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lifestyle10 novembre 2025

Artificial Beauty: la metamorfosi della bellezza secondo Andrea Crespi

Alla Fabbrica del Vapore di Milano, un viaggio tra arte classica e intelligenza artificiale, fino al 25 gennaio 2026
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Dopo le prestigiose tappe alla Triennale di Milano, al CAFA Art Museum di Pechino, al MAGA di Gallarate, a Times Square e ad Art Dubai, Andrea Crespi torna nella sua città con una mostra coprodotta da Fabbrica del Vapore e Comune di Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia. Classe 1993, Crespi lavora tra Milano e Miami.

La sua ricerca, sospesa tra arte fisica e digitale, traduce la trasformazione sociale e la rivoluzione tecnologica in un linguaggio visivo potente, capace di fondere la memoria classica con la cultura pop e l’immaginario algoritmico. Considerato tra i giovani artisti italiani più influenti, è una delle voci che più incisivamente interpretano l’ibridazione estetica del nostro tempo.

Tra architetture post-industriali e atmosfere immersive, prende vita Artificial Beauty. Oltre trenta opere per un percorso multisensoriale, curato da Alisia Viola e Sandie Zanini, che esplora la metamorfosi della bellezza nell’era dell’intelligenza artificiale. Un dialogo tra il passato e il futuro, tra l’eredità del Canova e la provocazione di un algoritmo.

Il nuovo canone estetico: quando la macchina guarda l’uomo

Dal braccio robotico che reinventa Amore e Psiche in un balletto di riflessi, fino agli ambienti immersivi che moltiplicano l’immagine in un gioco di specchi infiniti, Artificial Beauty indaga un’estetica nuova, dove la bellezza non è più solo armonia delle forme, ma campo di tensione tra emozione e algoritmo.

L’opera manifesto Have no fear of perfection introduce il visitatore in un universo in cui il concetto di perfezione diventa liquido, manipolato e ridefinito da filtri e intelligenze artificiali. È il preludio a una riflessione ampia sul senso del bello nell’epoca in cui l’immagine, prima ancora di essere creata, è già elaborata.

Installation View Artificial Beauty - Credits: Courtesy Press OfficeInstallation View Artificial Beauty - Credits: Courtesy Press Office

Tra memoria classica e visione futuristica

Con The Artist and The Thief, Crespi mette in scena un cortocircuito semantico che accompagna tutto il percorso espositivo. Chi è, oggi, il vero creatore? L’artista, la macchina o lo spettatore che interpreta? La domanda risuona tra le sale come un’eco contemporanea della crisi d’autore.

Tra le opere più iconiche, The Transition nasce da una scansione 3D della Nike di Samotracia. Il risultato è una figura che vibra tra materia e pixel, una nuova Venere digitale che celebra la continuità tra la memoria classica e la visione del futuro.

In Digital Labyrinth, Crespi trasforma un’azione performativa – l’hack fisico del MoMA di New York nel 2022 – in un docufilm che riflette sul potere dell’immagine nell’era dell’illusione permanente. La comunicazione come arte, l’atto come opera.

Installation View Artificial Beauty - Credits: Courtesy Press OfficeInstallation View Artificial Beauty - Credits: Courtesy Press Office

Le copertine del futuro

Con la serie Future Magazine, l’artista costruisce copertine di riviste inesistenti in cui le protagoniste non sono modelle in carne e ossa, ma umanoidi algoritmici, simboli di una civiltà che ha delegato la propria immagine alla macchina. Una visione lucida e provocatoria: la bellezza diventa artificiale, riflesso iperrealista di un’umanità che si specchia nel proprio doppio digitale.

“Le opere di Crespi – spiega la curatrice Alisia Viola – restituiscono un attuale stato dell’arte dell’incontro tra pratiche tradizionali e innovazione tecnologica. Il pubblico è invitato a interrogarsi su come la nozione di bellezza possa trasformarsi nella relazione, in costante evoluzione, tra naturale e artificiale.”

“Per Andrea Crespi – aggiunge Sandie Zanini – la sperimentazione è un mezzo di conoscenza. Attraverso media differenti, ci conduce in un viaggio nell’altrove della dicotomia, ridefinendo il concetto di bellezza.”

Andrea Crespi with the Head of Aphrodite, 2024, metallic finish on resin - Credits: Courtesy Press OfficeAndrea Crespi with the Head of Aphrodite, 2024, metallic finish on resin - Credits: Courtesy Press Office

“La mia poetica vive nel contrasto,” spiega Andrea Crespi. “Unisco passato e futuro, visibile e invisibile, artificiale e umano. Mi ispiro alla storia dell’arte, alla cultura pop e alle fratture della società contemporanea. In un mondo complesso, credo che la semplificazione sia l’unica strada possibile: attraverso la Neosintesi, cerco di rivelare l’essenziale.”

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