Il MA*GA di Gallarate accende i riflettori su uno dei più grandi maestri dell’arte del Novecento con una mostra che promette di essere tra gli appuntamenti culturali più significativi dell’inverno: “Kandinsky e l’Italia”, un progetto ambizioso che intreccia storia, ricerca e collaborazioni museali di altissimo livello.
La mostra mette in luce la centralità del pensiero di Wassily Kandinsky in relazione alla nascita dell’arte astratta e alla sua evoluzione europea e, in particolare, alla grande stagione dell’astrattismo italiano.
Realizzata insieme alla Fondazione Musei Civici di Venezia, e curata da Elisabetta Barisoni ed Emma Zanella, la rassegna aperta dal 30 novembre al 12 aprile 2026, si inserisce nel calendario dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina, raccontando non soltanto l’opera di Wassily Kandinsky, ma anche l’eco profonda che la sua rivoluzione astratta ha avuto nella cultura visiva italiana ed europea.
La mostra raccoglie 130 opere provenienti da Ca’ Pesaro, dal MA*GA e da collezioni pubbliche e private: un percorso ricco, dinamico, capace di restituire la complessità del pensiero kandinskiano.
La prima sezione è un’immersione nella temperie culturale internazionale degli anni Venti e Trenta: un mondo in fermento, in cui Kandinsky dialogava con protagonisti come Klee, Arp, Miró, Calder, Tàpies.
È il momento in cui l’astrazione si impone come nuovo orizzonte, tra rigore e poesia.
La seconda parte ripercorre il rapporto talvolta controverso tra Kandinsky e l’Italia, partendo dalla celebre personale alla Galleria del Milione nel 1934, evento-simbolo per gli artisti che cercavano di emanciparsi dagli schemi figurativi.
È qui che si intrecciano le traiettorie di Fontana, Licini, Melotti, Rho, Prampolini, Soldati, Veronesi: un capitolo fondamentale nella storia dell’astrattismo, che trovò nella lezione del maestro russo un codice capace di parlare di modernità, energia e purezza formale.
La terza sezione guarda agli anni Quaranta e Cinquanta: un’Italia desiderosa di ricominciare, ricca di esperimenti, movimenti e nuovi equilibri culturali.
Mostre come Arte astratta e concreta (Milano, 1947) e Arte astratta in Italia (Roma, 1948) segnarono un cambio di passo, mentre gruppi come Forma, MAC, Origine traghettavano l’astrazione verso una sensibilità nuova, più aperta alla sperimentazione e al dialogo internazionale.
Accanto a Kandinsky compaiono nomi cruciali come Carla Accardi, Capogrossi, Dorazio, Matta, Perilli, Sanfilippo, Vedova: artisti che, pur diversi tra loro, condividono l’idea dell’arte come energia, materia in movimento e spazio visivo in continua trasformazione.
“Kandinsky e l’Italia” è un appuntamento imperdibile per chi ama l’arte ma anche per chi vuole capire da dove arrivano quelle forme, quei colori e quelle geometrie che oggi ritroviamo ovunque.
Leggi anche:
Vacanze di Natale: dove andare e come affrontare il viaggio con stile
Natale 2025: le vetrine, gli eventi e le luminarie più spettacolari della moda