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08 aprile 2025

Design Week, il chiostro segreto di Milano si apre all’arredo outdoor

Architettura, silenzio e bellezza: durante il Fuorisalone, il Chiostro Sant’Angelo firmato da Giovanni Muzio diventa un giardino incantato dove il tempo si ferma

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Se c’è una cosa che il Salone del Mobile regala a tutti, oltre a sogni in formato arredo, è l’accesso a quei luoghi che Milano custodisce gelosamente. Spazi normalmente inaccessibili, palazzi che si fanno desiderare, giardini che sembrano sparire appena voltato l’angolo, chiostri incantati dove il silenzio regna sovrano, interrotto solo dal suono delle campane.

Il Salone li svela per pochi giorni, come in un incantesimo urbano. E allora capisci cosa intendeva Stendhal, quando diceva che a Milano basta girare l’angolo per scoprire un capolavoro. È quello che accade in questi giorni in zona Brera, dove Flexform, brand di punta del nostro made in Italy, ha deciso di aprire a tutti le porte del Chiostro Sant’Angelo per raccontare al meglio la sua collezione outdoor (Piazza Sant'Angelo 2, dal 5 al 13 aprile 2025, h. 10.00 – 21.00). Un unicum nel suo genere, perché il luogo scelto porta la firma di uno dei grandi padri dell’architettura moderna: Giovanni Muzio, forse meno noto di altri, eppure determinante nel ridefinire il volto di Milano. Suo è il progetto della Ca’ Brutta (i milanesi, si sa, amano scherzare con i nomi), e soprattutto del Palazzo dell’Arte, sede storica della Triennale, solo per citare le opere più note.

Misurato e sobrio, il Chiostro Sant’Angelo è un esempio perfetto di equilibrio

Il suo linguaggio è riconoscibile da chi sa osservare: fatto di archi, mattoni e rigore. Soprattutto quando la sua matita deve misurarsi con l’architettura religiosa, come in questo chiostro. Essenziale fino all’ermetismo, misurato e sobrio, il Chiostro Sant’Angelo è un esempio perfetto di equilibrio: non ha bisogno di sovrastrutture per imporsi, perché parla direttamente attraverso la materia e il vuoto. Una corte segreta, allungata, confinante con la navata laterale della basilica e delimitata sugli altri lati dal convento. Il portico che lo circonda, costruito con le colonne dell’antica struttura, sorregge terrazze piantumate che amplificano il senso di quiete e di protezione.

Tra la vegetazione l’arredo sembra quasi arrendersi all’ombra delle piante di limoni, trasformando questo luogo di preghiera in un living all’aperto che gioca di rimandi e non di contrasti. Sedie, tavoli, divani e poltrone vestiti in toni chiari, con qualche guizzo di bouclé (tessuto soffice e compatto, con superficie tridimensionale) e di righe tor sur ton. “Non è la prima volta che il design di Flexform dialoga con l’architettura di Giovanni Muzio”, racconta l’architetto Antonio Citterio che ha progettato la collezione. “Nel 1983, il divano Max fu fotografato da Gabriele Basilico, con la direzione artistica di Natalia Corbetta, all’interno della Triennale di Milano, abbandonando la sala di posa per creare un dialogo tra il design e lo spazio costruito. Oggi, con la presentazione della collezione outdoor nel Chiostro di Sant’Angelo, questo approccio si rinnova. Non si tratta di una semplice esposizione di prodotti, ma di una riflessione sulla continuità tra passato e presente, tra spazio costruito e design”.

Divano Camelot Outdoor di Antonio Citterio per Flexform

Tra le novità in mostra, accanto ai pezzi iconici del marchio, spiccano il divano Camelot Outdoor e la collezione Oasis, firmata da Antonio Citterio. Con le sue linee sinuose e avvolgenti, Oasis è pensata per attraversare il tempo senza subire l’usura delle mode.

Tavolo Torcello Outdoor di Antonio Citterio per Flexform.

Ogni dettaglio – dalla struttura in metallo tubolare intrecciato a mano con corda di polipropilene, ai cuscini morbidi e accoglienti – è studiato per resistere agli anni e alle intemperie, mantenendo una grazia capace di adattarsi a qualsiasi spazio en plein air. Una collezione che, come l’architettura di Muzio, attraversa il tempo senza subirlo.

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