È considerato uno tra i designer più prolifici della storia - specialmente dopo la sua nomina a direttore creativo di tutte le collezioni Dior - Jonathan Anderson rappresenta una delle figure più interessanti e dinamiche del panorama internazionale: un creativo capace di trovare il giusto equilibrio tra cultura, artigianato ed innovazione.
Oltre al suo lavoro per Dior, continua a dirigere il suo marchio JW Anderson e collaborare con Uniqlo, segnando un record di collezioni prodotte per anno tra i suoi coetanei e, come se non bastasse, ora si appresta anche a tornare nel mondo del cinema.
È fresca, infatti, la notizia che si occuperà dei costumi di Artificial, il prossimo film di Luca Guadagnino.
Nato nel 1984 a Magherafelt, nell’Irlanda del Nord, in Jonathan Anderson fin da bambino brilla l’audacia di un creativo rivoluzionario.
A 18 anni si trasferisce prima a New York e poi a Washington per inseguire il sogno di diventare attore, ed è proprio sul set che scopre la sua più grande passione: quella per i costumi.
Un'attrazione così forte che lo porterà, qualche anno più tardi, ad abbandonare la recitazione per laurearsi al London College of Fashion.
Da quel momento per Jonathan Anderson si apre un periodo di sperimentazione in cui il giovane designer si costruisce quella cifra stilistica caratterizzata da un’estetica audace e fluida capace di sfidare le convenzioni di genere con intelligenza e rigore sartoriale che lo porterà, nell’Autunno/Inverno 2011/2012, a debuttare con il proprio brand: JW Anderson.
A renderlo chi è oggi, però, sarà Loewe che lo nomina direttore creativo nel 2013.
Nei suoi 10 anni alla guida della maison spagnola, Jonathan Anderson, porta in passerella abiti che flirtano con il mondo del design e del teatro, consegnando al pubblico un’immagine nitida di cosa significhi per lui “fare moda”.
Le sue collezioni diventano un’esperienza visiva e intellettuale: dalla “puzzle bag” lanciata nel 2015, alla Spring/Summer 2023, un inno al surrealismo celebrato ai piedi di un gigantesco fiore di anthurium.
Poco dopo la notizia del suo addio alla maison; il gruppo LVMH a cui appartiene ha deciso di celebrare questo straordinario capitolo di storia con un libro esclusivo Crafted World: Jonathan Anderson’s LOEWE.
All’ombra del celebre monumento francese dedicato alle forze armate, Les Invalides, durante l’ultima fashion week parigina che metteva in scena la Primavera/Estate maschile per il 2026, Jonathan Anderson ha rivisitato l’heritage di Dior con l’inconfondibile coolness che ha caratterizzato la sua direzione creativa in Loewe.
In passerella sono sfilati indumenti formali tipicamente borghesi, abbinati a capi casual rubati dal guardaroba della Gen Z che hanno dimostrato quanto lo "stilista stakanovista" - come gli insider amano definirlo - possa guardare al passato senza nostalgia e sdrammatizzare il presente.
E se le recensioni per questo suo debutto in Dior sono state positive, viene da chiedersi che cosa penserebbe monsieur Dior di quei maxi bermuda cargo e di quel gioco di sovrapposizioni tra tessuti, epoche e stili che hanno scatenato gli applausi dei colleghi in prima fila, come Pierpaolo Piccioli, Donatella Versace, Glenn Martens e Pharrell Williams.
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