È un autunno di grandi ritorni alla Tate Britain (e in generale per Londra), che dal 27 novembre 2025 al 12 aprile 2026 dedica per la prima volta un’unica, imponente retrospettiva ai due maestri che più di tutti hanno rivoluzionato l’idea stessa di paesaggio: J.M.W. Turner e John Constable.
La mostra riunisce oltre 170 opere tra dipinti e lavori su carta, comprese rarità come The White Horse di Constable, esposta l’ultima volta a Londra vent’anni fa, e capolavori tardi di Turner come Ancient Italy – Ovid Banished from Rome, assente dalla capitale britannica da mezzo secolo. È un percorso che non solo intreccia la loro evoluzione tecnica, ma mostra come ciascuno abbia risposto alla grandezza dell’altro.
La mostra si apre con le loro vite parallele: Turner, prodigio londinese che a 15 anni espone già alla Royal Academy, e Constable, figlio della buona borghesia rurale del Suffolk, autodidatta ostinato che arriva al debutto accademico solo nel 1802.
Due punti di partenza lontanissimi, la metropoli da un lato, la campagna dall’altro, che però conducono entrambi verso un desiderio comune: sottrarre il paesaggio al ruolo di genere minore e trasformarlo in un linguaggio moderno.
Constable è l’artista che cerca la verità nella terra che conosce: Dedham Vale, il fiume Stour, le nuvole che studia come fossero anatomie viventi (un'accuratezza che ispira oggi alcuni fotografi contemporanei). La Tate espone persino la sua scatola di colori e la sedia da disegno, simboli di un approccio quasi scientifico alla natura. I suoi celebri cloud studies, riuniti per l’occasione, mostrano l’ossessione che nutriva per il cielo - “la chiave del sentimento”, come diceva lui.
Turner, al contrario, è movimento, viaggio, taccuini pieni di schizzi alpini, sperimentazioni tecniche, un uso della luce che abbraccia il sublime.
Dai primi lavori come Il passaggio del Monte San Gottardo alle tele mature, la mostra racconta l’evoluzione di una pittura che sembra anticipare l’astrazione, vibrante, atmosferica, rivoluzionaria. Tra i capolavori in esposizione, anche The Burning of the Houses of Lords and Commons (1835), prestito straordinario dal Cleveland Museum of Art, non visibile nel Regno Unito da oltre un secolo.
La rivalità tra Turner e Constable trova il suo momento simbolico nella Royal Academy del 1831, quando i due decidono di esporre fianco a fianco. Da un lato la Cattedrale di Salisbury di Constable, intrisa di umidità e quotidiano inglese; dall’altro il Palazzo e ponte di Caligola di Turner, incandescenti sotto un sole mitico e mediterraneo. La critica impazzisce: “fuoco e acqua”, scrivono, “mito e realtà”, “classicismo e meteorologia”. La Tate Britain riproduce oggi quel confronto celebre, permettendo ai visitatori di entrare nel cuore della loro competizione creativa.
La mostra si chiude poi con un film che raccoglie le testimonianze di artisti come Frank Bowling, Bridget Riley, George Shaw ed Emma Stibbon: quattro voci diverse che raccontano come Turner e Constable abbiano aperto la strada all’astrazione, al color field painting, al paesaggio psicologico, a una pittura che dice più del mondo che rappresenta.
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