D. Al Museo della Permanente sfilano mantelle, polo, trench, sciarponi over. La stratificazione è di tendenza. L’atmosfera che si respira è effervescente, con look dai colori accesi e vibranti che spiccano e fanno risplendere i tessuti tecnici, insieme a tonalità del momento, come il burgundy. In passerella anche la star koreana del K-pop Shownu, nuovo testimonial del brand.

La sfilata-party di Dsquared2: 30 anni tra streetwear e provocazione

Una gigante festa, la scenografia degna degli studios hollywoodiani che ricrea l’atmosfera delle strade di New York, tra personaggi pittoreschi di ogni tipo... Dean e Dan ripercorrono i 30 anni della loro storia, quella di Dsquared2, con uno spettacolo dedicato alla loro musa ispiratrice, la figura che li ha incoraggiati a creare, la fotografa ritrattista canadese Julie Enfield: “In occasione del trentesimo anniversario della vocazione che ci ha salvato - un sogno che non si sarebbe mai realizzato senza di te - ti dedichiamo questo spettacolo”, ha dichiarato il duo creativo. Ospiti front row, Tony Effe, Chiara Ferragni, Anna Pepe e Mia Khalifa.

Apre lo show la star mondiale del rap Doechii, vincitrice di un Grammy per il migliore album rap, e modella d’eccezione, seguita in sfilata da super top del calibro di Naomi Campbell, Irina Shayk, Isabeli Fontana e Amelia Gray.

La collezione celebra le radici canadesi del brand. Elementi outdoor e streetwear si fondono, dando vita a un’estetica che mixa sensualità e comfort, esclusività e ribellione. I look sfidano le convenzioni e abbracciano l’eccesso. Per le donne, Dsquared2 gioca con i contrasti audaci. Mini shorts si abbinano a corsetti con strascichi, abiti in rete trasparente si sovrappongono a piumini voluminosi e cappelli oversize in pelliccia. Il layering, invece, è protagonista negli outfit maschili con shorts ampi sopra jeans larghi, giacche in lamé argentate e dorate, camicie a quadri e denim impreziositi da dettagli gioiello.

Naomi sfila per ultima su tacchi vertiginosi, con un body in pelle e una giacca nera che riprende l’allacciatura del corsetto ammaliando il pubblico con il suo inconfondibile amplombe e la spettacolare chioma. In chiusura escono da una volante Dean e Dan, i due gemelli designer: Brigitte Nielsen, poliziotta d’eccezione, li ammanetta e insieme sfilano tra gli applausi.

La diva Anni 50 di Luisa Beccaria

A Casa Cipriani, in via Palestro, Luisa Beccaria porta in scena una diva chic Anni 50 nello show Into the light. Silhouette scultoree evidenziano il punto vita. Forme tradizionali, con tessuti che scivolano sul corpo, unite ad altre più fascianti. La palette cromatica si ispira alla natura. Il cielo, con varie tonalità di azzurro. La terra, con sfumature tra i toni del beige, castagna, marrone e bordeaux. La luce, che risplende con l’oro e il platino. Il nero non manca mai e nemmeno il rosa. Abiti con bustino e gonne danzanti sono pronti a regalare un’allure principesca a chi li indossa. Tra completi di velluto, tessuti leggeri, pizzi, organze spiccano anche le piccole paillettes che rendono iridescenti gli outfit. Abiti midi e al ginocchio si alternano ai tailleur che rievocano i capi d’archivio della casa di moda, per una donna in bilico tra etereo e sensuale.

L’opera secondo Antonio Marras

La teatralità è al centro della collezione proposta da Antonio Marras per la stagione autunno-inverno 25/26. La sfilata è un omaggio a La bella d’Alghero, testo del 1982, in cui gli abiti spiccano in un mix tra le classiche silhouette del designer sardo con richiami catalani. Risaltano completi gessati in tessuto principe di Galles, capi in pelle o denim e abiti che giocano tra trasparenze e leggerezza dei tessuti. Presente inoltre l’elemento floreale, sotto forma di spilla o integrato nella trama degli abiti. L’estro creativo di Marras non manca e si denota dall’effetto stratificazione dei pezzi, adornati da ricami, inserti, plissé e pennellate realizzate a mano dallo stesso designer. Ad applaudire in prima fila c'era Sharon Stone, con un twin set composto da cardigan oversize e gonna midi. Al suo fianco anche Aaron Piper, l’attore 27enne famoso per la serie tv Élite.

La creatività eccentrica di Diesel

Impossibile non rimanere travolti dall’energia sprigionata dalla sfilata di Diesel che anche questa volta ha colpito nel segno. Dalla scenografia umanoide e surreale decorata dai colori spray dei graffiti realizzati da 7000 street artist agli abiti ideati da Glenn Martens, il linguaggio del brand esplode in ogni sua accezione. L’unione tra denim, utility, pop e artisanal si mescola con colori tra innovazione e tradizione. La vita dei pantaloni e delle gonne si fa bassissima, spesso abbinata a vistosi piumini indossati sopra ai crop top più audaci. Volumi e tagli asimmetrici accompagnano abiti più aderenti e trasparenti, insieme a cappotti, gonne e camicie dall’effetto bouclé. Diesel si riconferma un vero e proprio manifesto identitario e rilancia un appello all'umanità: la libertà di osare è alla base dello stile.

Max Mara, l’eleganza sofisticata ispirata alle sorelle Brontë

Sofisticata, elegante, sicura di sé. La sfilata di Max Mara si intitola Untamed heroine si muove tra Jane Eyre di Charlotte Brontë e Cime tempestose di Emily Brontë. L’eroina del brand affronta ogni sfida con il suo impeccabile aplomb. Desidera un romanticismo profondo e intenso, quello in chiaroscuro delle storie delle scrittrici vittoriane della prima metà dell'Ottocento.

articolo 1

Max Mara fonde il classico con un tocco di eleganza neo-gotica e una raffinata rusticità urbana. Il portamento riservato di Miss Eyre e la passione ribelle di Miss Catherine si incontrano in un mix di eleganza e determinazione a partire dalla redingote: aderente sul corpo, stretta in vita e ampia sull’orlo, acquista carattere grazie all’interno trapuntato e alle maniche in pelle o shearling. La redingote diventa anche una gonna ampia che si apre sul davanti rivelando una culotte e calze a coste. I pantaloni alla zuava diventano moderni con pieghe al ginocchio e una fascia in vita. Le gambe sono slanciate da giacche corte. Il gilet torna protagonista: con nuove proporzioni ridotte da indossare sotto una giacca e più audace nella versione country sopra al cappotto.

articolo 2

I capispalla restano protagonisti, che siano ispirati al mondo militare o al gentiluomo di campagna. Riflettori puntati anche su cappe, avvolgenti clutch coat e robe-de-chambre, talvolta con schiena e maniche in maglia. Si riaccende il fascino del tweed, intrecciato con i colori delle bacche rosse, i toni delle felci autunnali e dei verdi muschiati.

articolo 3

Filati mouliné diventano maglioni che reinterpretano il corpetto vittoriano per una nuova idea di femminilità. E alla notte si riserva il velluto nero per un abito drammatico o un corpetto steccato.

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