Un’esperienza visiva ed emozionale che racconta come, attraverso stoffe pregiatissime e tagli magistrali, l’abito diventa strumento simbolico e carismatico.
Il filo conduttore di Moda Divina, in mostra a Como fino al 21 settembre, è l’abito come dispositivo narrativo e iconografico, in grado di trasformare la diva in “opera d’arte vivente”.
Non è un caso che il Museo della Seta, l’unica istituzione al mondo a raccontare l’intero ciclo produttivo della seta, ospiti questa mostra: il distretto tessile di Como è un’eccellenza globale nella produzione, stampa e lavorazione di questo raffinatissimo tessuto.
Un viaggio tra abiti di alta sartoria, tessuti, bozzetti, fotografie d’autore di Giovanni Gastel ed Elio Luxardo, dipinti contemporanei e materiali storici provenienti da archivi prestigiosi.
Nel percorso espositivo tematico saranno presenti creazioni come il Tanagra, abito manifesto di Rosa Genoni, una creazione di Emilio Schuberth, il sarto delle Dive, un abito della costumista americana Irene Lentz, figura di spicco della Hollywood degli anni Trenta, un abito di Biki, sarta che trasformò la figura di Maria Callas, fino ad arrivare alla contemporaneità con il completo di Antonio Riva Milano realizzato per Ornella Vanoni al Festival di Sanremo del 2018.
Tesori d’archivio del Museo saranno esposti per la prima volta, tra i quali risalta una selezione di 28 bozzetti originali di Cristobal Balenciaga.
Saranno in mostra anche tessuti e foulard di Gianni Versace e diversi abiti di couture e Prêt-à-porter di maison come Valentino e Yves Saint Laurent.
L’immagine della diva è dunque il risultato perfetto di un’attenta costruzione visiva, dove la moda ha un ruolo essenziale, e dove stilisti e stiliste, sarti e sarte sono protagonisti della creazione della diva in quanto “opera d’arte vivente”.
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