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fashion03 dicembre 2025

Chanel Métiers d’Art nella metropolitana di New York: Matthieu Blazy accende la nuova era della Maison

Un treno che entra in banchina, modelle che scendono come pendolari, e l’energia di Manhattan che diventa couture. Il debutto di Blazy per Métiers d’Art riscrive i codici Chanel senza tradirne l’identità
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Chanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press OfficeChanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press Office

Un convoglio che sbuca dai tunnel della metropolitana, le porte che si aprono, le modelle che scendono su una banchina illuminata come un set cinematografico. Non è una scena rubata al quotidiano: è l’immagine scelta da Matthieu Blazy per raccontare la sua prima Métiers d’Art per Chanel, dopo il debutto del prêt-à-porter. E basta questo attacco per capire che la Maison ha imboccato un nuovo binario. La scelta di una stazione dismessa della metropolitana di Manhattan non è un semplice colpo di teatro. È un manifesto: portare l’artigianalità Chanel, uno dei riti più preziosi della moda francese, nel cuore di un luogo popolare, dinamico, pulsante di vita reale.

La città come complice della collezione

La collezione nasce dal dialogo con New York. Blazy si ispira alle sue donne: chi lavora, corre, si muove, attraversa la città senza perdere stile. Ci sono tweed alleggeriti, cappotti che sembrano pensati per affrontare l’inverno metropolitano, ricami luminosi che catturano le luci al neon della subway. La T-shirt ricamata “I LOVE NY”, affidata ai Métiers d’Art, è la dichiarazione più diretta: un oggetto pop trasformato in lusso attraverso la perfezione tecnica. Non un tentativo di streetwear couture, ma una nota calibrata dentro un impianto Chanel che resta riconoscibile, solido, fedele al proprio heritage.

Chanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press OfficeChanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press Office

Il corto di A$AP Rocky per Chanel

Tra i contributi più rilevanti dell’evento c’è il corto firmato da A$AP Rocky della maison e figura-ponte tra moda, musica e cultura urbana. Nel video, utilizzato come preludio alla sfilata, Rocky attraversa New York tra treni, murales, marciapiedi e scorci iconici: uno sguardo che non estetizza la città, ma la racconta nella sua frenesia quotidiana. Il risultato dialoga perfettamente con l’idea di Blazy: una città vera, vissuta, vissuta da chi la abita ogni giorno. Non un omaggio formale, ma una dichiarazione di complicità culturale.

A$AP Rocky, Chanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press OfficeA$AP Rocky, Chanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press Office

Il metodo Blazy: innovazione senza rotture

Con un percorso che attraversa Margiela, Céline, Calvin Klein e Bottega Veneta, Blazy porta in Chanel una visione costruita sul dettaglio e sul rapporto tra corpo, movimento, materia. Per lui, l’artigianalità non è decorazione: è funzionalità raffinata. In questa Métiers d’Art, i codici Chanel non vengono rovesciati, ma reinterpretati. Le lavorazioni d’atelier - ricami, intrecci, piume, passamanerie - non rimangono sospese come reliquie, ma diventano struttura, architettura, linguaggio vivo dei capi.

Il ritorno di Métiers d’Art negli Stati Uniti ha una chiara valenza simbolica e strategica. Il mercato americano resta uno dei più solidi per il lusso, e New York è da sempre uno snodo culturale che influenza estetiche e tendenze globali. Presentare qui una collezione che celebra il savoir-faire francese significa far dialogare tradizione e modernità, artigianalità e multiculturalità, couture e vita metropolitana. La location sotterranea amplifica il messaggio: Chanel non osserva la città dall’alto, ci entra dentro.

Chanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press OfficeChanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press Office

Il front row della sfilata Chanel

In prima fila siedono Tilda Swinton, Kristen Stewart, Sofia Coppola, Linda Evangelista, Jon Bon Jovi, A$AP Rocky e Margaret Qualley. Una costellazione che non rappresenta solo glamour, ma un incrocio di mondi come cinema, musica, arte che da anni dialogano con la Maison. È una scelta che riflette il posizionamento culturale di Chanel oggi: un marchio che difende la sua aura ma si allinea alle vibrazioni della contemporaneità, senza forzature.

Tilda Swinton, Chanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press OfficeTilda Swinton, Chanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press Office

Métiers d’Art, ma in un nuovo teatro

Il format resta quello che ha reso Métiers d’Art un appuntamento unico: celebrazione dell’eccellenza degli atelier Chanel, lavorazioni spettacolari, attenzione maniacale ai dettagli. Ciò che cambia è lo sfondo. Lontano dai palazzi storici, dai musei, dalle ambientazioni monumentali, la collezione vibra diversamente. L’artigianalità risalta in modo quasi paradossale: più è preziosa, più spicca nel contrasto con binari, banchine, neon e metallo. È un modo efficace per raccontare cosa significa oggi mantenere viva una tradizione: non tenendola sotto vetro, ma facendole attraversare il presente.

Quando l’ultimo modello lascia la scena e il treno riparte, resta un’immagine nitida: Chanel mette il suo heritage su rotaie contemporanee. Non rinnega nulla anzi, rafforza il proprio DNA ma lo inserisce in una narrazione più dinamica, più consapevole, più connessa con il mondo reale. Con questa sfilata, Matthieu Blazy non chiude un’epoca: ne apre una che correrà veloce, come i vagoni di un treno in corsa.

Chanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press Office Chanel Métiers d’Art 2026 - Courtesy Press Office

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