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lifestyle19 novembre 2025

20 casse Bluetooth da scoprire: cosa cambia davvero tra un modello e l’altro

Un viaggio tra 20 casse Bluetooth, dalle ultraportatili ai modelli premium. Design, autonomia, potenza e funzioni raccontano come scegliere lo speaker giusto senza farsi ingannare dalle apparenze
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Tivoli Audio - Credits: Tivoli Audio SongBook MAXTivoli Audio - Credits: Tivoli Audio SongBook MAX

Nelle case di oggi, dove le librerie straripano di libri scelti dagli architetti e le cucine sembrano set televisivi in attesa del cuoco, c’è sempre una cassa Bluetooth che si comporta come un piccolo inquilino sonoro. Non è più un accessorio: pretende spazio, attenzione e, in certi casi, perfino una certa educazione acustica. A volte diffonde musica per alleviare il traffico interiore, sostituendosi anche alle radio di design; altre volte prova a farsi sentire in giardino, sfidando vento e vicini.

1. Speaker Mini di Music Sound; 2. Mag Go di Puro; 3. 5W Ibiza di SBS; 4. Aura di Celly; 5. Altavoces 6W di Nilox; 6. Sound Box di CellularLine - Credits: M. Dall’Ava1. Speaker Mini di Music Sound; 2. Mag Go di Puro; 3. 5W Ibiza di SBS; 4. Aura di Celly; 5. Altavoces 6W di Nilox; 6. Sound Box di CellularLine - Credits: M. Dall’Ava

I modelli ultraportatili: piccoli, economici, indispensabili

Alla base di questo universo troviamo gli speaker più semplici e immediati. Lo Speaker Mini di Music Sound offre leggerezza e buona volontà in pochi centimetri, mentre l’inseparabile coppia Nilox Altavoces 6W rappresenta la categoria dei compagni da scrivania: discreti, pratici, rassicuranti. Il Mag Go di Puro si attacca allo smartphone con dedizione magnetica, perfetto per chi vuole l’audio sempre a portata di tasca.

Mentre 5W Ibiza di SBS, con le sue tre ore di autonomia e l’amicizia con l’acqua, è lo speaker che puoi portare con te anche sotto la doccia. La serie di casse Aura di Celly (da 5 a 15 watt) adotta, invece, un approccio più morbido: ha un suono gentile, pensato per accompagnare una stanza con discrezione più che conquistarla e luci LED RGB per creare la giusta atmosfera. Dall’animo festaiolo, Sound Box di Cellularline con i suoi 80 watt di potenza è la cassa ideale per party indoor e outdoor; tra l’altro ha anche una maniglia e due ruote per essere trasportata meglio.

1. Bose SoundLink Micro II; 2. Marshall Willen II; 3. Vappeby di Ikea - Credits: M. Dall’Ava1. Bose SoundLink Micro II; 2. Marshall Willen II; 3. Vappeby di Ikea - Credits: M. Dall’Ava

Poi arriva Vappeby di Ikea, un piccolo stoico del suono. IP67, impermeabile, resistente, dotato di un’autonomia che sfiora le 80 ore: somiglia più a un utensile professionale che a uno speaker da 9,95 euro. È lo zen del low cost e ne puoi usare due se vuoi ascoltare musica in stereo. Sull’altro fronte della portabilità, quello premium, il Bose SoundLink Micro (II GEN) e il Marshall Willen II incarnano due filosofie diverse: il primo punta alla chiarezza compatta, il secondo riprende l’estetica rock da amplificatore in miniatura, con un carattere che sembra dire “non urlo, ma mi faccio sentire”.

Sony ULT Field 3 - Credits: Sony ItaliaSony ULT Field 3 - Credits: Sony Italia

La tecnica che conta davvero: potenza, driver e progetto acustico

Il capitolo della tecnica entra in scena con il Sony ULT Field 3, speaker che parla il linguaggio dei Watt RMS con una chiarezza matematica. RMS significa Root Mean Square: è un metodo scientifico che misura la potenza effettiva e stabile di uno speaker senza distorcere. La potenza dichiarata non basta: ciò che conta è come viene gestita. Per questo, gli altoparlanti con un solo driver full-range (un unico altoparlante che prova a riprodurre da solo bassi, medi e alti) si comportano come attori costretti a interpretare tutti i ruoli, con inevitabili compromessi in chiarezza e precisione.

ULT Field 3, al contrario, utilizza un sistema a due vie: woofer e tweeter separati per distribuire le frequenze con eleganza. I bassi diventano fisici senza invadere, le voci restano leggibili anche nei brani più affollati. È un esempio perfetto di come il progetto acustico sia più importante della cifra sulla confezione.

1. Sony Bravia Theatre U; 2. Sonos Roam 2; 3. LG XBOOM Stage 301 - Credits: M. Dall’Ava1. Sony Bravia Theatre U; 2. Sonos Roam 2; 3. LG XBOOM Stage 301 - Credits: M. Dall’Ava

Smart, multiroom, karaoke: gli speaker che fanno “tutto”

Sonos Roam 2 si muove in un altro universo: minimalista, attento, calibrato. Non punta alla potenza, punta alla chiarezza. Ottimizza le voci, analizza l’ambiente, dialoga in Wi-Fi con gli altri speaker come un maggiordomo impeccabile. È ideale per serie e podcast, dove il driver midrange fa la differenza tra ascoltare e capire. Il XBOOM Stage 301 di LG, invece, non vuole adattarsi: vuole dominare. Woofer importanti, karaoke, isolamento vocale, batteria sostituibile e un volume che non conosce imbarazzo. È lo speaker che sa già che la serata finirà con una playlist deep house. Bravia Theatre U di Sony sceglie un altro tipo di intimità: non riempie la stanza, riempie la persona. Appoggiato al collo, crea una bolla Dolby Atmos utile per chi vuole il cinema senza disturbare nessuno.

1. Bang&Olufsen Beosound A5; 2. Devialet Phantom Ultimate; Tivoli Audio SongBook MA - Credits: M. Dall’Ava1. Bang&Olufsen Beosound A5; 2. Devialet Phantom Ultimate; Tivoli Audio SongBook MA - Credits: M. Dall’Ava

Accanto a loro, Tivoli Audio mantiene la calma di chi non ha nulla da dimostrare. Il suo SongBook MAX, la versione in verde militare è super, preferisce regolare attentamente le frequenze invece di inseguire il volume, diventando una presenza elegante, quasi culturale. Nel salotto alto del suono siedono la danese Bang & Olufsen con il Beosound A5 e la francese Devialet con lo statuario Phantom Ultimate. Il primo calibra la stanza come chi regola la luce all’imbrunire; il secondo vibra, pulsa, cattura, diventando più una scultura tecnologica che uno speaker.

1. Google Nest Audio; 2. Amazon Echo Spot - Credits: M. Dall’Ava1. Google Nest Audio; 2. Amazon Echo Spot - Credits: M. Dall’Ava

Minimal, smart o completamente analogici: la zona ibrida

Nel frattempo, Amazon e Google propongono le loro versioni più sobrie: Echo e Nest senza display. Non ostentano nulla, ma parlano con tutti i dispositivi della casa. Non brillano per potenza, ma sono maestri di abitudini, routine e piccole comodità quotidiane. A chi cerca invece la poesia dell’assenza di tecnologia, Dionisio disponibile nei negozi Città del Sole offre un paradosso affascinante. In grafite recuperata, amplifica il suono dello smartphone senza Bluetooth, senza batteria, senza nulla: un piccolo inno alla fisica pura.

1. Altoparlante Schaub Lorenz; 2. Brionvega RR126 di Achille Castiglioni - Credits: Pamono 1. Altoparlante Schaub Lorenz; 2. Brionvega RR126 di Achille Castiglioni - Credits: Pamono

Il fascino del vintage che si aggiorna al presente

Infine, il salotto vintage con il design senza tempo dell’altoparlante Schaub Lorenz anni ’50 e il l’iconico sorriso del Brionvega RR126 di Achille Castiglioni. Nati quando la parola wireless sembrava fantascienza, oggi parlano con smartphone e tablet grazie agli adattatori Bluetooth. Sono la prova che il design buono non invecchia: si aggiorna, come certi signori eleganti che imparano un nuovo linguaggio senza cambiare abito.

Scegliere una cassa Bluetooth significa scegliere un modo di ascoltare. La potenza serve quando la festa cresce; la chiarezza quando si seguono dialoghi; la certificazione IP quando la vita è imprevedibile; la nostalgia quando un oggetto antico vuole tornare a dire la sua. E così, tra autonomie titaniche, driver separati e adattatori che collegano epoche diverse, la musica torna a essere un pretesto: per raccontare chi siamo quando premiamo “play”.

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