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lifestyle07 novembre 2025

Club, non hotel: il nuovo volto del lusso privato

Dal Cipriani al Carlyle di Hong Kong, l’hotel non è più solo un luogo in cui dormire ma un passaporto sociale. Nasce la nuova aristocrazia dell’ospitalità: club d’élite dove si entra solo su invito, si paga una quota di appartenenza e si vive l’esperienza del lusso come riconoscimento reciproco, non come ostentazione
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The Ned London - Courtesy Press OfficeThe Ned London - Courtesy Press Office

Non si tratta più di prenotare una camera con vista, ma di essere ammessi a un mondo. Il nuovo status symbol del viaggio di lusso è l’appartenenza: hotel che non si limitano a offrire ospitalità, ma selezionano i propri ospiti. Dalla lobby non passa chiunque, ma chi appartiene a un circuito, a una filosofia, a un club. È un’ospitalità che non si misura in stelle, ma in discrezione, frequenza e riconoscimento reciproco.

Negli ultimi anni il concetto di “hotel club” si è trasformato in un ecosistema a parte. Sono microcosmi riservati, residenze di passaggio per chi vive di jet privati e tavoli d’autore. Per entrare serve una quota, una reputazione o una presentazione. L’esperienza, però, è di quelle che ridefiniscono il concetto stesso di lusso.

Casa Cruz London - Courtesy Press Office Casa Cruz London - Courtesy Press Office

Casa Cipriani, Milano e New York: eleganza senza tempo

Il nome Cipriani è sinonimo di eleganza senza tempo, di quel lusso che non ha bisogno di essere mostrato per essere riconosciuto. Casa Cipriani nasce come reinterpretazione moderna del mito veneziano - quello dell’Harry’s Bar, del Bellini e del servizio impeccabile - tradotto nel linguaggio dei private club contemporanei. È un concetto di ospitalità che unisce discrezione, heritage e senso della misura, portando nel mondo lo spirito di una famiglia che ha fatto della cortesia un’arte.

A Milano, Casa Cipriani occupa l’ex circolo del Palazzo Bernasconi, un edificio di inizio Novecento completamente restaurato: un luogo in cui il marmo dialoga con il legno di ciliegio, le tonalità color crema avvolgono gli spazi e l’atmosfera rimanda a un’epoca in cui il tempo sembrava scorrere più lentamente. Tutto è curato nel dettaglio: i velluti, le finiture in ottone, i profumi diffusi negli ambienti.

L’hotel conta solo quindici camere, progettate come residenze private e pensate per chi desidera vivere Milano come una casa nobile, più che come un albergo. Le aree comuni - ristorante, cigar lounge, spa, terrazza panoramica e la sala dedicata al jazz club - sono riservate esclusivamente ai membri, mantenendo viva la tradizione dell’accoglienza Cipriani, fondata su ritualità e riconoscenza. Niente fotografie, dress code rigoroso e un servizio che riconosce i nomi prima ancora dei volti: è un’idea di esclusività che si fonda sulla memoria personale, non sulla visibilità. L’accesso al club avviene su invito o candidatura approvata.

La membership individuale per Milano prevede una quota annuale di 3.000 euro e una quota d’ingresso una tantum di 1.000 euro (IVA esclusa), come riportato sul sito ufficiale. Esistono anche profili Junior e Global con fee dedicate, che permettono di accedere alle altre sedi del gruppo, tra cui quella di New York, aperta nel 2021 all’interno del Battery Maritime Building: un capolavoro di restauro in stile Beaux-Arts affacciato sull’Hudson, dove lo spirito italiano incontra la grandeur americana.

Negli Stati Uniti, Casa Cipriani New York ha rapidamente conquistato il ruolo di punto d’incontro per l’élite culturale e finanziaria: un luogo dove si cena al suono di una band jazz, si fuma un sigaro guardando i traghetti partire da Battery Park, e si ritrova un senso di comunità rarefatta e internazionale.

Casa Cipriani - Courtesy Press OfficeCasa Cipriani - Courtesy Press Office

Aman New York: il tempio del silenzio urbano

Nel cuore di Manhattan, tra il rumore costante dei clacson e la luce perpetua dei led, Aman New York è un altro pianeta. Si entra attraverso porte insonorizzate che isolano la Quinta Avenue come una membrana, lasciandosi alle spalle il caos per approdare a un universo sospeso. Situato all’interno del Crown Building - gioiello architettonico del 1921 trasformato in un tempio del minimalismo zen - l’hotel è il punto d’incontro tra l’estetica giapponese del vuoto e la sensualità materica del design newyorkese.

Le suite, in media 75 metri quadrati ciascuna, sono veri spazi di meditazione più che camere d’albergo: legni scuri, pietra, tatami e un camino in ogni stanza, un dettaglio impensabile a Manhattan. Non esistono eccessi, solo silenzi calibrati. Anche la spa - 2.300 metri quadrati di quiete su tre livelli - è concepita come un percorso di riconnessione: piscina con luce naturale, hammam, banya, sale private per trattamenti di coppia e una terrazza zen con camini accesi tutto l’anno.

Ma il vero potere di Aman risiede nel suo Aman Club, un sancta sanctorum accessibile solo a un numero ristretto di membri globali. L’initiation fee è stimata intorno ai 200.000 dollari, con dues annuali di circa 15.000 dollari: cifre che riflettono non il lusso, ma la rarefazione. Il Club Manual ufficiale descrive un ecosistema di spazi riservati - Club Lounge, humidor, wine library privata e accesso illimitato alla grande Aman Spa - oltre a un network internazionale che collega le oltre 35 destinazioni del brand, da Kyoto alle Maldive.

Aman New York, USA; Spa & Wellness, Pool 2 - Courtesy Press OfficeAman New York, USA; Spa & Wellness, Pool 2 - Courtesy Press Office

The Ned NoMad, New York/Londra: il club che ha reinventato la mondanità

Nato dalla stessa mente di Soho House, The Ned è il suo alter ego più adulto, più sartoriale, più consapevole del proprio potere. A Londra è diventato in pochi anni la nuova definizione di urban luxury: camere che sembrano salotti d’epoca, ristoranti frequentati da chi scrive copertine, e un rooftop che guarda la City come un palco. Inaugurato nel 2017 all’interno dell’ex sede della Midland Bank, è un progetto firmato da Nick Jones e dai Sydell Group: un colpo di genio architettonico che mescola Art Déco e spirito contemporaneo, con marmi, velluti e legni scuri che evocano un’epoca in cui il lusso era soprattutto atmosfera.

La versione newyorkese, The Ned NoMad, è arrivata nel 2022, occupando gli spazi del celebre NoMad Hotel: un ambiente che profuma di jazz, di sigari e di conversazioni notturne. Qui, come a Londra, il club si muove in bilico tra heritage e modernità, ospitando live set, private dinner e vernissage curati come eventi culturali. Le sue stanze - più che camere d’albergo - sembrano capsule temporali: tappeti orientali, lampade in ottone, un’estetica vintage filtrata con l’occhio del design contemporaneo.

La membership del Ned’s Club è calibrata per un pubblico globale ma selettivo: a New York la quota annuale è di circa 5.000 dollari, con 1.500 dollari di fee d’ingresso (ridotta a 4.000/350 per gli under 30 e a 2.500 per i membri Soho House). A Londra si parte invece da 3.465 sterline l’anno - 2.200 per gli under 30 - mentre la sede di Washington D.C. fissa la soglia a 5.000 + 5.000 dollari. La pagina ufficiale ne descrive i privilegi, ma non i listini: perché qui, più che un prezzo, conta l’appartenenza. Entrare al Ned non è solo una questione di status, ma di attitudine: non basta il conto in banca, serve una curiosità sofisticata, un modo preciso di vivere la città tra lavoro e piacere, networking e identità. In fondo, è la nuova forma di mondanità cosmopolita.

The Ned - Courtesy Press OfficeThe Ned - Courtesy Press Office

Carlyle & Co. @ Rosewood Hong Kong: ala nuova generazione del club privato

Nel cuore del Rosewood Hong Kong, con una delle viste più spettacolari sul Victoria Harbour, Carlyle & Co. rappresenta una nuova generazione di club privati: non un’estensione dell’hotel, ma un universo parallelo, sospeso tra lusso, cultura e appartenenza. Distribuito su tre piani di design, il club reinterpreta in chiave asiatica l’iconico spirito del Carlyle newyorkese, fondendo art déco, gusto contemporaneo e savoir vivre internazionale.

Le sale da pranzo intime, il jazz bar con musica dal vivo, la biblioteca con oltre 1.200 volumi rari e il “Drawing Room” con vista panoramica creano un ecosistema verticale dove tutto - dalle opere d’arte ai cocktail - parla la lingua della selezione e della discrezione. La membership, accessibile solo su candidatura e approvazione, riflette l’esclusività dell’ambiente: per i soci Over 34 la joining fee è di circa HK$88.000 con annual dues di HK$28.800, mentre per gli Under 33 la quota d’ingresso è HK$40.000 con un rinnovo annuale di HK$14.700, secondo fonti di settore, poiché il sito ufficiale non pubblica un listino. L’ammissione non è automatica: viene valutato il profilo del candidato, il suo background culturale e il contributo potenziale alla community.

Carlyle & Co. incarna il concetto di “appartenenza verticale”: un club costruito dentro un cinque stelle, ma con un’identità propria, indipendente e cosmopolita. Il calendario comprende serate musicali curate, incontri con artisti e imprenditori, degustazioni e talk esclusivi, in un ambiente dove la connessione è tanto importante quanto il comfort.

Carlyle Hong Kong - Courtesy Press OfficeCarlyle Hong Kong - Courtesy Press Office

Casa Cruz, Londra: uno dei luoghi più esclusivi d'Europa

Casa Cruz, a Notting Hill, è il segreto peggio custodito di Londra: ufficialmente ristorante, ufficiosamente uno dei luoghi più esclusivi d’Europa. Dietro le porte ramate si entra solo su prenotazione o tramite membership privata, che costa circa 2.500 sterline l’anno più una quota d’ingresso iniziale di 1.000 sterline, riservata a un numero limitato di soci approvati dal management.

L’ambiente — velluti verde profondo, legni di ciliegio brasiliano, dettagli in rame e opere originali di Keith Haring, Warhol e Louise Giovanelli — è un tripudio di discrezione e teatralità. In cucina, il menu firmato Fraser esalta le cotture alla brace del forno Josper, dal branzino in crosta di sale ai gamberi giganti, affiancati da reinterpretazioni cosmopolite dei classici Upper East Side.

I cocktail, curati come abiti su misura, seguono la stessa filosofia. Su sei piani di una townhouse storica, Casa Cruz offre spazi per eventi privati, cene riservate e una terrazza da trenta posti con vista sui tetti di Londra: un rifugio per chi vuole sparire tra le luci basse e l’eleganza più sorvegliata della città. Il filo rosso che lega questi luoghi non è il lusso tangibile, ma l’intangibile: la sensazione di essere riconosciuti, non serviti; di appartenere, non pagare. Che sia un rooftop a Londra o una suite sul lago, insomma, l’hotel club è il nuovo status del viaggiatore contemporaneo. Non più turista, ma insider; non ospite, ma membro. Nel mondo del lusso, l’esperienza non è più democratica: è selettiva, quasi segreta. Chi entra, non lo racconta: semplicemente torna "a casa".

Casa Cruz London - Courtesy Press OfficeCasa Cruz London - Courtesy Press Office

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