L’autunno sta iniziando a colorare di arancione piante ed alberi, dando vita al tanto amato foliage. L’aria si fa sempre più frizzante e la voglia di trascorrere tempo libero e weekend nel tepore di casa o in luoghi accoglienti – in un perfetto digital and social detox - cresce con il passare dei giorni.
Come noi, anche le maison più prestigiose si immergono in questo mood da tazze da te e copertine sul divano, dando sempre più importanza alla dimensione casalinga ed impegnandosi costantemente nel creare e proporre articoli perfetti per arredare e vivere home experience confortevoli e dallo stile assicurato.
L’estetica elegante delle scacchiere ha portato questi oggetti ludici a divenire veri e propri complementi d’arredo, incantando con le loro 64 caselle alternate concettualmente tra bianche e nere (scure o chiare a seconda delle materie utilizzate).
Chi non può rinunciare a questo gioco dall’heritage storica così importante e allo stesso tempo vuole immergersi in un’atmosfera luxury arredando casa con articoli dal design classy, non può farsi scappare le scacchiere proposte da alcuni dei brand più prestigiosi al mondo.
Le scacchiere sono parte integrante della sezione “Design” creata dai marchi più ricercati. Realizzate con legni e materiali di pregio, quelle prodotte dalle maison più prestigiose sono perfette – nelle versioni a grandezza tradizionale - per essere posizionate in casa o in ufficio. Ci sono poi quelle dalle dimensioni più ridotte, per chi non può rinunciare agli scacchi durante un viaggio in treno o un weekend d’autunno davanti al camino.
I riferimenti culturali legati al famoso gioco di strategia militare - che ha l'obiettivo di fare scacco matto al Re avversario, cioè minacciarlo senza che possa sottrarsi alla cattura, muovendo i propri pezzi in modo alternato - ha radici molto antiche, ma i dettagli precisi relativi alla sua origine sono incerti. Si sa però che la nascita degli scacchi ha toccato diversi punti geografici.
Pare che la prima versione si sia sviluppata intorno al 600 d.c. dal gioco indiano chiamato “Chaturanga”, diffusosi poi in Persia e divenuto quasi uno staus symbol nell’ambiente di corte.
È un gioco da tavolo che, come gli scacchi, appassiona milioni di persone in tutto il mondo, anche se in Italia è ancora poco diffuso. A quale ci riferiamo? Al backgammon, pensato per giocare in due con una tavola apposita divisa a metà, avendo così quella esterna e quella interna. Al centro una striscia divisoria chiamata bar.
Conosciuto nel belpaese anche con il nome di tavola reale o tric-trac, il backgammon è un gioco molto antico che unisce due concetti diversi tra loro, ma che vanno perfettamente a braccetto: strategia e fortuna.
Le case di moda non perdono la mossa di creare i propri set: nascono così articoli dal design ricercato, perfetti per essere utilizzati negli interni o da portare con sé dentro borsoni diretti verso qualche metà glamour. La gamma offerta dai luxury brand è ampia.
I 24 triangoli disegnati sulla tavola sono chiamati punte: sono rosse e bianche - seguendo uno schema alternato – e disposte nei quadranti della base in gruppi da sei. Ogni giocatore lancia un dado: inizia chi ottiene il numero più alto.
Chi vince? Il giocatore che riesce a portare tutte le proprie pedine nella sua tavola interna e a rimuoverle per primo. Una partita amatoriale può durare circa 30 minuti, mentre un incontro facente parte di tornei ufficiali può andare anche dalle 4 alle 5 ore. Tutto dipende dal punteggio stabilito.
Conosciuto già nel medioevo, questo gioco diletta le persone da quasi 5000 anni nelle sue diverse tipologie, diffusesi poi in tutto il globo, ma non si conosce la sua specifica provenienza. Ci si deve accontentare delle tante testimonianze giunte fino a noi dalla Mesopotamia e dall’antico Iran, ma anche dall’Egitto – primissime versioni del backgammon erano presenti nelle tombe dei faraoni – dall’Asia e dall’antica Roma.
Dai giochi in legno o in pelle a quelli… di carte. Quando parliamo di momenti liberi e svago in compagnia non possiamo non citare il poker, hobby nato circa due secoli fa in cui si può giocare – a seconda delle varianti – da due a nove giocatori, con in mano 5 carte. Vince chi arriva a comporre la combinazione più alta, nella realtà o anche solo per finta.
Da qui, infatti, nasce il termine bluff, che porta a sviare e a distrarre l’avversario con mosse e mimica facciale ingannevoli, regalando anche la vittoria a chi da vita a questa messa in scena. Ricordate l’espressione “Poker face” scelta anche dalla cantante Lady Gaga per intitolare una delle sue hit?
Ogni player dispone anche di fiches, chiamate anche “chips”, che, nel poker di stampo sportivo, vengono consegnate in uguale quantità a tutti i giocatori.
Sono tanti i mazzi di carte ricchi di stile da mettere nello zaino o in valigia per non perdersi neanche una possibilità di avere la mano vincente: oggetti realizzati con materiali e rifiniture di pregio e dettagli che non passano inosservati, perché perfino il gioco non rinuncia allo stile.
Anche in questo caso non si sa di preciso chi abbia inventato questo passatempo, oggi divenuto anche sport, ma nella sua versione è certo che sia comparso all’inizio del XIX secolo nel far West americano, diffondendosi sui battelli a vapore che risalivano il Mississippi, famoso fiume della Louisiana.
Quattro giocatori, due coppie contrapposte e un mazzo di 52 carte senza jolly. Così prende vita una partita di Bridge, gioco di carte che si sviluppa in due fasi - la dichiarazione e il gioco della carta - con l’obiettivo di fare più prese possibili.
Per gli amanti di questo stimolante passatempo non mancano le versioni luxury da poter regalare o sfoggiare davanti a proprio avversari, per partite dall’allure glamour.
Le radici del Bridge vanno fatte a risalire al gioco di carte inglese chiamato “Whist”. La versione moderna nasce, invece, negli Anni ’20 del XX secolo, con l’introduzione di regole e sistema di punteggio innovativi.
Il Bridge inizia così a diffondersi in tutto il mondo divenendo molto popolare in Asia e negli Stati Uniti. Con il trascorrere del tempo sono sorti svariati circoli e conseguenti tornei, sollecitando sempre più la passione per questa attività che ha conquistato anche il cuore di molte donne.
Almeno 28 tessere mischiate e riposte sul tavolo a testa in giù e un numero di giocatori che va da due a quattro: pronti per giocare a Domino!
L’obiettivo? Collocare tutte le proprie tavolette e sbarazzarsi di quelle dell’avversario. Come? Posizionandole, mano dopo mano, rispettando questa regola: accostare due tessere in modo tale che i due lati contigui siano uguali e, cioè, che riportino lo stesso numero. Gli amanti del domino non possono lasciarsi scappare le versioni più chic!
Il gioco del Domino ha origini cinesi - la sua invenzione si fa risalire all’epoca della dinastia Song, intorno al 1100 d.C. – ed inizialmente era composto da tavolette di legno e osso su cui venivano disegnati punti o simboli che rappresentavano i numeri.
Successivamente, grazie al commercio internazionale il gioco si diffonde anche in Europa, portando poi alla nascita di adattamenti e modifiche.
Fino ad arrivare a noi, con le versioni degne dei salotti di design più cool!
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