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02 settembre 2025

Venezia 2025, settima giornata: Marc by Sofia, il documentario che incanta la Laguna

Sofia Coppola e Marc Jacobs conquistano. Moda, amicizia e un debutto da applausi

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La settima giornata della Mostra del Cinema di Venezia brilla nel segno della moda, con un evento fuori concorso che ha conquistato pubblico e critica: Marc by Sofia, il primo documentario firmato da Sofia Coppola, dedicato al suo storico amico e icona della moda Marc Jacobs.

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Marc Jacobs e Sofia Coppola all’82esima edizione del Festival del Cinema di Venezia Credit: Getty Images

Un’opera intima, punk-chic e profondamente autoriale, accolta da lunghi applausi al termine della proiezione. Ma soprattutto un omaggio a un visionario: lo stilista che ha rivoluzionato l’estetica degli anni ’90 e 2000, mescolando lusso e cultura pop, grunge e ironia, con un’anima ribelle che ha lasciato un segno indelebile nel fashion system.

Trent’anni di amicizia e creatività condivisa

Coppola e Jacobs sfilano insieme sul red carpet. Una scelta simbolica per una coppia artistica che ha sempre usato l’estetica come linguaggio affettivo. Si conoscono dal 1992, quando lei era it girl dallo stile indie e lui enfant terrible della moda americana, appena licenziato (dal documentario poi si capirà che non è andata esattamente così) da Perry Ellis per aver portato il grunge in passerella.

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Marc Jacobs e Sofia Coppola all’82esima edizione del Festival del Cinema di Venezia Credit: Getty Images

«Marc è il mio migliore amico – ha detto Coppola – questo film è una lettera d’amore alla sua visione, ma anche alla nostra generazione».

La moda si fa racconto, ribellione, cultura

Marc by Sofia è un viaggio visivo e sentimentale tra materiali d’archivio, backstage, momenti cult e riferimenti condivisi: Fiorucci, i Sonic Youth, Il Laureato, l’energia creativa della New York anni ’90.

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Marc Jacobs firma autografi all’82esima edizione del Festival del Cinema di Venezia Credit: Getty Images

Un film che mostra il lato umano e fragile di Jacobs, ma anche la sua potenza dirompente come artista. “Nessuno conosce il mio mondo come Sofia”, ha detto lo stilista. Tra i momenti più intensi: la sfilata guerrilla del 1994 per X-Girl, il making of del profumo Daisy, con Coppola protagonista della campagna, e la rivoluzione by Marc Jacobs dell’immagine di Louis Vuitton, che ha segnato il primo decennio degli anni 2000.

I look: sofisticato minimalismo e dettagli ironici

Per la proiezione ufficiale, Sofia Coppola indossa un abito Marc Jacobs in pizzo nero, segnato in vita da una cintura con fiocchetto, richiamo alla delicatezza visiva tipica del suo immaginario cinematografico. Il modello è molto simile a un look della collezione autunno-inverno 2025 del brand. Essenziale ma d’impatto, femminile senza ostentazione: esattamente come lei.

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Marc Jacobs e Sofia Coppola sfilano sul red carpet all’82esima edizione del Festival del Cinema di Venezia Credit: Getty Images

Marc Jacobs, da parte sua, opta per un ensemble total black, dove spicca un cardigan con bottoni decorati dalla doppia C, omaggio evidente alla maison Chanel, di cui Coppola è volto da anni. Sempre fedele al suo gusto per i dettagli eccentrici, Jacobs non rinuncia alla nail art: unghie lunghissime e squadrate, color blu cobalto e arricchite da cristalli, tra i suoi segni distintivi più giocosi.

E non passano inosservate nemmeno le mollette a becco d’oca che spuntano tra i capelli, a fissare la piega in preparazione del red carpet: gesto pratico, sì, ma anche ironico e perfettamente in character.

Filosofia, geopolitica e attesi ritorni animano il concorso

In concorso, il regista francese François Ozon firma con L’Étranger un adattamento libero del romanzo di Albert Camus, girato in un rigoroso bianco e nero. «Non volevo rifare Visconti, ma raccontare Camus con lo sguardo di oggi», ha spiegato il regista.

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Fatima Al Qadiri, François Ozon, Rebecca Marder e Benjamin Voisin all’82esima edizione del Festival del Cinema di Venezia Credit: Getty Images

Benjamin Voisin interpreta un Meursault sospeso tra apatia e tragedia: un uomo che non piange la morte della madre e finisce per compiere un omicidio su una spiaggia algerina. Ozon ha riletto Camus partendo da una riflessione personale sul senso dell’assurdo, e ha attinto alla propria storia familiare – il nonno era giudice in Algeria – per dare corpo a un film minimale, rigoroso e divisivo, che chiude con la celebre battuta del romanzo: “Mi resta da augurarmi che ci siano molti spettatori il giorno della mia esecuzione e che mi accolgano con grida d’odio.”

"A House of Dynamite": il ritorno potente di Kathryn Bigelow

Dopo otto anni di assenza, Kathryn Bigelow torna con A House of Dynamite, un thriller nucleare firmato con lo sceneggiatore Mark Boal.

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Kathryn Bigelow all’82esima edizione del Festival del Cinema di Venezia Credit: Getty Images

La trama: un missile non rivendicato colpisce gli Stati Uniti. Chi lo ha lanciato? E come reagire?

Bigelow esplora il paradosso dell’era atomica: «Viviamo in una casa piena di dinamite, ma facciamo finta di niente». Il film è ambientato in un’America isolata e priva di alleati, dove i protagonisti devono decidere se premere il pulsante. Foto 7 Dida: Tracy Letts, Greta Lee, Idris Elba, Kathryn Bigelow, Rebecca Ferguson, Anthony Ramos, Gabriel Basso e Jared Harris all’82esima edizione del Festival del Cinema di Venezia Credit Getty Images

Con un cast corale che include Idris Elba, Rebecca Ferguson, Jared Harris e Tracy Letts, il film è stato girato in stile documentaristico con l’aiuto del fotografo Barry Ackroyd e dello scenografo Jeremy Hindle. «Non volevamo dare risposte – ha detto la regista – ma porre domande. E invitare il pubblico nella stanza dove si decide il futuro dell’umanità».

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