C’è un filo che unisce l’origine di uno dei cioccolatini più iconici d’Italia e una delle maison più riconoscibili del prêt-à-porter contemporaneo. Un filo che parla di creatività, ingegno e spirito imprenditoriale femminile, e che porta un nome diventato simbolo di eleganza e indipendenza: Luisa Spagnoli. Prima ancora che la moda ne consacrasse l’eredità, fu il cioccolato a rivelarne il talento visionario.
A Perugia, nei primi anni del Novecento, Luisa e il marito Annibale avviano un piccolo laboratorio di confetteria che presto si è trasformato nella culla della Perugina. Da quella bottega di via Alessi, oggi restituita alla città grazie al recente progetto del LAB, parte una storia industriale che ha cambiato il volto del cioccolato italiano: la stessa storia che, decenni dopo, ha trovato una seconda vita nei capi in angora e nelle linee di moda esportate in tutto il mondo dalla famiglia Spagnoli. È un legame che attraversa generazioni, fatto di innovazione continua, radici salde e una capacità di reinventarsi senza mai tradire lo spirito originale e i caratteri distintivi.
Oggi alla guida di una delle aziende che hanno reso grande il Made in Italy nel mondo c’è Nicoletta Spagnoli, nipote di Luisa, che dalla nonna ha preso la grinta e la creatività e che, oltre un secolo dopo, ha voluto rendere omaggio alle origini di famiglia, che hanno un sapore decisamente dolce…
Visionaria è l’aggettivo perfetto per descrivere Luisa Spagnoli, che a Perugia nel 1922 concretizza acume ed estro nell’originalissima invenzione di un cioccolatino che rivoluzionerà il mondo dolciario: il famoso Bacio Perugina. L’idea è quella di recuperare in modo creativo gli scarti che derivano dalla lavorazione del cioccolato. Ed il risultato è sorprendente.
Chi lo avrebbe detto ad Annibale Spagnoli - che fondò La Società La Perugina nel 1907 insieme a Francesco Andreani, Leone Ascoli e Francesco Buitoni - che proprio la moglie Luisa avrebbe dato una grande spinta alla sua attività dolciaria?
Luisa Spagnoli è stata una visionaria non solo nel capire come reinterpretare un classico come la cioccolata, ma anche nel conquistare il mondo della moda, vedendo nell’angora un vaso di pandora. Così decide di fondare una linea di abbigliamento basata sulla lavorazione di questa fibra pregiata e calda attraverso dinamiche innovative, dando vita ad una lunga tradizione di maglieria, fulcro della produzione dell’azienda e presenza costante nelle collezioni di ogni anno, fino a quelle odierne.
Da attività tessile di stampo locale, l'azienda inizia a espandersi a livello internazionale grazie al figlio della fondatrice, Mario Spagnoli, che ha l'intuizione di sviluppare una rete commerciale legata esclusivamente al nome del proprio marchio e aprendo nel 1940 il primo punto vendita Luisa Spagnoli nella città in cui tutto nacque, Perugia. Seguirono le boutique di Firenze a Roma, fino a Venezia e Napoli. Immancabile la presenza nella capitale della moda, Milano.
L’azienda cresce, insieme al sogno di fare conoscere i caratteri di unicità ed eleganza del brand. Il timone passa così in mano al figlio di Mario, Lino, che porta all’apertura di 90 negozi di vendita diretta. Grazie ai grossi investimenti in ambito tecnologico si evolve sempre più divenendo una S.p.A. nel 1967.
Un brand che con la sua eleganza ha conquistato - e tuttora conquista - l’animo delle amanti di abiti chic, comodi, mettibili e sofisticati, tra cui star e reali. Un esempio? La raffinata Kate Middleton.
E chissà se Luisa Spagnoli avrebbe mai pensato che un abito che porta il suo nome sarebbe stato indossato da un’Altezza Reale.
Una vita trascorsa tra filati di altissima qualità in un mix di innovazione e tradizione quella di Nicoletta Spagnoli, figlia di Lino, alla guida del brand dopo il padre e che oggi porta avanti l’immagine dell'azienda nel suo ruolo di Amministratore Delegato.
La moda di Luisa Spagnoli è tornata nel tempo in mano ad una donna, che con cura dà vita a capi che vestono una figura femminile dall’eleganza sofisticata e attuale, grazie al grande lavoro artigianale basato sul territorio umbro.
Il forte legame con le sue radici ha spinto Nicoletta a finanziare il restauro dei vecchi locali, quelli che erano gli spazi di produzione della Confetteria Corelli rilevata da Luisa ed Annibale Spagnoli nel 1901, dove ora sorge il LAB - acronimo per Luisa Annibale Base.
Per questo Nicoletta ha scelto di partecipare insieme al figlio Nicolo al progetto “Città del Cioccolato”, il più grande museo esperienziale al mondo dedicato al cacao e al cioccolato, ospitato negli spazi dell’ex Mercato Coperto di Perugia che ha aperto il primo novembre e che è una delle attrazioni principali della nuova edizione di Eurochocolate.
Per l’occasione l’erede dalla casa di moda ha creato un abito esclusivo a sirena realizzato in velluto che avvolge il corpo come una dolce striscia di cioccolato. La scollatura è ampia e rivela spalle e schiena, mentre le maniche sono a guanto. Una fascia drappeggiata modella il punto vita. Una coda che parte dallo scollo e scende fino a toccare il pavimento, invece, fa volare la mente alla delicatezza di una cascata di cioccolato fuso. Spalline dal taglio sottile e una spilla gioiello definiscono la creazione risplendendo come una pralina appena scartata.
Una creazione di moda che omaggia la materia da cui Luisa Spagnoli è nata, che rappresenta il legame tra le origini e l’oggi e che è esposta proprio a pochi passi dal LAB, in cui prese vita la storica attività dell’azienda Perugina.
“Partecipare al progetto Città del Cioccolato significa ritornare là dove tutto è cominciato”, chiosa Nicoletta Spagnoli. Un momento che unisce cioccolato e moda, tradizione e innovazione, passato e presente.
Leggi anche:
Elements: il nuovo Calendario Pirelli 2026 di Sølve Sundsbø che trasforma la natura in visione