C’è stata un’epoca in cui era impensabile uscire di casa senza il cappello in testa. Passato nel corso della storia da oggetto dal significato religioso e spirituale a simbolo del potere e dell’ascesa sociale, è nel 900 che diventa un accessorio irrinunciabile.
In origine furono i modelli sfoggiati da gentildonne e attrici famose nei film dell’epoca, come Joan Crawford, che lanciò la cuffia come simbolo di stile. Dapprima semplici e morbidi, realizzati con tessuti come cotone e lana fresca, con l’avanzare del tempo si sono fatti strutturati, decorati e intricati. Oggi ritornano fieri sulle passerelle Autunno/Inverno 2025-2026, mantenendo quel regime puritano delle origini, pur concedendosi qualche vezzo.
Da Daniela Gregis le cuffie sono pensate per un inverno rigido, in lana pesante, dall’aspetto infeltrito e dal design sformato. I colori sono sobri, dal blu al nero, passando attraverso le sfumature del panna. Tra nostalgia e spirito libero.
Adatto alle occasioni più eleganti e dal sapore mediorientale sono le cuffie di Giorgio Armani. Ogni modello è lavorato o ricamato, un lavoro sartoriale che si vede e si tocca.
E poi c’è la versione eccentrica, scelta per stupire e attirare l’attenzione: quella firmata da Versace, tempestata di borchie appuntite.
Sempre elegante e intramontabile nella sua semplicità è anche il basco, che attraversando i secoli ha mantenuto intatto il suo fascino. Dalla tradizione contadina dei Paesi Baschi, alle passerelle internazionali, al mondo del cinema.
Il basco si è mostrato adatto allo stile di numerose star, da Beyoncè a Lily Collins - che lo indossa nel film “Emily in Paris”. E se è vero che non ha mai perso quel suo accento francese, è vero anche che quello che in origine era un umile copricapo in calda lana pressata, oggi è diventato un simbolo della moda che parla tutte le lingue del mondo.
In passerella Christian Dior lo ha proposto nella sua versione classica, nero e ben calzato sulla testa, con il solo vezzo di una perla al posto del cabillou, o della veletta nera per un tocco goth.
Kronthaler Westwood invece lo compone e ricompone, con modelli arricchiti da morbide toppe, che donano movimento, oppure da tese più o meno larghe che giocano a trasformarlo.
Una tendenza che diventa il simbolo di una stagione all’insegna della libertà creativa e della riscoperta artigianale.
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