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lifestyle10 dicembre 2025

Il bianco, la donna, il tempo: Torino si tinge di bianco

Fino al 2 febbraio 2026, a Palazzo Madama va in scena una mostra dedicata al bianco e al suo legame con l’universo femminile. Bianco al Femminile esplora sei secoli di capolavori tra ricami, merletti e abiti iconici
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Bianco al Femminile, Palazzo Madama, TorinoBianco al Femminile, Palazzo Madama, Torino

È la tinta originaria della seta e del lino, la più pura e la più carica di significati, quella che per secoli ha accompagnato la storia, l’immaginario e il lavoro delle donne. Il bianco a Palazzo Madama, a Torino, il riallestimento della Sala Tessuti diventa occasione per esplorare questo legame profondo e millenario, attraverso un’esposizione che riunisce cinquanta manufatti delle collezioni museali, sei restaurati per l’occasione e quattordici mai esposti prima.

Curata da Paola Ruffino, la mostra costruisce un viaggio emozionale e documentario nella storia del bianco, dalle trame del Medioevo al candore dell’abito da sposa novecentesco. È una narrazione che parla di femminilità perché le donne, nei secoli, sono state esecutrici e custodi di queste opere d’arte quotidiana.

Bianco al Femminile, Palazzo Madama, TorinoBianco al Femminile, Palazzo Madama, Torino

Dal Medioevo alla modernità: un racconto attraverso i fili

Il percorso parte dai ricami medievali in lino, tipici dei monasteri femminili dell’area tedesca e del Lago di Costanza. Lì, su tele semplici, il disegno nasceva da punti essenziali ma raffinati, conclusi da un sottile profilo in seta colorata. Una tecnica povera nei materiali ma ricchissima nella creatività, che presto si diffuse anche nelle case, sulle tovaglie e sui cuscini.

L’Italia conserva una tradizione propria, mediterranea, che emerge nei teli in tela rensa decorati da motivi bianchi: uccelli, castelli, alberi della vita.

Sono trame leggere, antiche, due gli esemplari in mostra, forse siciliani o sardi che raccontano un immaginario sopravvissuto nei secoli.

Bianco al Femminile, Palazzo Madama, TorinoBianco al Femminile, Palazzo Madama, Torino

Il trionfo del merletto e l’eleganza del Settecento

Tra XVI e XVII secolo il bianco trova la sua forma più preziosa: il merletto. L’abilità delle merlettaie veneziane e fiamminghe dà vita a bordi, colletti e accessori di una raffinatezza assoluta, prodotti prima tra le mura domestiche e poi in vere manifatture europee. È un’arte femminile, complessa, che nel Settecento accompagna la rivoluzione dell’abito.

Il momento clou arriva infatti a fine XVIII secolo. Ispirate alla statuaria greca e romana, le giovani donne francesi e europee adottano gli abiti en chemise, candidi, impalpabili, trattenuti in vita da un nastro che richiama il cingulum delle matrone romane. Mussole di cotone, rasi leggeri, garze di seta tutto parla di una femminilità nuova, libera.

Bianco al Femminile, Palazzo Madama, TorinoBianco al Femminile, Palazzo Madama, Torino

Il XIX secolo e il ritorno della mano femminile

Con l’avvento della produzione meccanizzata, molto del virtuosismo del merletto manuale si perde. Ma la mano femminile trova una nuova espressione nel ricamo bianco su batista e mussola, soprattutto nei fazzoletti da donna: piccoli capolavori di luce, minuscoli ma tecnicamente complessi. Quattro esempi magnifici in mostra rendono omaggio a questa tradizione rimasta, nei secoli, quasi esclusivamente femminile.

Bianco al Femminile, Palazzo Madama, TorinoBianco al Femminile, Palazzo Madama, Torino

Il Novecento e l’abito da sposa

La conclusione del percorso è una dichiarazione di stile: un abito da sposa del 1970, corto, con un velo dal design insolito, quasi scultoreo.

Un pezzo che segna la modernità e ribadisce una verità senza tempo: il bianco, più di ogni altro colore, continua a raccontare la donna, la sua immagine, la sua storia.

L’allestimento accosta i tessuti a miniature, incisioni, porcellane e legature d’epoca, creando un continuo rimando visivo tra moda, arte e cultura materiale. Il risultato è un racconto che non si limita al tessuto, ma attraversa il sistema simbolico del bianco e la sua capacità di “vestire” epoche e sensibilità.

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