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lifestyle28 ottobre 2025

Alaïa e Balenciaga, gli scultori della forma in mostra a Prato

Fino al 3 maggio 2026, per la prima volta in Italia, la mostra che racconta il dialogo tra due maestri assoluti dell’haute couture: la bellezza come architettura, il corpo come scultura
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Nella cornice austera della ex fabbrica Campolmi, sede del Museo del Tessuto di Prato, la moda torna a essere protagonista.

La mostra “Azzedine Alaïa e Cristóbal Balenciaga. Scultori della forma” – curata da Olivier Saillard in collaborazione con la Fondation Alaïa e gli archivi Balenciaga – riunisce per la prima volta in Italia cinquanta capolavori couture, venticinque di ciascun maestro, in un confronto unico.

Cristóbal Balenciaga (1895-1972) fu l’architetto della couture.

Nelle sue mani i volumi si dilatavano, le linee si piegavano alla logica del vuoto, la silhouette si trasformava.

Il suo era un linguaggio di geometrie perfette dove l’eleganza non nasceva dalla decorazione, ma dalla costruzione.

Da sinistra: Collezione Autunno-Inverno 1988 Abito aderente in velluto bordeaux, con scollo incrociato e abbottonato sul davanti; Couture Autunno-Inverno 2003 Abito lungo da sera in taffetas nero, busto drappeggiato, arricciato sul lato e annodato sul retro. L’ampiezza della gonna (circonferenza di 29,50 mt.) è supportata da nove fasce di taffetas; Collezione Autunno-Inverno 2012 Ampio cappotto in lana marrone. Foto/Photo: DR. Julien Vidal - Courtesy Press OfficeDa sinistra: Collezione Autunno-Inverno 1988 Abito aderente in velluto bordeaux, con scollo incrociato e abbottonato sul davanti; Couture Autunno-Inverno 2003 Abito lungo da sera in taffetas nero, busto drappeggiato, arricciato sul lato e annodato sul retro. L’ampiezza della gonna (circonferenza di 29,50 mt.) è supportata da nove fasce di taffetas; Collezione Autunno-Inverno 2012 Ampio cappotto in lana marrone. Foto/Photo: DR. Julien Vidal - Courtesy Press Office

Azzedine Alaïa (1935-2017), figlio della Tunisia e adottato da Parigi, amava invece scolpire il corpo come un bassorilievo.

Le sue maglie, i suoi abiti in pelle o in maglia stretch aderivano come seconda pelle, celebrando la sensualità del corpo femminile.

Entrambi lavoravano in silenzio, lontano dagli eccessi mediatici, convinti che la verità di un abito risieda nella mano, nella misura, nella forma pura.

Da sinistra: Couture Autunno-Inverno 2010 Abito da sera lungo in velluto nero, drappeggiato e a vita stretta; Couture Autunno-Inverno 2011 Abito in velluto traforato bordeaux con bustier in lamé argento e cintura in velluto; Alta moda Autunno-Inverno 1948 Cappotto in taffetà rosso ramericamato conciniglia nera,taglio svato e ampio collo a punta. Foto/Photo: DR. Julien Vidal - Courtesy Press OfficeDa sinistra: Couture Autunno-Inverno 2010 Abito da sera lungo in velluto nero, drappeggiato e a vita stretta; Couture Autunno-Inverno 2011 Abito in velluto traforato bordeaux con bustier in lamé argento e cintura in velluto; Alta moda Autunno-Inverno 1948 Cappotto in taffetà rosso ramericamato conciniglia nera,taglio svato e ampio collo a punta. Foto/Photo: DR. Julien Vidal - Courtesy Press Office

Da un lato, un abito-scultura di Balenciaga in crespo di lana nero del 1960, dal volume quasi ascetico; dall’altro, una creazione di Alaïa in taffetà nero, con la gonna che si apre come un fiore.

Attorno, bozzetti originali, video d’atelier, fotografie e tessuti che raccontano il gesto sartoriale come atto artistico.

Le sale tematiche – Tailleur, Flou, Materia, Spagna – mostrano quanto le due poetiche, pur diverse, si tocchino nel culto della precisione e nella ricerca di una forma assoluta senza tempo.

Da sinistra: BALENCIAGA, Haute Couture 1938; BALENCIAGA, Haute Couture 1940; ALAÏA, Couture Autumn-Winter 1986. Photo : © Stéphane Aït Ouarab - Courtesy Press OfficeDa sinistra: BALENCIAGA, Haute Couture 1938; BALENCIAGA, Haute Couture 1940; ALAÏA, Couture Autumn-Winter 1986. Photo : © Stéphane Aït Ouarab - Courtesy Press Office

Saillard che oltre a curare la mostra è il direttore della Fondazione Azzedine Alaïa, ha scelto un allestimento essenziale: luce soffusa, pareti neutre, manichini che emergono dal buio come statue.

Nessuna etichetta, solo la forma, la stoffa, il silenzio.

La mostra diventa così un’esperienza quasi mistica.

Alaïa e Balenciaga, due talenti indiscussi che hanno segnato la storia della moda, eccezionali sperimentatori di forme e volumi, ‘scultori’ di alta sartoria, sono approdati per la prima volta in dialogo in Italia, grazie a questa esposizione che ha debuttato a Parigi nel 2020 e ripensata ad hoc con un allestimento suggestivo per gli spazi dell’ex Campolmi, visitabile fino al 3 maggio 2026.

Visitare questa mostra significa assistere a un dialogo tra generazioni e diverse latitudini: la Spagna delle processioni, la Tunisia assolata, la Parigi degli atelier.

È una lezione di libertà. Da non perdere!

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