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lifestyle11 dicembre 2025

Punch mon amour: il grande ritorno del drink iconico

Il punch torna protagonista con il suo fascino d’altri tempi: un rito conviviale che diventa esperienza, tra cinema, mixology e nuove Punch Room da scoprire
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Il bancone della Punch Room del The Rome Edition - Credits: Courtesy Press OfficeIl bancone della Punch Room del The Rome Edition - Credits: Courtesy Press Office

Sta tornando il drink più scenografico e sorprendente di sempre: il punch. Prima lo hanno riscoperto i bartender più visionari, poi i boutique hotel, e ora, un po’ come successo per i drink affumicati, è diventato un piccolo culto contemporaneo. Non un semplice cocktail, ma un rituale che seduce già all’arrivo in tavola. Un bowl elegante al centro, profumi di agrumi e spezie che si alzano nell’aria, il mestolo che gira lento mentre i calici si riempiono uno dopo l’altro.

«Con i suoi profumi speziati e conviviali, il punch diventa il protagonista ideale per riunire amici e famiglia nelle fredde serate d’inverno», racconta Giuseppe Mancini, voce autorevole di settore, co-owner di VETZ Aperitivo Superiore e consulente per aziende internazionali come Coca-Cola, Pernod Ricard e Fine Spirits.

C’è qualcosa di magnetico nel suo fascino d’altri tempi: note di tè, rum, infusi aromatici che evocano rotte lontane e serate illuminate da luci soffuse, ma al tempo stesso rispondono a un desiderio molto moderno. Quello di vivere esperienze da condividere, intime, che trasformano un drink in una storia da raccontare. «Il punch, con la sua miscela calda di rum, agrumi, cannella e chiodi di garofano, sprigiona aromi avvolgenti che creano un’atmosfera intima nei mesi invernali», aggiunge Mancini.

Le origini del punch: un viaggio tra spezie, oceani e cinema

Le origini del punch affondano nel Seicento, sulle rotte tra India ed Europa, quando una miscela di cinque elementi - alcol, agrumi, zucchero, spezie e tè, da cui il nome hindi “panch”- divenne il simbolo della convivialità domestica, servita in grandi bowl attorno alle quali si chiacchierava per ore. Un fascino antico che il cinema ha spesso celebrato: dalle feste di quartiere delle commedie Anni ’50 ai campus americani, fino alle scene più ironiche dei western classici, con il cowboy impassibile che sorseggia punch indossando un velo da sposa, un’immagine iconica e surreale che racconta perfettamente lo spirito conviviale (e un po’ teatrale) di questa bevanda.

Il punch tradizionale di The Rome Edition - Credits: Courtesy Press OfficeIl punch tradizionale di The Rome Edition - Credits: Courtesy Press Office

La Punch Room di Roma

Questa tendenza ritrova la sua massima espressione a Roma, nella Punch Room dell’Edition Hotel, uno spazio che reinterpreta il concetto di cocktail bar in chiave speakeasy contemporanea. Qui il punch diventa un rituale da vivere sui divani in velluto amaranto, tra ricette ispirate all’eredità dell’Impero Romano. Riccardo Di Dio Masa, Bar Manager della Punch Room spiega: «Il potenziale di questa stanza dedicata è molto alto poiché è un concept che cattura l'attenzione degli ospiti: oggi le tecniche di miscelazione innovativa si incontrano con le vecchie tecniche, dando vita a nuove tendenze di punch cocktail».

La forza di una tradizione che torna per far sentire la sua voce: una fusione di tradizioni e tecniche moderne che si traduce in un’esperienza immersiva, pensata attorno alla condivisione e al racconto. «Il concept di Punch Room sta tornando perché i vecchi cocktail, i punch, stanno vivendo un’evoluzione in termini di tendenza – racconta - Il rituale della condivisione è sempre più diffuso, e questo drink lo incarna perfettamente». Bowl d’autore, ricette studiate come racconti liquidi, atmosfera ovattata e un servizio che accompagna l’esperienza dall’inizio alla fine. Oggi il punch piace perché unisce scenografia e lentezza, non è nostalgia: è contemporaneità pura.

La Punch Room del The Rome Edition - Credits: Courtesy Press Office La Punch Room del The Rome Edition - Credits: Courtesy Press Office

L’Ultimo… punch

Ed è proprio in questo spirito che arriva la reinterpretazione firmata Fabio Maroni, titolare e bartender, insieme a Martina Azzalin, di Ultimo. Per l’inverno, Maroni ha ideato un punch caldo che diventa una vera coccola stagionale: «Proporremo un rum, sidro di mele, cannella, mela fresca e zenzero. Servito caldo, ovviamente, perché vogliamo proporre un drink invernale. Abbiamo pensato di unire gusti stagionali come la mela a quelli natalizi come la cannella e lo zenzero, che protegge dalle intemperie e dai malanni stagionali».

Il bartender racconta anche cosa, secondo lui, ha reso il punch immortale negli anni: «Sicuramente l’accostare la potenza e il gusto di rum poco commerciali, come i giamaicani, dai profumi di distillazione molto forti e caratteristici, a spezie altrettanto potenti: cannella, anice stellato, zenzero, ha creato bevande che si sono ricordate nel tempo, perché vengono precedute dalla loro anima di profumo prima del gusto. E senza dubbio il calore di questo drink esalta ancora di più questi aromi».

Il punch di Ultimo Bar - Credits: Courtesy Press Office Il punch di Ultimo Bar - Credits: Courtesy Press Office

Non manca poi una riflessione sul passato recente di questo cocktail, segnato anche da eccessi e semplificazioni: «Purtroppo è stato abusato, come tanti prodotti, negli anni di commercio: tutti ricordano il punch caldo nella bottiglia, appoggiato sopra le macchine del caffè nelle caffetterie. Per fortuna la miscelazione moderna ha recuperato ricette del passato, riadattandole e riproponendole in chiave contemporanea».

Il punch, un drink che guarda al passato per parlare al presente: conviviale, elegante, narrativo. Un cocktail che non torna per moda, ma perché risponde a un desiderio di autenticità e socialità che sta definendo la nuova mixology. E sembra pronto a restare, calice dopo calice.

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