Sin dalla sua nascita la moda ha saputo farsi carico dell’arduo compito di assimilare le istanze sociali del proprio tempo e tradurle in tendenze di costume.
Non è dunque un caso che, durante il periodo di incertezza geopolitica con cui il cosiddetto “Occidente” sta facendo i conti a pochi passi dalle sue frontiere, anche le più eleganti maison abbiano voluto trarre spunto dai tanti riferimenti militari che da qualche tempo spopolano nei look presentati dal popolo del web, per rivisitarli, sdrammatizzarli o discostarsene totalmente.
È il caso di dirlo quella della giacca strutturata a doppio petto e con bottoni dorati è una tendenza che affonda le sue radici in un lontano “testimonial” di questo stile tanto altisonante quanto inconsapevole: Napoleone Bonaparte che ha indissolubilmente legato questo capo-spalla ad un simbolo di autorità, disciplina e grandezza.
Oggi che il prêt-à-porter, se ne è appropriato rivisitandole, le giacche in “stile Napoleon” sono entrate a far parte anche del guardaroba della donna per simboleggiare una femminilità forte e sicura di sé.
Così mentre per questo autunno-inverno Prada celebra la continuità del classico con il suo monopetto in lana severo ed impeccabile, Elisabetta Franchi palesa l’ispirazione tratta dal generale francese e Chanel la rende sua grazie al consueto utilizzo del tessuto in tweed.
È nel mondo maschile però che questo simbolo di autorità e disciplina si sdrammatizza e cambia totalmente il suo significato: da elemento bellico a complemento giocoso.
Proprio come ci insegna Comme Des Garcon Homme Plus che, in contrapposizione a giacche di chiarissima ispirazione militare, veste i suoi modelli con copricapi eccentrici, colorati ed ironici.
Ma non ci sono solo allure militari d’altri tempi ad ispirare le tendenze della stagione alle porte perché a far capolino tra i must-have per i primi freddi ci sono anche cappotti, blazer, bluse e camicie a spalle larghe e vita stretta, ormai sinonimo di spiritoso massimalismo.
Lo suggerisce ad esempio Anthony Vaccarello per Saint Laurent che sfoggia una collezione di architettura sartoriale dove l’eredità delle couture anni ’80 si fonde con una sensibilità radicalmente contemporanea.
Lo ribadiscono i capispalla a clessidra e i completi sartoriali di Sarah Burton per Givenchy che esagerano linee e silhouette come mai prima d’ora, così come quelli di Schiaparelli che con teatralità ed eleganza sono pronti ad illuminare i nostri eventi mondani.
È dunque un accostamento di stili contrapposti ma contigui quello in circolazione per le strade delle nostre città in questo autunno/inverno.
Una stagione capace di riflettere, attraverso la moda, il dualismo del nostro presente: “in bilico” ma allo stesso tempo permeato di voglia di leggerezza.
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