Nella città che trasforma ogni storia in un racconto collettivo, Rama Duwaji è già protagonista di una favola. Urbana, appassionante, contemporanea, semplicemente bella, come lei. La sua figura - viso luminoso, sguardo intenso e caschetto corto messy - è diventata una delle immagini più condivise della nuova stagione politica americana perché con il marito Zohran Mamdani, primo sindaco di New York di origini ugandesi e indiane, ha riscritto le regole del potere e dell’immagine pubblica: niente auto blu, niente tappeti rossi.
Il giorno del sì, per raggiungere il municipio e celebrare il matrimonio civile, sono saliti sulla metro da Astoria, margherite in mano, confondendosi tra i pendolari. La scena dei due è già entrata nell’immaginario contemporaneo: un gesto quotidiano che ha sostituito la retorica della fiaba con la sincerità della realtà. Niente cortei o set fotografici, solo due giovani che si tengono per mano, nel cuore della città che ora governano.
Duwaji, illustratrice, animatrice e ceramista, rappresenta una nuova idea di first lady: una donna che vive la politica come spazio culturale e la moda come linguaggio di coerenza. Il suo stile, raffinato, sobrio, intellettuale, è diventato in poche settimane un riferimento per la stampa internazionale.
Il caschetto corto è il suo segno distintivo: linea netta, riga centrale, finitura lucida, è un taglio che unisce rigore e personalità. Rama Duwaji non veste per apparire, ma per raccontarsi. I suoi abiti - in colori neutri come bianco, sabbia, blu notte o nero - sono un equilibrio tra minimalismo e intensità. Rama predilige completi sartoriali, camicie fluide, tessuti naturali come lino e seta. Le sue scelte ricordano il linguaggio di The Row, Gabriela Hearst e Proenza Schouler, ma reinterpretato con l’occhio dell’artista: un accessorio vintage, un orecchino d’autore, una texture grezza.
È il quiet luxury portato nel quotidiano e anche il make-up è quasi invisibile: pelle luminosa, labbra nude, sopracciglia naturali. Un’estetica che parla di vita vissuta e concretezza, non di apparenza. Duwaji è, a tutti gli effetti, l’anti-Melania: dove la first lady americana rappresenta il lusso distante e levigato, Rama incarna la grazia imperfetta e reale, il fascino della misura, della semplicità.
E in Rama Duwaji, moda e identità coincidono e ogni apparizione accanto al marito - che sia sfoggiando un abito color crema, una giacca over, un paio di occhiali scuri da artista - diventa un messaggio. Il risultato è una estetica gentile del potere, che sostituisce l’autorità con la coerenza. Un po' come faceva Lady Diana, di cui ricorda la forza empatica, Rama Duwaji è una first lady ibrida, che unisce Brooklyn e Damasco, arte e politica, modernità e radici.
Nata negli Stati Uniti da genitori siriani, cresciuta tra Houston, Dubai e New York, Rama Duwaji vive oggi a Brooklyn, dove ha fondato il suo studio. È un’artista completa: illustratrice, ceramista e animatrice, con un Master of Fine Arts in Illustrazione presso la School of Visual Arts di New York. Nei suoi lavori esplora i temi di identità, appartenenza e memoria, raccontando la diaspora e il corpo femminile come luoghi di resistenza e trasformazione. La sua estetica, raffinata e intima, si riflette nel modo in cui vive il proprio ruolo pubblico: con discrezione, profondità e una visione culturale che trascende la moda.
Il marito Zohran Mamdani, nel rispondere agli attacchi politici che hanno colpito la coppia in vista delle elezioni newyorkesi, ha scritto sui social un messaggio diventato virale: “Se guardate Twitter oggi, sapete quanto la politica può essere feroce. Di solito ignoro gli insulti o le minacce, ma è diverso quando tocca chi ami. Tre mesi fa ho sposato l’amore della mia vita, Rama, al City Clerk’s Office. Ora certi troll cercano di trasformare questa corsa - che dovrebbe riguardare voi - in qualcosa che riguarda lei. Rama non è solo mia moglie: è un’artista straordinaria, che merita di essere conosciuta per ciò che crea. Potete criticare me, ma non la mia famiglia.”
Una dichiarazione che ha rafforzato la percezione pubblica di una coppia autentica, capace di portare nella sfera politica un linguaggio nuovo, umano e culturale.
Nella storia di Rama e Zohran c’è anche un’altra figura chiave: Mira Nair, madre del sindaco e regista di fama mondiale. Donna di immenso carisma, Nair ha cresciuto il figlio da sola, coniugando arte e impegno civile. Il suo cinema - da Monsoon Wedding a Queen of Katwe - ha sempre raccontato identità, diaspora e forza femminile. In Rama Duwaji si riconosce la continuità di quella visione: stessa grazia silenziosa, stessa capacità di trasformare la bellezza in gesto politico. Due generazioni che parlano un linguaggio comune: quello della libertà creativa come forma di resistenza.
In definitiva, Rama Duwaji è la prova che la semplicità può essere rivoluzionaria. In un’epoca di eccessi, sceglie la misura. In un tempo di spettacolo, preferisce la sostanza. Il suo caschetto, la sua postura, la sua calma sono diventati un manifesto di femminilità consapevole: gentile, colta, metropolitana, profondamente contemporanea. New York non ha solo una nuova first lady. Ha trovato il suo nuovo volto, che non arriva in carrozza ma in metro, e che, auspicabilmente, con grazia e freschezza, a riscrivere le regole del potere.