Rientro dalle vacanze: ripensiamo il nostro spazio di lavoro
Come il design di scrivanie, sedie e lampade può rendere il ritorno in ufficio un’occasione di benessere e concentrazione
La tecnologia ci consente di lavorare ovunque. Ma è solo grazie al design se possiamo farlo con comfort, concentrazione e una certa dose di piacere. Scrivanie, lampade, sedute e arredi ben scelti non sono semplici complementi: sono strumenti che migliorano la qualità del nostro tempo, dentro e fuori dall’orario di lavoro.

Negli ultimi anni il modo di lavorare è cambiato profondamente. Flessibilità, autonomia e nuove modalità operative ci spingono a ripensare gli spazi, anche quelli domestici. Lo smart working, per molti, è diventato una nuova normalità. E con essa è cresciuta l’esigenza di ambienti più accoglienti, funzionali e su misura. Comfort, estetica e qualità non sono più appannaggio esclusivo della casa. Anche l’ufficio – inteso come spazio ibrido e personale – reclama soluzioni attente. Design e arredo tecnico, un tempo considerati mondi distanti, oggi si fondono in progetti che mettono al centro il benessere quotidiano. Perché lavorare bene, in fondo, significa vivere meglio.
La scrivania: il cuore del nostro spazio di lavoro
La scrivania non è più solo un piano su cui appoggiare computer o documenti. Oggi è il fulcro dell’ambiente lavorativo, il luogo dove produttività, creatività e benessere si incontrano. Scegliere quella giusta significa guardare oltre dimensioni e funzionalità, pensando a ergonomia, materiali e stile. Deve adattarsi alle nostre abitudini, accompagnarci nelle ore di concentrazione e trasformarsi quando serve, diventando spazio di relax o di condivisione. In un mondo in cui il confine tra casa e ufficio si fa sempre più sottile, la scrivania è la chiave per creare un ambiente armonioso, capace di sostenere la nostra routine con eleganza e praticità.

Sul mercato ce ne sono per tutti i gusti: dalle iconiche creazioni dei grandi del design, come lo Scrittarello disegnato da Achille Castiglioni nel 1996 per De Padova, la Cavour di Carlo Mollino del 1949 edita da Zanotta.

Senza dimenticare la Vitra Home Desk, classico degli anni ’50 firmato George Nelson per Vitra, pezzi indimenticabili che hanno fatto la storia del design.

La sedia: il pilastro del comfort e della produttività
La sedia è molto più di un semplice oggetto su cui sedersi: sostiene il corpo e favorisce la concentrazione durante le ore di lavoro. Ergonomia, comfort e design si uniscono per migliorare il nostro benessere quotidiano. In ogni ambiente, dalla casa all’ufficio, scegliere la sedia giusta è fondamentale per mantenere una postura corretta e sentirsi a proprio agio. Le ruote, in questo caso, non sono un optional.

About a Chair di Hee Welling per Hay è universale, senza tempo e confortevole. Versatile, si adatta a ogni spazio con un design semplice ed elegante, ideale sia in salotto che alla scrivania. La base in alluminio e le forme ergonomiche assicurano un comfort ottimale.
La collezione Smart Wood di Kartell, creata con Philippe Starck, unisce la poesia del legno alla tecnologia, lavorandolo come un materiale composito per creare una scocca sagomata dal design raffinato e contemporaneo. Elegante e confortevole, è la nuova sfida del brand, che inserisce per la prima volta il legno nel suo catalogo.
Contenitori: funzionalità che arreda
Quando si parla di organizzazione dello spazio, i contenitori giocano un ruolo fondamentale. Discreti ma indispensabili, definiscono l’ordine e il ritmo del lavoro quotidiano.

Come Boby, l’iconico carrello su ruote progettato da Joe Colombo nel 1970 e oggi prodotto da B-Line: un classico senza tempo, disponibile in vari modelli e colori, con cassetti, scomparti e ripiani che si adattano a ogni esigenza, dall’ufficio alla casa.

Anche la linea Haller di USM interpreta il contenimento con uno sguardo che unisce estetica, durata e flessibilità. Arredi pensati per evolvere nel tempo, grazie alla possibilità di essere combinati, riconfigurati e ampliati secondo necessità. La cassettiera Haller è proposta in due configurazioni: una compatta, con tre cassetti, ideale sotto la scrivania, e una più profonda, con due cassetti, perfetta da affiancare al piano di lavoro. Soluzioni trasversali, adatte a uffici direzionali, operativi, home office, sale riunioni e reception. Per chi cerca anche sicurezza e innovazione, la cassettiera può essere dotata di Serratura C, attivabile con chiave magnetica o smartphone, grazie alla tecnologia combinata RFID e Bluetooth e a un’app intuitiva che semplifica la gestione.
Lampade: l'equilibrio perfetto tra luce e forma
L’illuminazione da scrivania non è solo una questione funzionale, ma anche un modo per dare carattere allo spazio di lavoro. Le lampade diventano veri e propri oggetti di design, capaci di unire estetica, ergonomia e qualità della luce.

Icona assoluta, la Tolomeo Mini di Artemide, firmata da Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina, è un classico senza tempo. Con la sua struttura a bracci mobili in alluminio lucidato, diffusore orientabile e base solida, offre massima versatilità in ogni ambiente: studio, ufficio o angolo lettura. Un equilibrio perfetto tra eleganza tecnica e semplicità formale.

Essenziale e sofisticata, la AJ di Arne Jacobsen racconta una storia di modernismo nordico. Progettata nel 1957 per il SAS Royal Hotel di Copenaghen, questa lampada da tavolo è diventata simbolo del design scandinavo. Le sue geometrie nette, tra angoli obliqui e linee rette, richiamano le architetture dell’hotel e le poltrone disegnate dallo stesso Jacobsen. Oggi è disponibile anche nella versione in acciaio inossidabile, che riflette l’ambiente circostante e valorizza la sua silhouette minimalista. L’interno del paralume è bianco, per una luce morbida e confortevole, perfetta per lavorare con stile.

Più che una lampada, un archetipo: la Naska di FontanaArte, nata nel 1933, è il modello che ha definito l’estetica della lampada da scrivania. Braccio orientabile, struttura funzionale, forma riconoscibile. Un oggetto che continua a parlare di modernità a quasi un secolo dalla sua nascita.
Librerie: quando l’ordine diventa architettura
Non più solo semplici scaffali, le librerie oggi sono vere e proprie architetture domestiche. Strutture leggere o totemici volumi, capaci di contenere, organizzare e allo stesso tempo arredare con carattere e poesia.

Disegnata da Vico Magistretti nel 1977, la Nuvola Rossa di Cassina è una libreria iconica, che unisce funzionalità e rigore formale in un gesto semplice ma sorprendente. Realizzata interamente in legno, si ripiega come una chaise longue, dando vita a una struttura grafica simile a un totem, in cui ogni elemento ha una funzione precisa. Un classico del design italiano, essenziale e senza tempo.

Pensata per chi ama soluzioni compatte e ingegnose, Ptolomeo X4 di Opinion Ciatti, disegnata da Bruno Rainaldi, è una libreria verticale autoportante, girevole a 360°, capace di contenere fino a 245 libri. Quattro lati, una struttura snella in acciaio laccato che scompare via via che i volumi si accumulano, lasciando solo i libri a emergere, come se fluttuassero. Un oggetto scultoreo, perfetto anche al centro della stanza, che unisce funzionalità e sorpresa visiva.

Gioca con l’equilibrio e con l’illusione ottica la Drop di Nendo per Cappellini, progettata nel 2012. Una colonna in lamiera sormontata da un cubo inclinato, come in procinto di cadere, sfida le regole della gravità e dell’ordine tradizionale. I ripiani si aprono a diverse possibilità: libri impilati, appoggiati, lasciati aperti. Leggerezza, ironia e rigore formale si incontrano in un pezzo capace di arredare e raccontare una storia, da qualsiasi punto lo si guardi.
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