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fashion27 ottobre 2025

Vogue World 2025, i cinque momenti top

Non più una sfilata, ma un'installazione culturale globale. Da Miley Cyrus a Nicole Kidman, i cinque momenti che hanno trasformato Vogue World 2025 in un manifesto sul potere della moda
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Negli ultimi anni Vogue World è diventato molto più di un evento di moda. Non è un red carpet e non è una fashion week: è un format-spettacolo che unisce haute couture, cinema, teatro e cultura pop in un’unica regia. Un dispositivo pensato non per osservare le tendenze, ma per crearle. L’edizione 2025 lo ha reso evidente: qui la moda non viene usata per stupire, ma per dichiarare, per riscrivere immagini, codificare nuovi archetipi, anticipare ciò che diventerà mainstream nei prossimi mesi. Vogue World oggi funziona come il Super Bowl del glamour globale: ciò che appare su quel palco non viene commentato, viene preso come riferimento, è potere visivo allo stato puro. E i cinque momenti-chiave di quest’anno lo hanno dimostrato in modo inequivocabile.

1. Miley Cyrus e Hailey Bieber in leather total black

Hailey Bieber al 150° anniversario di Vogue; Miley Cyrus al Vogue World: Hollywood 2025- Credits Getty ImagesHailey Bieber al 150° anniversario di Vogue; Miley Cyrus al Vogue World: Hollywood 2025- Credits Getty Images

Nessuna nostalgia rock, nessun riferimento retrò: Miley Cyrus e Hailey Bieber si presentano in un total leather nero lucidissimo, costruito su misura come un'armatura couture. Un materiale che cattura la luce come metallo fuso, ma senza mai cedere alla sensualità esplicita. La pelle è rigida, scolpita, con spalle definite e geometrie pulite in cui colpisce l’assoluta assenza di concessioni decorative: niente borchie, niente zip vistose, zero eccessi: tutto è pulito, chirurgico, calibrato.

2. Bianca Balti come Lady Jessica (Dune), moda come visione cinematografica

Una modella sfila sulla passerella durante Vogue World: Hollywood 2025 ai Paramount Studios il 26 ottobre 2025 a Los Angeles, California- Credits: Getty ImagesUna modella sfila sulla passerella durante Vogue World: Hollywood 2025 ai Paramount Studios il 26 ottobre 2025 a Los Angeles, California- Credits: Getty Images

Bianca Balti non interpreta un personaggio, lo incarna. La sua apparizione ispirata a Lady Jessica di Dune non ha nulla del cosplay o del tributo letterale: è costruita come un rituale. Postura ferma, gesto rallentato, tessuti quasi sacrali. Non spettacolo ma autorità. Vogue non cita il film — lo traduce in un linguaggio di potere e invece di inseguire le logiche dei franchise, le ingloba e le rilegge come mito contemporaneo. Insomma, non omaggio, ma appropriazione culturale.

3. I costumi del Grande Gatsby da Kendall Jenner a Lulu Tenney e Carolyn Murphy

Carolyn Murphy sfila sulla passerella durante Vogue World: Hollywood 2025 ai Paramount Studios il 26 ottobre 2025 a Los Angeles, California- Credits: Getty ImagesCarolyn Murphy sfila sulla passerella durante Vogue World: Hollywood 2025 ai Paramount Studios il 26 ottobre 2025 a Los Angeles, California- Credits: Getty Images

Kendall Jenner, Lulu Tenney e Carolyn Murphy hanno interpretato un’estetica Anni 20 costruita come immaginario cinematografico, non come semplice nostalgia. Perle, seta fluida e luci studiate per ricreare l’effetto pellicola hanno trasformato la passerella in un set che evocava immediatamente Il Grande Gatsby, senza bisogno di dichiararlo. Non era un revival, ma un’estetica tradotta per il presente: elegante, riconoscibile, pensata per funzionare sia dal vivo che nel linguaggio visuale dei social. Vogue non ha guardato al passato, ma lo ha ottimizzato per il presente.

4. Nicole Kidman in versione Rita Hayworth

Nicole Kidman sfila sulla passerella durante Vogue World: Hollywood 2025 ai Paramount Studios il 26 ottobre 2025 a Los Angeles, California- Credits: Getty ImagesNicole Kidman sfila sulla passerella durante Vogue World: Hollywood 2025 ai Paramount Studios il 26 ottobre 2025 a Los Angeles, California- Credits: Getty Images

Nicole Kidman ha aperto Vogue World 2025 negli Studios della Paramount con un abito custom in satin nero firmato Chanel, disegnato da Matthieu Blazy, ispirato direttamente a Rita Hayworth in Gilda. Prima di entrare in passerella ha perfino interpretato brevemente “Put the Blame on Mame”, la stessa canzone cantata da Hayworth nel film, accentuando l’effetto cinema d’epoca. Il suo ingresso non era ironico né nostalgico: era una vera reincarnazione del glamour Anni 40, con drappeggi scultorei, camelia in satin e postura da diva classica. In un’epoca dominata da meme, ironia e look pensati per diventare virali, Vogue ha scelto l’opposto: riportare in scena un’immagine di glamour intoccabile, solido, istituzionale. Kidman non ha citato il passato — lo ha reso nuovamente presente e autorevole.

5. Julia Garner, nuova Marie Antoniette

Julia Garner sfila sulla passerella durante Vogue World: Hollywood 2025 ai Paramount Studios il 26 ottobre 2025 a Los Angeles, California- Credits: Getty ImagesJulia Garner sfila sulla passerella durante Vogue World: Hollywood 2025 ai Paramount Studios il 26 ottobre 2025 a Los Angeles, California- Credits: Getty Images

Julia Garner sceglie l’eccesso con lucidità. La sua Marie Antoniette non è fiabesca né nostalgica: è volutamente teatrale, quasi disturbante. Corsetto esasperato, struttura scultorea, postura che non cerca empatia ma distanza. È una performance di potere puro, non un travestimento. Ciò che colpisce è l’assenza completa di compromesso: nessun richiamo all’ironia, zero estetica “instagrammabile”, nessun codice virale. In un’epoca ossessionata dall’accessibilità e dalla spontaneità, Julia Garner diventa il manifesto opposto: il fascino dell’inaccessibile e un gesto che riapre lo spazio del mito.

Vogue World non si limita a raccontare la moda — la usa per ridisegnare l’immaginario collettivo. Non omaggia il cinema, non replica l’archivio, non sfrutta la nostalgia. Se ne appropria, la rifonda e la rilancia in forma normativa. Ogni immagine vista in passerella non è una citazione, ma un atto di potere. Non parla al presente: lo indirizza. È un evento che trasforma il glamour da linguaggio decorativo a strumento strategico, restituendogli peso, gravità, autorità. E in un mondo in cui tutto è progettato per essere condiviso, semplificato, adattato al feed, Vogue World non segue la cultura pop: la produce, la decide.

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