Il mondo della ristorazione italiana si illumina di nuove stelle. La Guida Michelin Italia 2026, presentata oggi al Teatro Regio di Parma, celebra chef emergenti e grandi maestri, tra città iconiche e borghi suggestivi. Tra conferme e sorprese, la Rossa racconta un’Italia che reinventa la tradizione senza perdere la propria anima. Dalle montagne del Nord alle coste del Sud, ogni ristorante è un viaggio tra sapori e creatività.
A conquistare il vertice della Rossa è Michelangelo Mammoliti con il suo ristorante La Rei Natura di Serralunga d’Alba, che raggiunge le tre stelle a soli 26 mesi dall’apertura. D’altronde, ogni volta che la passione incontra il talento, nasce la leggenda. «Quando hanno pronunciato il mio nome ero incredulo», racconta lo chef piemontese. «Questo traguardo appartiene alla mia brigata, alla mia famiglia e alla famiglia Dogliani, che ha creduto nel progetto fin dal primo giorno».
Altre insegne brillano: due ristoranti salgono a due stelle, Famiglia Rana a Oppeano (Verona) e I Tenerumi a Vulcano (Messina). L’Italia che cucina è un mosaico di storie e sapori. E lo è anche nell’accogliere i nuovi ristoranti che hanno conquistato la prima stella, portando freschezza e territorio nelle città e nei borghi italiani. Da Milano a Napoli, da Genova a Roma, la guida racconta chef che trasformano ingredienti in emozioni: Abba e Procaccini a Milano; Al Madrigale | Nuova Cucina Rurale, INEO e La Terrazza a Roma; Cracco Portofino e Rezzano Cucina e Vino a Genova. Sul fronte nordico, Le Petit Bellevue a Cogne, Senso Lake Garda Alfio Ghezzi a Limone sul Garda, Olio a Origgio, Porcino e Quellenhof Gourmetstube 1897 in Alto Adige.
Ogni piatto è un racconto. Ogni ristorante, un viaggio. E poi altre città iconiche vengono illuminate dalle stelle, così come location cult sulle coste italiane: Venezia con Agli Amici Dopolavoro, Maranello con Cavallino, Rimini con Da Lucio, Forte dei Marmi con Sciabola, Firenze con Luca’s by Paulo Airaudo, Tivoli con Al Madrigale, Recanati con Casa Bertini, Sant’Omero con Zunica 1880, Napoli con Il ristorante Alain Ducasse Napoli e Umberto a Mare, Baja Sardinia con Capogiro. Per queste insegne non si tratta solo di stelle, ma di emozioni che restano.
Premi speciali celebrano chi fa la differenza in sala e in cucina: Heinz Beck de La Pergola di Roma riceve il Mentor Chef Award, Giulia Tavolaro del Maxi il Michelin Service Award, Ivana Capraro di Castel Fine Dining il Sommelier Award, Mattia Pecis di Cracco a Portofino lo Young Chef Award, Gian Marco Bianchi il Michelin Opening of the Year. Questi premi lo dimostrano: il talento non ha età, il gusto non conosce confini.
Otto locali conquistano il Passion Dessert Award: Unforgettable a Torino, Manna a Milano, Senso Lake Garda Alfio Ghezzi a Limone sul Garda, Alpenroyal Gourmet a Selva di Val Gardena, Quattro Passi a Nerano, La Caravella dal 1959 ad Amalfi, La Villa a Melfi e Sapio a Catania.Sono invece cinque i nuovi ristoranti che ottengono la Stella Verde per la sostenibilità: La Bursch a Campiglia Cervo, Kircherhof ad Albes, JOHANNS a Molini di Tures, Cà Matilde a Rubbianino e Une a Capodacqua. Qui la cucina italiana respira, cresce e sorprende. Ancora una volta.
E poi ci sono i Bib Gourmand: 255 insegne sparse in tutto lo Stivale. Dal Piemonte alla Liguria, ogni regione ha le sue gemme. A Cartosio troviamo Cacciatori, a Casale Monferrato Osteria Bar Sport. A Nizza Monferrato c’è Le Due Lanterne, ad Arona Condividere. Scendendo verso la Liguria: Dolceacqua con CASAeBOTTEGA, Sarzana con Il Cardinale Vino e Cucina, Urbe con La Civetta. In Lombardia e Veneto, da Bolzone con Trattoria Via Vai a Caldogno con Molin Vecio, passando per Valle di Casies con Durnwald. Emilia-Romagna e Toscana accolgono Parma con Brisla Trattoria, Castiglione della Pescaia con Osteria del Mare, Livorno con Azzighe.
Nel cuore dell’Italia, Norcia con Granaro del Monte e Tivoli con Li Somari; più a Sud, Martina Franca con Bros’ Trattoria, Limatola con La Taverna delle Follie, Salerno con Bistrot di Pescheria. E ancora Basilicata, Calabria e Sicilia: Lavello con Forentum, Bagnara Calabra con Taverna Kerkira, Linguaglossa con In Cucina dai Pennisi, Bagheria con TuMa e Castelbuono con Nangalarruni.
Un vero viaggio tra territori, sapori e mani esperte, che custodiscono tradizioni e le reinventano per il futuro. La Guida Michelin 2026 conferma così la vitalità della scena gastronomica italiana: grandi maestri, giovani talenti e ristoranti che trasformano ogni visita in esperienza memorabile. Dalle cucine alle tavole, ogni piatto racconta una storia, ogni locale invita a un’emozione da vivere, da assaporare e da ricordare.
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