It Bag mon amour: 10 borse iconiche che tutti vogliono
Più che semplici accessori, le borse firmate sono diventate dei veri e propri oggetti del desiderio: ecco i modelli must have che sono anche un investimento
Ci sono borse che hanno fatto la storia e che ancora oggi sono tra i best seller delle case di moda più blasonate. Più che semplici accessori, veri e propri oggetti di culto, sogno – nemmeno troppo recondito – di migliaia di fashion addicted.
Parliamo di modelli intramontabili, tanto da aggiudicarsi l’appellativo di It Bag, a indicare la loro unicità.
Alcune hanno dietro la loro creazione e ascesa storie favolose (nel senso proprio di favole) entrate quasi nel mito, altre semplicemente sono legate a una star che le ha rese celebri. Altre ancora si sono guadagnate l’olimpo per acclamazione popolare. Tutte hanno un comun denominatore: sono immediatamente riconoscibili (e per questo anche super copiate).
E proprio il successo imperituro di alcune borse ha fatto sì che il loro acquisto diventasse a tutti gli effetti un investimento. Col passare degli anni (in alcuni casi dei decenni), infatti, il loro valore è aumentato, di pari passo con il dilagare del mercato del vintage e del second hand. Chi ha avuto la fortuna di avere nonne lungimiranti (o appassionate) o ha comprato una borsa anni fa, potrebbe trovarsi tra le mani un vero tesoro.
Abbiamo selezionato le 10 It Bag intramontabili, che tutte vorrebbero.

La Birkin di Hermès
Nel 1956 una borsa di Hermès disegnata negli anni ‘30 da Robert Dumas viene fotografata al braccio di Grace Kelly e da quel momento diventa oggetto del desiderio, cambiando per sempre le sorti di questo accessorio, che da quel momento prenderà il nome di Kelly, proprio in omaggio alla principessa.
Un’esperienza che deve aver fatto accendere una lampadina nella mente di Jean-Louis Dumas, quando su un volo Parigi-Londra, nel 1984, incontra Jane Birkin che si lamentava di non riuscire a trovare una borsa elegante e contemporaneamente in grado di contenere tutti i suoi averi. Detto fatto. L’allora amministratore delegato di Hermès le disegna così la prima Birkin della storia. Il resto è leggenda.

La Bamboo di Gucci
Correva l’anno 1947 e Guccio Gucci, in pieno dopoguerra, cercava un materiale che potesse sostituire la scarseggiante pelle per il manico di una delle sue borse. Da qui l’intuizione di affidarsi al bambù, leggero, duttile e resistente. Nasce così uno dei modelli più amati della casa di moda fiorentina, che diventa must have quando, nel 1954, Ingrid Bergman lo porta nel film Viaggio in Italia di Roberto Rossellini.

La Baguette di Fendi
Forma rettangolare, linee pulite e chiusura con il monogram. La nascita di questo modello si deve all’intuizione di Silvia Venturini Fendi, che nel 1997, su incoraggiamento di Karl Lagerfled, dà vita alla Baguette, il cui nome si deve al modo in cui viene indossata: rigorosamente sotto il braccio, proprio come il celebre pane francese. Una borsa talmente iconica da essersi guadagnata una menzione anche in Sex and the City.

La 2.55 di Chanel
Non c’è donna che non l’abbia desiderata almeno una volta nella vita, magari senza conoscere il suo nome. Parliamo della borsa più famosa della maison dalla doppia C, che deve il suo nome al semplice fatto di essere stata ideata da Mademoiselle Coco nel febbraio del 1955. La stilista voleva liberare – ancora una volta – le donne dalle costrizioni delle pochette, belle ma poco pratiche. Da qui la scelta di aggiungere la catena, che aveva fatto già il suo ingresso nell’immaginario Chanel negli orli delle giacche del prêt a porter.

La Speedy di Louis Vuitton
Pochi sanno che il nome originario del celeberrimo bauletto era Express. Il motivo? George Vuitton, figlio del fondatore, vede nella borsa di tela di cotone con spalmatura in gomma un modo per accontentare le clienti affezionate dei bauli. Nell’epoca in cui iniziano a circolare le prime automobili e a diffondersi l’uso dei voli commerciali, riscuote subito un certo successo. L’ingresso nell’olimpo arriva anche in questo caso grazie a una celeb, Audrey Hepburn, che viene fotografata negli Anni ‘60 mentre la porta – neanche a dirlo – in aeroporto.

La Luggage Tote Bag di Celine
Decisamente più recente la nascita di questa borsa, datata 2010, ovvero nell’epoca d’oro di Phoebe Philo, storica direttrice creativa del brand. Design minimalista, capienza e pressoché infinite possibilità di rielaborazione e colori, questa borsa deve il suo prestigio a star che da subito hanno apprezzato la creatività e la ventata di freschezza portata da Philo, rendendo la Luggage Tote un nuovo must have. Al punto che lo stesso Michael Rider l’ha prepotentemente riproposta in passerella per il suo debutto alla direzione artistica di Celine.

La Miss Sicily di Dolce e Gabbana
Un omaggio alla Sicilia, come intuibile dal nome, ma anche al neorealismo italiano e all’immaginario delle donne dell’epoca. Nasce così una delle it bag più amate di Dolce e Gabbana, che vede gli albori nel 2009 e che da allora è stato rivisitato in ogni modo possibile, sia nelle dimensioni che nelle fantasie. Di pizzo, in pelle, in paillettes, in pelliccia, con stampe coloratissime, animalier o monocromatiche. Il risultato è lo stesso: wow.

La Lady Dior di Christian Dior
Nata nel 1994 sotto la direzione artistica di Gianfranco Ferré con il nome di Chouchou, che in francese significa “coccola” o “favorito”, questa it bag conosce quasi subito il successo. Nel 1995, infatti, l’allora Principessa del Galles la riceve in dono dalla Premier Dame Bernadette Chirac in occasione di una visita a Parigi e da quel momento la borsa viene indossata talmente tante volte da Lady D. da prendere il suo nome.

La Galleria di Prada
Porta la firma di Miuccia Prada la it bag del brand milanese, ideata nel 2007. E tuttavia, questa borsa dal carattere inconfondibile deve le sue origini al fondatore della maison, Mario Prada, che nel 1913 apre il suo negozio di pelletteria di lusso in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Quella boutique diventa meta preferita dell’aristocrazia meneghina. E il resto è storia.

L’Intrecciato di Bottega Veneta
Facciamo un’eccezione alla regola per Bottega Veneta, che vanta una serie di borse iconiche, ma che vanta soprattutto una lavorazione iconica. Parliamo dell’Intrecciato, il marchio di fabbrica della maison, che al logo ha sempre preferito il quiet luxury fin dalla sua fondazione.
La trama è formata da morbidi tasselli in pelle intrecciati manualmente seguendo un preciso schema diagonale. E da questa trama nascono poi infinite forme, di borse a spalla, borse a mano, pochette. Tutte da sogno.
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