Il 25 dicembre, nella cucina di molte case italiane, il copione è sempre stato lo stesso: qualcuno scompare dietro le pentole mentre gli altri brindano in salotto. In questo ipotetico pranzo di Natale proposto da X Style, il copione cambia. Il padrone di casa si gode la tavola di Natale - precedentemente addobbata a dovere - quasi quanto gli ospiti, mentre una brigata di elettrodomestici smart gestisce conservazione, cottura, pulizia, aria e caffè con una precisione più vicina a un back–of–house professionale (il dietro le quinte) che a una cucina domestica.
La storia comincia qualche giorno prima, davanti al frigorifero. Non uno qualunque, ma un Samsung Family Hub AI con sistema AI Vision Inside, in grado di fotografare l’interno a ogni chiusura della porta, riconoscere decine di alimenti freschi e aggiornare in automatico l’inventario. Sul grande display frontale, una sorta di pannello di controllo della cucina, compaiono la lista degli alimenti identificati, le scadenze suggerite e persino le ricette consigliate in base a ciò che è già presente sui ripiani.
Peperoni, uova, latticini, verdure sfuse: il database visivo li riconosce e li trasforma in un elenco consultabile sia sullo schermo del frigorifero sia via app, utile soprattutto quando si è al supermercato e si vuole evitare il terzo acquisto consecutivo della panna da montare. Il controllo remoto dell’interno consente anche di recuperare rapidamente ciò che era finito in fondo al ripiano, scongiurando sprechi e acquisti impulsivi.
In alternativa, per un aperitivo che non sfigura sui social, un LG InstaView ThinQ con pannello “knock twice” offre un altro tipo di magia domestica. Basta bussare due volte sulla superficie in vetro e il pannello si illumina mostrando l’interno del frigo senza dover aprire la porta. Niente dispersione di aria fredda, niente ricerche a tentoni: le bevande sono esattamente dove devono essere e chi sta preparando l’aperitivo può controllare tutto in un gesto rapido e quasi teatrale. La funzione Craft Ice, intanto, prepara sfere di ghiaccio a scioglimento lento, così il brindisi pre–pranzo ha l’estetica di un cocktail bar senza che nessuno debba riempire stampi la sera prima.
La mattina del 25 dicembre inizia con il menù già deciso: antipasto tiepido, primo cremoso, secondo con cottura importante, contorni e dessert. La regia passa a due macchine pensate per lavorare in parallelo su ricette diverse.
Sul piano cucina, il nuovo Bimby TM7 si occupa delle preparazioni a “rischio errore”: creme, fondi, salse emulsionate e primi piatti che chiedono controllo millimetrico di tempi e temperature. La modalità di cucina guidata collega ogni step a una ricetta Cookidoo: pesata al grammo, velocità delle lame, temperatura e durata del passaggio sono già impostate, il display ampio mostra video e istruzioni, il margine di improvvisazione forzata crolla.
A fianco, il Kenwood Cooking Chef XL porta in cucina la precisione termica dell’induzione. È il momento in cui le preparazioni chiedono calore stabile e deciso: soffritti che devono partire rapidamente, rosolature che richiedono la giusta caramellizzazione, fondi che sviluppano sapori complessi senza variazioni di temperatura. La ciotola da 6,7 litri permette di lavorare con comodità anche su quantità abbondanti, mentre il controllo al grado consente di raggiungere e mantenere quei 170–180 °C che trasformano zuccheri e proteine in aromi più intensi e strutturati.
Il risultato è un menù ibrido, pensato per mostrare il meglio della cucina smart: crema di verdure affumicate realizzata nel TM7, risotto “assistito” che non chiede più di qualche controllo a intervalli regolari, arrosto in teglia preparato nel Kenwood, contorni croccanti che arrivano a tavola con una regolarità quasi industriale.
Per la cottura principale entra in servizio il Samsung Bespoke AI Oven. La telecamera interna ad alta temperatura riconosce il tipo di pietanza, propone tempi e programmi tramite AI Pro Cooking e invia al telefono un video in tempo reale dell’interno del forno. Una funzione di rilevazione della bruciatura avvisa se la superficie dell’arrosto o delle verdure sta scurendo troppo velocemente, prima che la crosta perfetta si trasformi in crosta carbonizzata.
La cavità divisibile Dual Cook Flex permette di separare arrosto e dessert, gestendo temperature diverse nella stessa struttura senza commistione di odori. Mentre il secondo piatto si avvicina al punto di cottura ideale, la parte inferiore lavora sulla crostata o su un dolce più tecnico, pronto ad entrare in scena quando i piatti principali escono di scena.
Le normative europee impediscono l’accensione completamente remota del forno, ma la gestione da app diventa centrale una volta attivato il controllo smart. L’ospite resta a tavola, il telefono vibra solo per notifiche sensate, non per obbligare qualcuno a presidiare la cavità del forno a ogni quarto d’ora. Mentre se la pietanza è cotta, il forno Miele (grazie alla fotocamera integrata nel vano cottura) con tecnologia TasteControl evita la sovracottura aprendo leggermente lo sportello a fine cottura e abbattendo rapidamente la temperatura interna. Una ventola espelle l’aria calda, poi la cavità si richiude mantenendo il cibo alla temperatura ideale senza rischiare che si secchi.
Una volta svuotato il piatto principale, entra in moto il reparto lavaggio. La cucina domestica si avvicina alla logica di un ristorante grazie a una configurazione duale: una lavastoviglie dedicata alle stoviglie e una alle pentole.
Per teglie, pirofile e pentole più estreme, lavora una macchina di derivazione professionale come la Miele ProfiLine PG 8133 integrata a scomparsa, esteticamente simile alla serie domestica ma costruita per cicli rapidi ad alta pressione: 17–24 minuti per un lavaggio intensivo a temperature di risciacquo che superano gli 80 °C. La logica è semplice: le pentole del primo giro tornano operative prima che inizi il secondo round di cotture o che parta il dessert, senza strofinacci e spugnette in mezzo alla zona pranzo. L’app Miele@home offre una dashboard unica: due progress bar, due stati di avanzamento, nessun dubbio su quale macchina stia lavando i calici di cristallo e quale stia lavorando sulle croste del gratin.
Per piatti, bicchieri e posate entra in scena la Bosch Serie 8, lavastoviglie da libera installazione (60 cm, acciaio spazzolato). Grazie alla tecnologia Home Connect si può avviare e controllare il ciclo via app. Il sistema di asciugatura con Zeolite + heat-exchanger assicura stoviglie asciutte e pronte all’uso, anche quando il carico è misto. I cestelli Max Flex Pro — con superiore regolabile e cassetto per posate — permettono di adattare il carico alle esigenze, mentre i programmi rapidi (Quick 60’) o eco offrono flessibilità a seconda del tempo a disposizione.
Per chi cerca qualcosa di diverso dai tradizionali cestelli, la Fisher & Paykel DishDrawer Series 11 utilizza due cassetti indipendenti che permettono di lavare carichi diversi senza attendere che la macchina sia piena. L’ergonomia da “lavastoviglie a cassetto” è insuperabile quando si cucina per molti ospiti.
Il pranzo di Natale mette spesso alla prova i pavimenti più dei piatti. Vicino ai fuochi cadono gocce di sugo, briciole, residui di impanatura; intorno al tavolo compaiono inevitabili macchie di vino e briciole di pane.
Nella zona operativa della cucina, un Dreame Aqua10 Ultra Roller Complete lavora sui pavimenti duri con un rullo in microfibra a tutta larghezza che ruota ad alta velocità, mentre un sistema di lavaggio continuo mantiene il rullo pulito e convoglia lo sporco in un serbatoio separato. Il pavimento viene lavato sempre con tessuto pulito, l’effetto “spalmatura” degli sporchi grassi tipico dei vecchi robot con panno statico viene eliminato alla radice. La stazione base igienizza il rullo con acqua a 100 °C e asciugatura ad aria calda, mantenendo il sistema pronto per il giro successivo.
Nelle aree di passaggio e in salotto entra in scena un robot come Narwal Freo Z Ultra, specializzato in navigazione precisa e silenziosa. Il doppio chip AI e le telecamere RGB riconoscono cavi, giocattoli, gambe di sedie e piccoli ostacoli, riducendo al minimo urti e blocchi. I sensori di sporco sull’acqua di lavaggio decidono se serva un secondo passaggio in una zona trafficata, mentre il livello di rumore resta compatibile con la conversazione a tavola.
La combinazione dei due crea una sorta di “zoning” intelligente: la cucina riceve il trattamento più aggressivo, il living una pulizia continua e discreta. Nessuno deve più sparire con secchio e mocio tra una portata e l’altra.
Le cene di festa non sporcano solo piatti e pavimenti. Grembiule, strofinacci, runner e tovaglie iniziano a raccontare la giornata già a metà servizio. Per riportare tutto a uno stato accettabile prima della sera, la logica resta quella della parallelizzazione.
Una Candy MultiWash mette a disposizione tre cestelli indipendenti nello stesso chassis: il drum principale gestisce tovaglie e tessili voluminosi, i due mini–drum superiori entrano in gioco per micro–carichi dedicati come gli strofinacci più sporchi o un cambio di maglia dell’anfitrione. Il mini–drum con igienizzazione UV sanifica i tessuti delicati senza temperature eccessive, limitando l’uso di additivi chimici.
Al suo fianco, una LG TWINWash aggiunge un ulteriore doppio livello: cestello principale per i carichi misti e TWINWash Mini per il capo dell’ultimo minuto. La funzione TurboWash 360 completa un ciclo in poco meno di 40 minuti, la tecnologia a vapore aiuta a rimuovere gli odori di cucina dai tessuti che non possono affrontare lavaggi troppo aggressivi.
Nel giro di poche ore, tessili da cucina, grembiuli e parte della biancheria sono già puliti e quasi asciutti, senza sacrificare una zona della casa a stendini e fili improvvisati.
Un pranzo con più portate, cotture in forno e passaggi ai fuochi genera un cocktail complesso di VOC, fumi di cottura, vapore e odori persistenti. L’obiettivo, qui, non è solo il comfort respiratorio, ma anche la tutela dei vestiti degli ospiti appoggiati su un letto o su un appendiabiti in corridoio.
Tra cucina e living, un Dyson Purifier Big+Quiet Formaldehyde costruisce una barriera invisibile. Il getto d’aria a lungo raggio crea una sorta di cortina che intercetta fumi e odori prima che invadano le stanze adiacenti, il filtro K-Carbon a carbone attivo trattato blocca biossido di azoto e composti organici volatili tipici della cottura su gas e della rosolatura spinta. Il sensore di CO₂ segnala quando l’aria diventa troppo “carica” a causa della presenza di molti ospiti e invita a una breve aerazione o ad aumentare la portata.
Nella zona pranzo o vicino ai cappotti, un Philips Air Performer Serie 8000 lavora sul particolato ultrafine con il filtro NanoProtect HEPA e, quando serve, integra una leggera funzione di riscaldamento. L’aria intorno ai tessuti viene “lucidata” da micro–particelle odorose, mentre la temperatura resta confortevole anche quando la casa ha perso parte del calore per i ricambi d’aria.
Alla fine della giornata, la differenza si nota soprattutto quando l’ultimo ospite indossa il cappotto: nessun sentore di fritto o di ragù, malgrado ore di cucina aperta.
Il capitolo finale spetta al caffè. L’idea di fondo è separare il rito dell’espresso dalla versatilità delle bevande a base latte.
Sul lato più sperimentale si colloca la Lavazza Tablì, macchina che abbandona la capsula a favore di una Tab di caffè solido compostabile, senza involucri in plastica o alluminio. La Tab viene inserita tramite uno slider frontale, il gruppo estrattore ne adatta pressione e flusso per ottenere un espresso con crema e corpo comparabili alle capsule tradizionali, eliminando del tutto il rifiuto non organico. Le funzioni smart si limitano a quanto serve: controllo da app, riordino delle Tab e notifiche di manutenzione.
Accanto, una macchina superautomatica come la Siemens EQ.900 presidia latte, cappuccini e decaffeinati. Il sistema dualBean con due macinacaffè indipendenti permette di dedicare un contenitore ai chicchi standard e l’altro al decaffeinato in grani; la selezione avviene dal display touch, senza contaminazioni di gusto o residui di caffeina. I profili utente memorizzano intensità, quantità di latte e temperatura preferite, così ogni ospite che chiede “un cappuccino come l’altra volta” riceve davvero la stessa bevanda.
La coda davanti alla macchina, tipica delle cucine domestiche quando parte il turno moka, sparisce. Il servizio caffè diventa un flusso continuo in cui ogni tazzina esce uguale alla precedente, senza improvvisazioni.
Non un effetto speciale, ma un’architettura sottile in cui ogni macchinario ha il suo compito e lo svolge con la deprecabile, deliziosa pazienza di chi non sbaglia mai.
La parte “smart” non è la lucina dell’app che si accende sul telefono, bensì l’arte dell’automatizzare ciò che toglie tempo alla grazia delle feste: dosare, controllare, misurare, asciugare, ricordare. Il tutto mentre sensori minuscoli leggono ciò che accade davvero e regolano la situazione con la discrezione di un buon maggiordomo.
Così, nella giornata di Natale, accade l’impensabile: chi ospita può sedersi. Magari per davvero. E prima che il dolce venga servito. L’ecosistema di elettrodomestici intelligenti si prende in carico tutto ciò che un tempo veniva rubricato sotto “corvée”, trasformando il pranzo più impegnativo dell’anno in una serie di piccole decisioni ragionevoli, eleganti e soprattutto umane.
E alla fine, quando gli ospiti se ne vanno e sulla tavola rimangono soltanto i sorrisi, si scopre che il valore della tecnologia non è tanto nel fare al posto nostro, quanto nel restituire, con garbo, il tempo che credevamo perduto.