“Amo tutto ciò che è al di sopra: il cielo, la luna, io credo nello stelle”: è a partire da questa citazione di Gabrielle Chanel che il nuovo direttore creativo Matthieu Blazy tesse il suo racconto. E più specificamente, il primo capitolo del racconto iniziato con la sfilata di debutto, quella della collezione Chanel Primavera-Estate ‘26 alla Paris Fashion Week.
“Per questa prima sfilata Chanel – spiega il direttore creativo – ho voluto realizzare qualcosa di abbastanza universale, come in un sogno, qualcosa al di fuori del tempo”. Come setting della sfilata, un sistema solare che rievoca l’immensa infinità del cosmo: “Ero affascinato dall’universo delle stelle, un tema caro alla maison. Tutti quanti guardiamo lo stesso cielo, e penso che susciti in noi le stesse emozioni”, prosegue Matthieu Blazy.
Incaricato della prestigiosa nomina nel dicembre 2024, lo stilista ha accolto il prezioso lascito stilistico della maison francese dopo tre anni di direzione creativa in Bottega Veneta. Ora alle redini della casa di moda fondata da Mademoiselle Gabrielle nel 1910, Matthieu Blazy fa seguito al lungo corso di Karl Lagerfeld e Virginie Viard, dei quali si è dimostrato di essere certamente degno erede. La sua prima collezione è stata un trionfo, acclamata con standing ovation finale, tra scroscio di applausi e grida di apprezzamento.
Dalle grandi ambassador del marchio francese, come Penelope Cruz, alle amiche della maison: la sfilata Chanel è stata presenziata in front row dai più grandi nomi dello stardom internazionale. Un parterre invidiabile, come d’altronde lo fu Coco, che ha chiamato a raccolta nomi del calibro di Nicole Kidman, Marion Cotillard, Lily-Rose Depp, Vanessa Paradis, Tilda Swinton e Aya Nakamura.
Romantica, raffinata, ma anche decisa, a tratti irreverente. Una donna che rievoca la straordinarietà di Coco: frizzante, emancipata, briosa, intraprendente. Il primo look ad aprire la sfilata Chanel Primavera-Estate2 ‘6 è un completo giacca e pantaloni: le spalle sono boxy, il taglio è impeccabile.
Un’ode alla sartoria tutto in crescendo, che trova la sua espressione nei look successivi, dalle lunghe gonne a tubino dallo spacco generoso, ai top trasparenti con ricami preziosissimi, passando per la finitura luminosa del completo total rouge e dell’abito nero lungo.
La camelia, fiore iconico nell’immaginario visivo della maison (nonché caro alla sua storica fondatrice), diventa un elemento tridimensionale che il direttore creativo trasforma in un dettaglio dal fascino incomparabile. Insieme alla camelia, i gioielli: fili di perle in stile flapper girl, ma anche collane che ricordano la struttura e le geometrie dei coralli.
L’esercizio stilistico di Matthieu Blazy per Chanel prosegue con tailleur bly navy su cui spiccano bottoni oro, giacche a quadri, abiti a balze con ruches floreali sotto il punto vita. Le reminiscenze di Coco però hanno la maggiore, riecheggiano nelle profilature a contrasto, nelle scarpe bicolor, nel tweed.
La sperimentazione tessile – di cui Matthieu Blazy è già stato certamente portavoce nei suoi precedenti anni in Bottega Veneta – raggiunge l’apice della maturità stilistica nella lavorazione delle frange e delle piume.
Un trionfo di eleganza, tra versatilità e couture, per una donna Chanel che è appena rinata.
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