lifestyle
14 maggio 2025

Tumore ovarico, a maggio (ma non solo) l’accento è sulla prevenzione

È il mese della mamma, delle rose, della cura. A maggio l’attenzione è anche per la prevenzione di una malattia tutta femminile, che colpisce più di 6mila donne l’anno

Condividi:

Ci sono le star come Bianca Balti che non solo non ne fa un mistero ma, anzi, usa la sua malattia per dimostrare al mondo che si può vivere anche dopo un tumore subdolo come quello alle ovaie. Dopo una terapia impattante anche sulla più fresca delle bellezze. Oppure come Angelina Jolie, che, nel sospetto di poter un giorno venire colpita, previene chirurgicamente. E poi ci sono le donne comuni. Quelle che il mese di maggio, per eccellenza, festeggia con la fioritura delle rose e con gli auguri di grandi e bambini. Ma anche quelle che sempre più imparano ad amare se stesse, anche attraverso la cura, la prevenzione, l’attenzione al proprio corpo.

balti

Più di 6mila: è il numero delle donne italiane che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore dell’ovaio. Una malattia subdola, di cui non si parla abbastanza, sottostimata, e - purtroppo - ancora letale. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è attorno al 43%, soprattutto perché in molti casi si riconosce in fase già avanzata. I sintomi sono infatti vaghi e aspecifici, come addome gonfio, meteorismo e bisogno frequente di urinare.

Luci nell’ombra

Oggi nel buio si intravede una luce. Negli ultimi anni i tassi di mortalità sono in diminuzione, ci sono nuove ed efficaci strategie di trattamento (dati AIRTUM e AIOM). La malattia, dunque, sta uscendo dall’ombra, anche grazie alla Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico, che ogni anno si celebra in tutto il mondo l’8 maggio. Il mese della mamma, dei fiori che sbocciano, della cura. In quella Giornata, la sede centrale del Ministero della Salute sul Lungotevere Ripa a Roma si è illuminata di azzurro tiffany, colore del tumore ovarico, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Il Ministero ha raccolto l’invito di Loto Odv, associazione no profit nata a Bologna nel 2023 attiva contro questa patologia, rendendo anche omaggio al professor Giovanni Scambia, luminare della ginecologia oncologica recentemente scomparso.

Parole chiave: ricerca, informazione e diagnosi tempestiva

Il Comitato Organizzatore Internazionale (World Ovarian Cancer Coalition) della Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico - di cui Loto Odv fa parte – ha le idee chiare: per combattere il più pericoloso dei tumori femminili servono ricerca, informazione e diagnosi tempestiva.

La World Ovarian Cancer Coalition e le sue 200 organizzazioni partner di tutto il mondo hanno unito le loro voci. Obiettivo: fare in modo che la comunità sanitaria globale riconosca la patologia come priorità sanitaria e poi aumentare la consapevolezza tra la gente. A tal proposito sulle reti Mediaset è andato in onda uno spot con la testimonial Loto Odv, l’attrice Serena Autieri.

autieri

Se non si interviene per cambiare lo status quo, entro il 2050 saranno 12 milioni le donne a cui verrà diagnosticato un cancro ovarico e otto milioni quelle che moriranno a causa di questa malattia.

Anche l’intelligenza artificiale può aiutare

Negli ultimi anni, la combinazione tra innovazioni tecnologiche e nuove strategie terapeutiche offre nuove prospettive di cura. “La chirurgia resta il cardine del trattamento del tumore ovarico, ma sono diverse le innovazioni significative, a partire dalla chirurgia mininvasiva”, spiega Anna Fagotti, direttrice UOC Ginecologia Oncologica Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, ordinario di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica, membro del comitato scientifico di Loto Odv e presidente ESGO (European Society of Gynaecological Oncology). E l’intelligenza artificiale regala strumenti predittivi e diagnostici sempre più raffinati: “Sistemi di IA analizzano per esempio immagini radiologiche e dati clinici per individuare anomalie sospette con sensibilità superiore ai metodi tradizionali”, precisa l’esperta.

Come scegliere il centro da cui farsi seguire

Gran parte delle pazienti sceglie il centro da cui farsi seguire in base alla vicinanza, mentre è fondamentale optare per il luogo più giusto in cui curare questo tipo di tumore. "La malattia andrebbe affrontata solo da medici specialisti in centri di riferimento da gruppi multidisciplinari di patologia composti da ginecologi, oncologi medici, radioterapisti, anatomo-patologi ed esperti di terapie di supporto”, spiega Sandra Balboni, presidente Loto Odv. “Raccomandiamo allora di rivolgersi solo a centri ad alto volume di interventi dove, non a caso, si registrano i tassi di sopravvivenza migliori".

Contenuti consigliati

Copyright ©1999-2025 RTI Business Digital - RTI S.p.A.: p. iva 03976881007 - Sede legale: Largo del Nazareno 8, 00187 Roma. Uffici: Viale Europa 46, 20093 Cologno Monzese (MI) - Cap. Soc. int. vers. € 500.000.007 - Gruppo MFE Media For Europe N.V. - Tutti i diritti riservati. Rispetto ai contenuti e ai dati personali trasmessi e/o riprodotti è vietata ogni utilizzazione funzionale all'addestramento di sistemi di intelligenza artificiale generativa. È altresì fatto divieto espresso di utilizzare mezzi automatizzati di data scraping.