Sul cemento del Pala Alpitour, Lorenzo Musetti vince una partita che vale molto più di un esordio positivo. Contro Alex de Minaur, numero 11 del mondo, si impone 7-5, 3-6, 7-5 dopo quasi tre ore di gioco. È la sua prima vittoria alle ATP Finals, il torneo dei migliori otto dell’anno. Una partita di nervi, di concentrazione, di tenuta mentale. Nel terzo set, sul 3-5, sembra tutto finito. Ma Lorenzo reagisce, rimonta, ribalta il punteggio e chiude con un rovescio dei suoi.
L’arena esplode. E mentre il pubblico si alza in piedi, le telecamere si spostano in tribuna: Veronica Confalonieri, la sua compagna, ha le mani sul viso e gli occhi lucidi. È un attimo che racconta tutto: la tensione, l’orgoglio, la condivisione. Anche il match, per un momento, aveva rischiato di fermarsi per un malore sugli spalti. Quando il gioco riprende, la concentrazione di Musetti non si spezza e giugne alla vittoria. E la compagna - così come già per Jannik Sinner e Laila Hasanovich è lì per lui.
Veronica Confalonieri non è una comparsa di contorno nel racconto di Musetti. Lavora come graphic designer, ha studiato all’Istituto Europeo di Design e porta nel suo modo di vivere la stessa estetica pulita che si ritrova nelle sue foto: colori neutri, linee semplici, una naturalezza che non ha bisogno di filtri. Lei e Lorenzo stanno insieme dal 2022 e hanno reso pubblica la loro relazione solo dopo diversi mesi, quando ormai l’intesa era evidente.
Nel marzo 2024 è nato il loro primo figlio, Ludovico. A maggio 2025 la coppia ha annunciato l’arrivo del secondo. Veronica lo segue spesso nei tornei, ma sempre con discrezione: mai un gesto fuori posto, mai un’esposizione eccessiva.
Il successo di Musetti è tecnico, ma anche estetico. Il suo modo di giocare è diverso: un rovescio a una mano che disegna traiettorie, un uso del campo che cerca la bellezza oltre l’efficacia. È un tennista che parla a chi ama lo sport, ma anche a chi ama l’arte del gesto. Ogni suo colpo racconta un’idea precisa di tennis, fatta di armonia e misura. Ma dietro la grazia c’è la sostanza.
Il 2025 è stato l’anno della consacrazione: la finale a Montecarlo, l’ingresso in Top 10, i risultati negli Slam: tutto ottenuto con un lavoro costante e con una crescita lenta, coerente, senza forzature, che si è costruito con pazienza e che oggi, a 23 anni, è un professionista completo.
Fuori dal campo, Musetti ha scelto un’estetica precisa, riconoscibile ma mai esibita. Da luglio 2025 è Global Brand Ambassador di Bottega Veneta e la sua partecipazione alla campagna “Craft is our language” - celebrativa dei 50 anni dell’iconico intrecciato - segna la sua transizione da promessa del tennis a icona dello stile. Sulle passerelle invisibili dello sport-fashion, ha indossato completi in tonalità neutre - sabbia, blu notte, grigio perla –- dallo stile slim e sartoriale, mescolando l’eleganza classica con la freschezza di un ventenne che ha tutto da conquistare.
Nel quotidiano, alterna t-shirt bianche, camicie in lino e pantaloni morbidi: un’eleganza discreta, che parla di “quiet luxury” più che di ostentazione. E quando “sveste” l’armatura da atleta, mantiene la stessa compostezza: corpo asciutto, minimalismo nei dettagli, nessun gesto di vanità. È l’idea del ragazzo italiano che unisce disciplina sportiva e gusto sartoriale contemporaneo. In questo contesto, Veronica si inserisce di diritto: palette neutre anche lei, linee semplici, presenza misurata.
Lorenzo e Veronica incarnano un modello di coppia moderna e sobria. Niente ostentazioni, niente gossip, niente eccessi. I loro momenti condivisi sui social sono pochi, curati, spontanei. C’è la mano di lei che stringe quella di lui dopo un match, un selfie in aeroporto, un abbraccio con il piccolo Ludovico. E lo stile della coppia riflette quello di Lorenzo in campo: equilibrio, misura, rispetto dei tempi. Insieme comunicano un messaggio controcorrente rispetto all’esposizione costante che domina lo sport di oggi.
Sono una coppia pubblica, certo, ma mai “da gossip”. E Musetti è così amato perché è un ragazzo normale che ha imparato a reggere la pressione senza snaturarsi. Un atleta giovane che conserva un profilo umano e il pubblico, soprattutto quello italiano, lo percepisce: riconosce in lui una forma di sincerità, un legame con le proprie radici. La scena di Veronica in lacrime è la conferma di un percorso condiviso. A fine match Musetti guarda verso la tribuna e sorride, sa che quella vittoria pesa più di qualsiasi trofeo momentaneo perché è il segno di un equilibrio raggiunto, dentro e fuori dal campo.
Musetti non è solo un tennista vincente, ma un uomo che condivide la vittoria con chi ha creduto in lui fin dall’inizio e che, da quel giorno, porta in campo non solo il proprio talento, ma anche una storia d’amore fatta di complicità.