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09 aprile 2025

Fuori Salone, Alcova e la metamorfosi del design

Alla Design Week 2025 a Varedo il potere magnetico delle Serre di Pasino, costruzioni in metallo e vetro fortemente segnate dal tempo

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Nella seconda tappa a Varedo della Design Week 2025, Alcova si insinua tra le fenditure del tempo e della materia. C’è un filo invisibile che lega tutte le presenze: è fatto di biopolimeri e radici, di gesti antichi e superfici in divenire. È un design che respira, si consuma, si trasforma. Che rinuncia alla forma fissa per abbracciare il ciclo vitale, l’organico, l’effimero.

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Le serre di Pasino a Varedo (foto Piergiorgio Sorgetti)
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Le serre di Pasino a Varedo (foto Piergiorgio Sorgetti)

Alle Serre di Pasino – costruzioni in metallo e vetro segnate dal tempo, un tempo dedicate alla coltivazione delle orchidee bianche – tutto parla di metamorfosi. La natura ha preso possesso dello spazio, si arrampica sulle strutture, s’insinua nelle crepe, trasforma l’architettura in un organismo ibrido. Ed è qui che prende forma l’opera di Marcin Rusak, Ghost Orchid, una scultura in biopolimero PLA che si decompone per nutrire il suolo.

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L’installazione Ghost Orchid di Marcin Rusak. (foto Piergiorgio Sorgetti)

Un fiore fantasma che non fiorisce per essere ammirato, ma per sparire, lentamente, e diventare nutrimento. È l’inizio di un percorso che si muove tra fragilità e resistenza, memoria geologica e alchimia vegetale. Oltre, si incontrano le sperimentazioni di Greek Marble.x Object of Common Interest: con Soft Horizons, il marmo greco smette di essere monumento e si fa materia sensibile, che fluttua nell’acqua e risponde al movimento del corpo. Totem sospesi, circondati dal verde, si lasciano attraversare dal tempo e dalla luce, mentre un disco radiante evoca paesaggi lontani e stagioni interiori.

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Greek Marble.x Object of Common Interest. (foto Piergiorgio Sorgetti)

Più avanti, la terra prende la parola: Terraformæ, nato dalla storica Fornace Sant’Anselmo, presenta una trilogia in terracotta – Crudamura, Eroded, Weave – dove il gesto manuale torna a incidere il ritmo, a tracciare solchi, a scolpire la materia con lentezza. È una terra lavorata, attraversata, vissuta.

Chiude il percorso un’installazione che si fa respiro: Avau Parfum, con DWA Design Studio, costruisce un’architettura olfattiva che si attiva con il corpo e invita alla sospensione. Profumo, luce morbida, superfici leggere: un rito silenzioso che restituisce alla fragranza la sua natura effimera, quasi sacra.

Tra radici e biopolimeri, pietre sospese e profumi che svaniscono, Alcova riscrive il senso stesso del progetto: non più forma imposta, ma ascolto. Non oggetto, ma organismo.

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Le serre di Pasino a Varedo (foto Piergiorgio Sorgetti)

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