C’è un mondo dove tutto è simmetrico, calibrato e ogni dettaglio è l'inizio di una storia.
Apre al Design Museum di Londra la prima grande mostra interamente dedicata a Wes Anderson, regista americano di 56 anni noto per uno stile visivo unico e divisivo. L’esposizione, visitabile dal 21 novembre al 26 luglio 2026, presenta materiali provenienti dagli archivi personali del cineasta, mostrati al pubblico per la prima volta.
La retrospettiva ripercorre tutta la filmografia di Anderson, dall’esordio Bottle Rocket al recente La trama fenicia, passando per titoli iconici come Grand Budapest Hotel e i corti tratti da Roald Dahl, tra cui La meravigliosa storia di Henry Sugar, premiato con l’Oscar 2024.
In mostra oltre 700 oggetti di scena, testimonianza della meticolosa artigianalità del regista: dal grande modellino rosa del Grand Budapest Hotel ai distributori di Asteroid City, dalla pelliccia Fendi di Margot Tenenbaum al celebre ritratto rinascimentale ereditato da Gustave H, dipinto per il film da Michael Taylor.
È un viaggio dentro la sua grammatica visiva: una lingua fatta di miniature, taccuini, modellini rosa confetto, costumi iconici e puppets in stop motion. Una mostra che non si guarda soltanto: si attraversa.
Il percorso espositivo tra props, schizzi, storyboard, costumi e modelli, permette di osservare la costruzione di un immaginario che ha ridefinito il cinema contemporaneo. Ogni sala è un microcosmo: il modello “candy-pink” del Grand Budapest Hotel, le marionette di Fantastic Mr. Fox e Isle of Dogs, le scenografie di The Royal Tenenbaums, la perfezione retro-futurista di Asteroid City.
La mostra insiste su un punto decisivo: l’oggetto, nei film di Anderson, non è mai semplice oggetto. È memoria, ironia, stile. Un foulard, un binocolo, un costume da tennis, una valigia color senape diventano simboli emotivi, coordinate di un mondo fragile e geometricamente ordinato.
Al Design Museum gli oggetti vengono esposti come piccole reliquie pop, illuminati da luci che enfatizzano colori e texture. È qui che l’estetica andersoniana rivela la sua vera anima: l’infanzia reinventata con la precisione di un artigiano adulto.
“Wes Anderson: The Archives” è il racconto di un modo di fare cinema che rifugge il realismo per cercare la verità altrove: nei dettagli, nella cartografia sentimentale, nei personaggi che sembrano usciti da un romanzo.
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