Design Week 2025: armonie invisibili tra memoria e visione
Alle 5VIE, un viaggio sensoriale tra arte, design e trasformazione nel cuore di Milano
Il design d’autore, il collectible, l’alto artigianato e le contaminazioni tra arte e progetto: la Design Week 2025 è anche (e soprattutto) questo. Per coglierne l’essenza più autentica, però, bisogna spingersi nel cuore del centro storico di Milano, tra corso Magenta, Sant’Ambrogio e le Colonne di San Lorenzo, nel distretto conosciuto come 5VIE.
Giunta alla sua dodicesima edizione, 5VIE è più di una rassegna: è un progetto culturale che ogni anno porta al centro del dibattito un tema in grado di interrogare profondamente il ruolo del design. Quest’anno, il titolo è Armonie Invisibili: perché se il bello viene spesso ridotto a estetica o consumo, qui si esplora il design come linguaggio della risonanza, un’eco di equilibri nascosti che plasmano il nostro modo di abitare il mondo.
Al Fuorisalone 2025, 5VIE si presenta con un'importante novità. Accanto agli spazi storici di Palazzo Correnti (via Cesare Correnti 14) e SIAM (via Santa Marta 18), si aggiunge un nuovo, affascinante luogo espositivo: Le Cavallerizze di via Olona 4, all’interno del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. Ed è proprio qui, accanto al sottomarino Enrico Toti, tra l’edificio Monumentale e il Padiglione Aeronavale, che noi siamo entrati per scoprire quale forma abbia assunto quest'anno il nuovo racconto.
Non sempre aperte al pubblico Le Cavallerizze - nate nell’Ottocento quando l’ex monastero degli Olivetani (poi trasformato in museo della Scienza e della Tecnologia) fu trasformato in caserma - oggi sono il risultato di un importante intervento di recupero e riqualificazione. Mattoni a vista, ampie vetrate e volumi generosi fanno di questo spazio un crocevia ideale tra memoria e visione, storia e progetto un posto perfetto per ospitare la creatività.
Ma prima di entrare, giusto all’ingresso c’è un pezzo di Parigi: Zeus, l’imponente cavallo che ha solcato la Senna durante l’apertura dei Giochi Olimpici 2024. Realizzata da Atelier blam e promossa da Sanofi, l’opera è ispirata agli studi sul movimento di Eadweard Muybridge. Alta 1,80 metri, fonde scultura e ingegneria in un gesto sospeso nel tempo, simbolo di innovazione, dinamismo e visione.
Un augurio di quanto poi abbiamo trovato all’interno. A farci da Cicerone Ernesta Del Cogliano, che con Emanuele Tessarolo è l’anima e la mente dell’organizzazione che quest’anno propone circa 70 eventi di studi, aziende e designer indipendenti. A cominciare da una serie di mostre firmate 5VIE. L’ingresso è subito arioso, grandi vetrate laterali delimitano il percorso mentre le sale laterali sono collegate da una serie di installazioni diverse che segnano il cammino fino al fondo dove quest’anno è stato allestito il Bar Altavista di Anotherview.
Non più solo una trattoria immaginaria, ma un luogo vivo, dove il design diventa esperienza e la convivialità si fa installazione. Un vero bar (cene serali su prenotazione) con tanto di spritz d'autore, tavoli, bancone e biliardi tra arredi e dettagli sospesi tra memoria e visione. Un angolo ludico – una delle tendenze più rilevanti di questo Salone - accanto ad altri luoghi che non saziano il palato ma gli occhi e la mente.
Tra le installazioni da non perdere, Abject: Inhabit the Poché del giovane talento americano Misha Kahn, celebre per il suo stile che mescola artigianato, tecnologia e improvvisazione materica. Non proprio una tendenza ma una visione in dialogo tra design, spazio e danza.

Poco più in là incontriamo Sara Ricciardi, ospite fissa del distretto che quest’anno raddoppia con un'installazione sotto le capriate delle Cavallerizze, ma che coinvolgerà il suo pubblico (lei è da sempre una delle più instagrammate durante la design week) anche in Via Cesare Correnti 14 dal titolo Girotondo. Ma qui siamo alle prese con qualcosa di diverso: un bozzolo di seta con una palette con accenti dorati che sfida la moda grazie agli antichi ricami dell'Antica Fabbrica Passamanerie Massia Vittorio 1843.
The Chrysalis Knows The River’s Song una clessidra sonora in cui le persone sono invitate ad entrare. Quello che si scopre avanzando per le sale è l’amore per il fatto a mano e per il gesto artistico quasi grezzo, una tendenza molto forte che anima le ceramiche di Metamorphism, di Julie & Jesse, il marmo scolpito adornato da punte d’acciaio e camelie in organza di seta di Decadenza Divina firmata da Richard Yasmine, le sculture ispirate alle alghe del Mediterraneo di ELIURPI.


Ma raccontare tutto è impossibile, non vi resta che continuare il cammino verso via Cesare Correnti e oltre fino a quell’incrocio magico composto da cinque vie, quel fulcro che nasce dalla confluenza di Via di Santa Marta, Via del Bollo, Via Bocchetto, Via Santa Maria Fulcorina e Via Santa Maria Podone, crocevia dinamico di scambi commerciali già in età romana e medievale.
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