La foto che ha fatto il giro dei social è arrivata quando tutto era già scritto: Jannik Sinner campione delle ATP Finals di Torino per il secondo anno consecutivo. Eppure, a rubare la scena, nella confusione felice della premiazione, è stato Snoopy, il cane della fidanzata Laila Hasanovic, che si è ritrovato sul campo a fianco del numero uno d’Italia, scodinzolante e completamente inconsapevole del peso del momento.
Un’immagine leggera, spontanea, quasi domestica, che ha aggiunto un tono diverso alla serata più importante della stagione di Sinner. E ha dato il via al racconto della sua vittoria nel modo più semplice possibile: un campione raggiante, la sua compagna accanto (come avvenuto per tutto il torneo), e un cane che entra nella foto come se fosse sempre appartenuto a quella scena.
La finale contro Carlos Alcaraz è stata una delle più solide della stagione di Sinner. Un match gestito con lucidità: servizio pesante nei momenti chiave, rovescio profondissimo per togliere ritmo allo spagnolo. Sinner ha preso campo, ha dettato i tempi e ha controllato gli scambi lunghi, costringendo Alcaraz a forzare. Il momento decisivo è arrivato a fine secondo set: break, braccio fermo e chiusura ordinata. Niente fronzoli, niente show: solo tennis pulito, continuo, da vero campione. Una finale che dice molto più della semplice vittoria, perché fotografa una certezza nuova: nei match che contano, Sinner è diventato quello più stabile.
Accanto alla parte sportiva c’è il capitolo privato, ormai parte del racconto pubblico. Laila Hasanovic non è più una presenza marginale: è nell’immagine ufficiale della vittoria. Il loro modo di stare insieme in pubblico è misurato, pulito, senza sovraesposizione: esattamente la cifra che piace al pubblico e che contribuisce a definire l’immagine di Sinner. In tribuna, durante il match, lo seguiva con lo stesso atteggiamento che ha anche sui social: discrezione, eleganza, normalità.
Uno dei tratti che emergono sempre più chiaramente è lo stile: Sinner non è vistoso, non cerca pose studiate, e proprio per questo risulta più credibile. Il suo modo di vestirsi fuori dal campo - linee pulite, colori neutri, capi tecnici ma non ostentati - coincide perfettamente con il modo in cui gioca: niente dispersione, niente eccessi. Anche durante la festa, con Snoopy accanto, quell’immagine resta coerente: un ragazzo di ventiquattro anni che ha vinto tutto ma mantiene un’aria sempre composta.
La serata di Torino ha consegnato a Sinner molto più di un titolo. Ha lasciato un’immagine: lui, Laila e Snoopy sul campo. Una fotografia che, senza volerlo, racconta la versione più attuale di Jannik Sinner: un atleta che vince, un ragazzo che resta centrato, una figura che sa essere protagonista senza forzare mai la scena. E in quel frame finale c’è tutto: la solidità del campione, la normalità che lo rende riconoscibile, la leggerezza che bilancia la pressione. Un modo di stare nel tennis che, oggi, è già la sua firma.