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03 giugno 2025

Dante e Cleopatra? Sono dei robot

Addio Museo delle Cere, alla Fondazione Mudima di Milano in mostra le sculture interattive del futuro

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Non semplici statue, ma sculture interattive, installazioni che sembrano uscite da un film di fantascienza firmato haute couture.

Cleopatra oggi non regna più sul Nilo, ma nel nostro immaginario digitale.

Dante non guida anime nei gironi infernali, ma viaggia nei dati della nostra coscienza.

Cyrano scrive ancora poesie, ma forse oggi le compone insieme a un’intelligenza artificiale.

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Affective Robots - Impossible kiss, 2012 foto di Fabio Mantegna

I materiali? Leghe brillanti, resine high-tech, dettagli in fibra ottica.

Ogni personaggio è un manifesto di stile, una visione tridimensionale che unisce narrazione e design.

Ogni opera è dotata di una componente sonora che racconta, in voce sintetica, i versi dei protagonisti, reinterpretati in chiave futurista.

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3 muse, 2020 (PLA stampa 3d e maschere animazione led) foto di Fabio Mantegna

La firma è quella di Ale Guzzetti, un artista che ama sfidare il tempo, che parla la lingua dei sogni digitali, ma con l’anima di chi ha letto i grandi classici.

Guzzetti prende in prestito figure emblematiche dell’antichità, la Medusa Rondanini, il Torso Gaddi, Hypnos e le trasfigura in creature ibride: sculture classiche potenziate da device contemporanei, come se le divinità del passato tentassero di sopravvivere nella nostra epoca post-organica.

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Bosco delle Ninfe 2020-2022 foto di Fabio Mantegna

Quelle di Guzzetti sono sono soltanto reinterpretazioni pop o provocazioni estetiche: questi robot-ritratti sono vere e proprie sculture concettuali, dotate di un linguaggio visivo che attinge al design futurista, al cyberpunk e persino alla moda haute-tech. Come a dire che se un tempo c’erano i personaggi di cera di Madame Tussauds a Londra, oggi è Milano che propone un incontro con i grandi del passato a tutta tecnologia.

mostra Milano
Danta Alighieri, 2014 (resina e circuiti robotici 92x71x20cm) foto di Fabio Mantegna

Tra le pareti industriali della Fondazione Mudima, il tempo così si piega, si contamina, si ricostruisce.

Per i più curiosi, è disponibile anche un percorso digitale: QR code che attivano contenuti aumentati, audio immersivi, frammenti di poesia cibernetica.

La mostra si può visitare alla Fondazione Mudima fino al 6 giugno.

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