La maison Fendi ha appena annunciato un cambiamento storico: Maria Grazia Chiuri è stata nominata Direttrice Creativa, succedendo a Silvia Venturini Fendi che si ritira dopo anni alla guida dello stile dell’azienda. Con “onore e gioia”, Chiuri torna così nella casa che l’ha formata, pronta a imprimere la sua visione consapevole, impegnata e inclusiva.
Determinata, gentile, raffinata: chi conosce Maria Grazia Chiuri non fatica a trovare gli aggettivi giusti per celebrare la sua carriera. Tra le figure femminili più influenti della moda globale, la stilista italiana ha saputo farsi strada con eleganza e coerenza, portando un linguaggio più profondo nelle maison dove ha operato. Oggi, con questa nomina, compie un ritorno simbolico al cuore di Fendi, e inoltra una nuova fase per la maison storica romana.
Classe 1964, originaria di un piccolo borgo della provincia leccese e del segno dell’acquario - tra i più creativi dello zodiaco - Maria Grazia Chiuri cresce fin da subito tra pizzi e merletti: sua madre era sarta, sua nonna anche.
Il talento e la determinazione della giovane appena diplomata all'Istituto Europeo di Design a Roma non tardano ad essere notati: le sorelle Fendi la vogliono con loro.
Nella celebre maison romana - di cui oggi assume il titolo di Direttrice Creativa - muove i primi passi, partecipa al lancio dell'iconica borsa “Baguette” e stringe una profonda amicizia con un allora giovanissimo Pier Paolo Piccioli (recentemente applaudito per il suo debutto in Balenciaga).
A segnare un punto di svolta nella sua carriera è però l’ingresso in Valentino nel 1999.
Qui, al fianco di Piccioli, conquista più di un riconoscimento prima supervisionando la linea giovanile Red Valentino e poi assumendo l'intera direzione artistica del marchio compresi l'abbigliamento femminile, il maschile e l’Haute Couture.
Proprio in Valentino, Maria Grazia Chiuri comincia ad affinare il proprio stile e si afferma quale promotrice di un gusto elegante, romantico e contemporaneo presentando, collezione dopo collezione, abiti sempre più raffinati e attenti ad esaltare con rispetto e sensibilità il corpo femminile.
Nel 2016 il nome della stilista allora 52enne entra nei libri di Storia del Costume come “la prima donna ad essere nominata alla regia di Dior a 69 anni dalla sua fondazione”.
Il suo debutto è emblematico: sulla passerella del suo primo defilé parigino, Maria Grazia Chiuri porta, tra le altre suggestioni, l’incisività di una t-shirt su cui campeggia la scritta “We should all be feminist" (“dovremmo essere tutti femministe”) ispirata all’omonimo saggio della scrittrice ed attivista nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie.
È l’inizio di una nuova era per Dior, per la moda, per il femminismo e per Maria Grazia Chiuri stessa.
Un capitolo chiuso lo scorso maggio, quando la direttrice creativa ha lasciato la maison francese.
Lo spettacolo della moda a cui Maria Grazia Chiuri ci ha fatto assistere in questi anni sembra non dimenticarsi mai delle sue origini.
La stilista ha infatti riportato in più di una passerella tutto il suo amore per l’artigianato femminile, trasformando l’arte di tessere con ago e filo in un manifesto socio-culturale che ha saputo rivoluzionare il sistema dall’interno con costanza, anche quando la moda ha rischiato di diventare uno spazio devoto all’estetica priva di contenuto.
E sebbene oggi sembri difficile immaginare qualcosa di più scenografico ed impattante di un defilé ai piedi del Taj Mahal come quello presentato per la pre-fall del 2023 di Dior o la collezione Resort dell’anno successivo nell’Antiguo Colegio di San Ildefonso a Città del Messico in omaggio a Frida Kahlo e tutte le donne libere di esprimere sé stesse, aspettiamo con trepidazione e curiosità ciò che la stilista oggi potrà fare... ripartendo dal via, da Roma e da Fendi.
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