Maria Grazia Chiuri dice addio alla direzione creativa di Dior. La stilista romana lascia la maison dopo nove anni alla guida del brand. A comunicarlo è stata la stessa casa di moda, parte del gruppo LVMH. La sua ultima sfilata, la collezione Cruise 2026, è stata solo qualche giono a Villa Albani Torlonia di Roma.
"Dopo nove anni, lascio Dior, felice di aver ricevuto questa straordinaria opportunità. Vorrei ringraziare Monsieur Arnault per la fiducia accordatami e Delphine per il suo supporto”, ha dichiarato la Chiuri. “Sono particolarmente grata per il lavoro svolto dai miei team e dagli atelier. Il loro talento e la loro competenza mi hanno permesso di realizzare la mia visione di una moda femminile impegnata, in stretto dialogo con diverse generazioni di artiste. Insieme, abbiamo scritto un capitolo straordinario e di grande impatto, di cui sono immensamente orgogliosa".
Romana, una mamma sarta che le ha trasmesso la passione per ago e filo, Maria Grazia Chiuri ha approfondito l’amore per la moda all’Istituto Europeo di Design. Un trampolino di lancio che l’ha proiettata prima da Fendi – ha preso parte all'invenzione della Baguette – poi nel ruolo di co-direttore creativo di Valentino, con l’amico Pierpaolo Piccioli, e infine da Dior.
Direttore creativo di Dior dal 2016, la Chiuri si è sempre mossa con eleganza tra femminilità e femminismo, usando la moda come manifesto culturale. Si susseguono successi e primati.
“Gli abiti non possono cambiare il mondo di per sé ma possono farci vedere il mondo in modo diverso”, questa la sua filosofia.
Con la notizia del suo addio a Dior non si ferma quindi il giro di walzer del fashion system che ora si prepara a scommettere sulla prossima destinazione della designer. Di recente, insieme alla figlia Rachele Regini, si è occupata del recente restauro del Teatro della Cometa. Resterà a Roma? E cosa succederà alla maison Dior?
La stilista romana ha saputo fondere la tradizione couture della maison con una visione contemporanea, facendo della moda uno strumento di narrazione e riflessione.
Ecco un viaggio tra le sfilate più iconiche firmate Chiuri per Dior:
Il debutto di Maria Grazia Chiuri per Dior è nella collezione PE17: la creativa propone una visione femminista, aprendo lo show con t-shirt che recitano il celebre slogan di: “We Should All Be Feminists”. È l’inizio di un nuovo corso per la maison: l’eleganza non è più solo una questione estetica, ma diventa etica e politica.
Nel cuore del Rodin Museum di Parigi, la Chiuri costruisce un tendone ispirato al circo decorato da infinite lucine che si ripetono all’interno. Le modelle sfilano circondate da acrobati in uniformi black&white, costruttori di geometrie umane che attraggono l’occhio dello spettatore.
In passerella beauty look che si ispirano a Pierrot.
Girata come un film durante la pandemia e ambientata in un castello incantato, questa collezione couture affonda nelle immagini simboliche dei tarocchi. Ogni look rappresenta un arcano maggiore, con lavorazioni minuziose che richiamano l’alchimia sartoriale. Il risultato è una sfilata virtuale che trasforma l’isolamento in favola.
Sotto l’Acropoli, Chiuri fa sfilare dee contemporanee in una collezione ispirata all’antica Grecia. Tuniche plissettate, sandali gladiatore e armature femminili si fondono in un messaggio estetico potente che parla di forza e libertà.
Lo show è accompagnato da performance di danza e musica, in un omaggio alla classicità.
La passerella è un universo denso di simboli e dettagli: stampe antiche, cappe scolpite, silhouette monacali che si aprono in tessuti preziosi.
La moda diventa dialogo costante tra passato e presente.