All’uscita in passerella per il saluto finale al pubblico, Pierpaolo Piccioli si gode emozionato la standing ovation: un rito di passaggio che consacra, dopo mesi di attesa, il suo debutto come direttore creativo della maison Balenciaga.
Lo stilista italiano, ex direttore creativo di Valentino, porta con sé un ricco bagaglio d’esperienza e una cifra stilistica ben nota, che scandisce non solo il ritmo dei look che hanno sfilato con la nuova collezione Primavera-Estate ’26, ma che ha trovato anche posto – con gentile riverenza – nell’immenso archivio della casa di moda fondata da Cristóbal Balenciaga nel 1917.
Alle 20:30 in punto, a pochi minuti dalla sfilata, è un parterre d’eccezione quello che popola il front row della sfilata Balenciaga a Parigi. Il debutto di Pierpaolo Piccioli ha chiamato a sé non solo il meglio degli addetti ai lavori, ma anche dello stardom: da Lauren Sánchez Bezos ad Anne Hathaway (sempre più nei panni di Andy, in attesa del sequel de Il diavolo veste Prada), Simone Ashley, Ariana Greenblatt, Laetitia Casta, Isabelle Huppert, Vittoria Ceretti, Havana Rose Liu ed Emma Chamberlain. Ma la vera sorpresa è stata l'apparizione in prima fila di Meghan Markle. All'interno dello spazio espositivo, anche un profumo: Getaria, la fragranza Balenciaga che prende il nome dal luogo di nascita di Cristóbal, che avvolge l’ambiente, onnipresente ma invisibile.
Futuristica, punk, romantica: l’immagine della nuova donna Balenciaga plasmata da Pierpaolo Piccioli arriva dritta al cuore. Certo, le reminiscenze dell’avanguardismo di Demna, lo stilista georgiano che è stato direttore creativo di Balenciaga (e che oggi è in Gucci) dal 2015 al 2025, non mancano. Ma non sono più il fulcro. Le si rintracciano nei grandi occhiali da sole – in stile avatar – indossati dalle modelle, ma la maestria di Pierpaolo Piccioli fa sì che non diventino il punto focale della collezione. A parlare, d’altronde, non devono essere gli accessori, ma la visione d’insieme di un nuovo racconto.
Ora, il nuovo fulcro è la metodologia. Ovvero, il processo di creazione dell’abito che – come fa sapere la maison nella nota stampa – diventa “ideologia, identità, espressione di umanità”. Certo che Balenciaga sia sempre stato tutto questo, Pierpaolo Piccioli ne riporta al presente la missione. Ricalibrando i codici estetici, più che omaggiandoli.
Gonne di piume, miniabiti bianchi sfoggiati con stivali cuissardes in pelle, abiti con dettagli cut-out e fiocchi bombati, completi in chiave smoking con pantaloni a vita bassa, gonne con frange luminosissime e tono su tono: i look della collezione Primavera-Estate ‘26 fluiscono tra color blocking e proposte monocromatiche, alternando occasioni da giorno e occasioni da sera.
Ogni abito torna a essere concepito per un corpo dinamico, esplorando tessuto e forma. Anche l’austerità del rigore sartoriale finisce così per celare un’assenza di peso, sebbene l'aria tra di essi diventi una terza dimensione, che contribuisce in modo essenziale alla sua stessa costruzione.
Tra le proposte per il guardaroba daily, troviamo anche il denim: i bermuda di jeans si indossano con ampie giacche in pelle color cioccolato. I vestiti a fiori, ideali per un cocktail, richiamano l’arte della lavorazione artigianale del tufting. Le bluse sono ampie, complici i volumi delle balze. Le silhouette sono morbide, come quelle accoglienti dei cardigan. Ad accompagnare lo styling delle mises sono infine le calzature, che virano da infradito flatform - dallo spirito tipicamente nipponico - alle décolletées più sofisticate e chic.
Coup de théâtre sono infine le lunghe gonne con strascico: voluminose, sceniche e contraddistinte dalla luminosità della seta. Un chiaro omaggio alla couture del fondatore Cristóbal.
Una dichiarazione d’intenti – e di devozione – al dna della maison che da oggi inizia un nuovo corso.
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