Bruno Mars non è mai stato un semplice performer. Ogni sua entrata sul palco somiglia a una passerella, ogni abito diventa un’estensione della sua voce. La sua carriera, scandita da successi globali e performance memorabili, è inseparabile dalla sua immagine: i completi scintillanti che illuminano le arene, i cappelli rétro che evocano altri decenni, le catene e gli accessori che definiscono un personaggio sempre a metà fra passato e presente.
Nel giorno del suo compleanno, sfogliando le fotografie che lo ritraggono nei momenti più iconici, si ha la percezione che Bruno Mars abbia costruito un linguaggio unico, in cui moda e musica non vivono su piani paralleli ma si intrecciano, raccontando la stessa storia con registri diversi.
Bruno Mars è nato l’8 ottobre 1985 a Honolulu, Hawaii, con il nome di Peter Gene Hernandez. Cresciuto in una famiglia di musicisti e ballerini, è stato circondato dalla musica fin da bambino: il padre suonava per il pubblico dell’isola, la madre era ballerina di hula. Questo ambiente lo ha plasmato e lo ha portato, giovanissimo, a imitare Elvis Presley e Michael Jackson, affinando un talento naturale per il canto e il palcoscenico.
Trasferitosi a Los Angeles per inseguire il sogno musicale, ha trovato la chiave del successo non solo come cantante, ma anche come autore e produttore per altri artisti. Dai primi successi solisti come Just the Way You Are e Grenade, che lo hanno reso un nome familiare in tutto il mondo, fino alle hit planetarie come Uptown Funk, Locked Out of Heaven e 24K Magic, Bruno ha costruito un repertorio che unisce pop, r&b, funk e soul. Oggi, a quarant’anni, i numeri raccontano da soli la sua grandezza: oltre 130 milioni di dischi venduti, un Super Bowl da protagonista, decine di Grammy Awards e una carriera che sembra ancora in piena espansione.
Fra le immagini più riconoscibili che hanno definito il suo percorso c’è quella in cui indossa una camicia dorata di Versace, un pattern barocco che, indossato da lui, smette di essere omaggio al passato e diventa dichiarazione di identità. L’oro, per Bruno Mars, non è solo colore ma cifra stilistica, modo di trasformare la luce in melodia.
Lo stesso si può dire di un altro momento iconico: la sua apparizione al Victoria’s Secret Fashion Show del 2016, in tuxedo nero arricchito da un soprabito di pelliccia. Lì non c’è solo l’eleganza del performer, ma la consapevolezza dello showman che governa la scena anche attraverso i tessuti, che conosce la forza drammatica di un capo quando incontra la musica. Questi scatti raccontano la sua teatralità, una qualità che gli consente di trasformare ogni concerto in spettacolo visivo, ogni apparizione in una dichiarazione di stile.
Con il progetto Silk Sonic, insieme ad Anderson .Paak, Bruno Mars ha compiuto un tuffo estetico e musicale nei ’70, ma non si è mai limitato a imitarne la forma. Completi a scacchi, velluto colorato, fedora e occhiali oversize sono diventati la cornice perfetta di un sound che rileggeva funk e soul con un occhio al presente.
Nelle immagini che lo ritraggono in quegli outfit si legge chiaramente la sua filosofia: non copiare, ma reinventare. Indossare il passato per portarlo altrove, con l’ironia, l’energia e la freschezza che caratterizzano il suo modo di stare in scena. Così il decennio delle discoteche e dei club fumosi non è più solo un archivio da consultare, ma materia viva che si rinnova nel corpo e nei gesti di un artista contemporaneo.
Un altro aspetto che emerge osservando le sue immagini è la sua capacità di governare il colore e il dettaglio. Bruno Mars non teme le tinte forti – rosso bordeaux, verde smeraldo, oro brillante – né i tessuti audaci, dalle sete stampate al velluto lucido. Ma in ogni scelta cromatica e materica c’è equilibrio: mai esagerazione fine a sé stessa, mai caricatura.
Un completo bordeaux indossato a una cerimonia ufficiale, arricchito solo da una catena dorata, diventa così la prova di una raffinatezza che non rinuncia al segno ma sa controllarne l’effetto. Allo stesso modo, gli accessori che sceglie – anelli vistosi, orologi, occhiali rétro, cappelli fedora – non sono mai semplici decorazioni ma tasselli di un codice visivo che amplifica la sua identità. È nei dettagli che Bruno Mars conferma di essere più di un cantante: è un narratore che usa la moda come grammatica alternativa.
Eppure, dietro ogni immagine resta la sostanza della musica. Bruno Mars è uno degli artisti più venduti al mondo, con oltre 130 milioni di dischi, decine di premi, show da record come il Super Bowl Halftime Show del 2014 e singoli che hanno segnato un’epoca, da Locked Out of Heaven a Uptown Funk, da Just the Way You Are a 24K Magic.
I suoi album hanno raccontato il pop globale con un linguaggio che intreccia r&b, funk, soul, reggae e hip hop, diventando colonne sonore universali. E proprio come la sua musica, anche il suo stile si muove fra generi e decadi diverse, trovando sempre un equilibrio originale. Guardare le sue immagini significa quasi ascoltare le sue canzoni: la stessa energia, lo stesso ritmo, la stessa voglia di stupire senza mai perdere credibilità.
A quarant’anni Bruno Mars resta un unicum: un artista che ha ridefinito l’entertainment globale fondendo moda e musica in un unico linguaggio. Ha dimostrato che un colore può avere il potere di un ritornello, che un cappello può diventare iconico quanto una melodia, che un completo ben scelto può trasmettere la stessa emozione di un assolo vocal, sempre con il suo connotato ritmo, dentro e fuori dal palco.
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