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entertainment02 dicembre 2025

Rinascita azzurra: perché lo sport italiano vive il suo momento migliore (mentre il calcio fatica)

Dal tennis alla pallavolo, passando per lo sci e una nuova generazione di atleti: l’Italia ritrova centralità nello sport mondiale proprio mentre la Nazionale di calcio attraversa uno dei periodi più incerti degli ultimi anni
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Jannik Sinner, italiano, solleva il trofeo delle Nitto ATP Finals 2025 dopo aver sconfitto Carlos Alcaraz, spagnolo, durante la finale del singolare maschile dell’ottavo giorno delle Nitto ATP Finals 2025 alla Inalpi Arena il 16 novembre 2025 a Torino, Italia - Credits: Getty ImagesJannik Sinner, italiano, solleva il trofeo delle Nitto ATP Finals 2025 dopo aver sconfitto Carlos Alcaraz, spagnolo, durante la finale del singolare maschile dell’ottavo giorno delle Nitto ATP Finals 2025 alla Inalpi Arena il 16 novembre 2025 a Torino, Italia - Credits: Getty Images

C’è un’Italia che vince, cresce e convince senza clamore. Ed è un’Italia che, quasi paradossalmente, non si trova nel calcio. Mentre la Nazionale di Gennaro Gattuso vive un ciclo fragile, fatto di risultati irregolari, qualificazione ai Mondiali ancora da conquistare, difficoltà tecniche e identitarie, il resto dello sport italiano ha imboccato una traiettoria opposta. Una traiettoria chiara, sostenuta da trionfi e da un cambio culturale che ha iniziato a dare frutti concreti.

Negli ultimi anni, infatti, l’Italia ha costruito una presenza più solida nello sport internazionale. Lo dimostrano la crescita del tennis, la solidità della pallavolo, il ritorno dello sci ai vertici, l’emergere di nuovi talenti nell’atletica e la continuità, quasi scontata, di nuoto e scherma. Non è una stagione fortunata: è la fotografia di un sistema che ha iniziato a funzionare in settori dove per molto tempo mancavano programmazione, ambizione e identità tecnica.

Tennis: un movimento maturo, dalla crescita di Sinner alla solidità della Davis

Il tennis è oggi uno degli indicatori più chiari della rinascita azzurra. Jannik Sinner ha appena chiuso un 2025 da record, dopo aver portato l’Italia nei piani alti del circuito internazionale con una continuità che mancava da decenni. Ma la parte interessante è ciò che si muove attorno a lui: centri tecnici rinnovati, strutture federali più moderne, preparatori stranieri inseriti nei team, un dialogo costante tra accademie private e federazione.

La vittoria in Coppa Davis, ottenuta senza poter contare né su Sinner né su Musetti nella fase decisiva, è il segnale più concreto di questa crescita. Matteo Berrettini, Flavio Cobolli e Lorenzo Sonego hanno sostenuto la squadra con maturità, mostrando che l’Italia non dipende più da un solo campione. È un successo che nasce da un movimento completo, non da un exploit individuale.

Flavio Cobolli, italiano, esulta per un punto contro Jaume Munar, spagnolo, durante la partita della finale di Coppa Davis tra Italia e Spagna al Bologna Fiere Exhibition Centre il 23 novembre 2025 a Bologna, Italia - Credits: Getty ImagesFlavio Cobolli, italiano, esulta per un punto contro Jaume Munar, spagnolo, durante la partita della finale di Coppa Davis tra Italia e Spagna al Bologna Fiere Exhibition Centre il 23 novembre 2025 a Bologna, Italia - Credits: Getty Images

Pallavolo: risultati storici e un sistema che continua a funzionare

La pallavolo italiana sta attraversando uno dei momenti più forti della sua storia recente. Nel 2024 la nazionale femminile ha conquistato un risultato che mancava da sempre: l’oro olimpico a Parigi. Un traguardo che ha definito un salto di qualità netto, non solo per l’impresa in sé ma per la maturità con cui è arrivato.

Nel 2025 il movimento ha confermato la propria solidità su entrambi i fronti. La nazionale maschile ha vinto il Mondiale superando la Bulgaria in finale, proseguendo il percorso avviato con i titoli europeo 2021 e mondiale 2022. Anche il gruppo femminile guidato da Julio Velasco ha completato un ciclo importante conquistando il Mondiale a spese della Turchia.

Due trionfi non scollegati tra loro, ma frutto di un sistema che negli ultimi anni ha lavorato con continuità. Il campionato italiano resta uno dei più forti al mondo, le società investono stabilmente nei settori giovanili e lo staff tecnico delle nazionali ha trovato un equilibrio efficace tra ricambio e gestione dell’esperienza. È una struttura che funziona a prescindere dai singoli nomi e che ha permesso all’Italia di diventare, a tutti gli effetti, una potenza globale della disciplina.

La squadra italiana festeggia dopo aver sconfitto la Bulgaria nella finale del Campionato Mondiale di Pallavolo Maschile 2025 nelle Filippine, durante la partita tra Bulgaria e Italia alla SM Mall of Asia Arena il 28 settembre 2025 a Pasay, Luzon, Filippine - Credits: Getty Images La squadra italiana festeggia dopo aver sconfitto la Bulgaria nella finale del Campionato Mondiale di Pallavolo Maschile 2025 nelle Filippine, durante la partita tra Bulgaria e Italia alla SM Mall of Asia Arena il 28 settembre 2025 a Pasay, Luzon, Filippine - Credits: Getty Images

Sci: un settore che ha ritrovato identità e continuità

Lo sci alpino ha vissuto stagioni complesse, ma oggi presenta una struttura più riconoscibile. Federica Brignone ha superato quota 60 podi in Coppa del Mondo e continua a essere una presenza di riferimento; Sofia Goggia, nonostante gli infortuni, resta una delle discesiste più forti e attese del circuito; Marta Bassino rimane tra le interpreti più tecniche del gigante; Dominik Paris, nelle discipline veloci, è competitivo da oltre un decennio. Questo mix di esperienza e qualità permette all’Italia di presentarsi a ogni gara con reali ambizioni di podio e di rilanciare il desiderio di neve e lo stile ad alta quota anche tra i meno atletici.

Sofia Goggia della squadra italiana in azione durante lo Slalom Gigante femminile della Coppa del Mondo di sci alpino FIS Audi il 29 novembre 2025 a Copper Mountain, USA - Credits: Getty ImagesSofia Goggia della squadra italiana in azione durante lo Slalom Gigante femminile della Coppa del Mondo di sci alpino FIS Audi il 29 novembre 2025 a Copper Mountain, USA - Credits: Getty Images

Atletica: l’eredità di Jacobs e Tamberi e la crescita delle nuove leve

Dopo i trionfi olimpici e mondiali, Jacobs e Tamberi hanno attraversato stagioni meno brillanti, ma il loro impatto sul movimento resta evidente. Hanno aperto una strada che prima sembrava difficilmente percorribile e hanno cambiato l’immaginario di un settore che per anni aveva faticato a trovare continuità.

Tra i nomi emergenti c’è Mattia Furlani, talento del salto in lungo capace di misure da livello mondiale nonostante l’età giovanissima. Nei 110 ostacoli Lorenzo Simonelli ha iniziato a inserirsi con regolarità nelle finali internazionali, mostrando una maturità tecnica crescente. Sugli 800 metri, una specialità tradizionalmente difficile per l’Italia, Catalin Tecuceanu sta riportando il movimento in zone di classifica che mancavano da tempo. Non formano ancora un ciclo compiuto, ma rappresentano una base larga e promettente.

Il medagliato d’oro Mattia Furlani della squadra italiana saluta dal podio durante la cerimonia della medaglia del salto in lungo maschile nel sesto giorno dei Campionati mondiali di atletica Tokyo 2025 al National Stadium il 18 settembre 2025 a Tokyo, Giappone - Credits: Getty ImagesIl medagliato d’oro Mattia Furlani della squadra italiana saluta dal podio durante la cerimonia della medaglia del salto in lungo maschile nel sesto giorno dei Campionati mondiali di atletica Tokyo 2025 al National Stadium il 18 settembre 2025 a Tokyo, Giappone - Credits: Getty Images

Nuoto e scherma: le certezze che sostengono il movimento azzurro

Nuoto e scherma continuano a essere le discipline più stabili. Nel nuoto, tra Mondiali ed Europei, l’Italia ha costruito un gruppo di atleti capace di garantire medaglie in più specialità, dalla velocità al mezzofondo. La scherma, d’altra parte, conferma una tradizione che resiste da decenni: club organizzati, allenatori competenti e una cultura tecnica che consente a ogni generazione di presentarsi con atleti pronti per competere ai massimi livelli.

Thomas Ceccon, italiano, gareggia nella finale dei 200 m dorso maschili durante gli Australian Open Swimming Championships 2025 al Brisbane Aquatic Centre il 21 aprile 2025 a Brisbane, Australia - Credits: Getty ImagesThomas Ceccon, italiano, gareggia nella finale dei 200 m dorso maschili durante gli Australian Open Swimming Championships 2025 al Brisbane Aquatic Centre il 21 aprile 2025 a Brisbane, Australia - Credits: Getty Images

Il calcio resta indietro: problemi strutturali più che episodici

Il confronto con gli altri sport diventa inevitabile. La Nazionale di calcio fatica a trovare continuità, a causa di un sistema che alla base – a partire dai club - produce pochi giovani pronti per l’alto livello. Non è solo una questione di risultati: è un limite strutturale. Mentre altri sport hanno aggiornato metodi di lavoro, modelli organizzativi e preparazione tecnica, il calcio è rimasto più statico.

Pio Esposito esulta per il suo goal durante la partita tra Italia e Norvegia allo stadio di San Siro a Milano, 16 novembre 2025 - Credits: Getty ImagesPio Esposito esulta per il suo goal durante la partita tra Italia e Norvegia allo stadio di San Siro a Milano, 16 novembre 2025 - Credits: Getty Images

Una rinascita che nasce dall’organizzazione, non dal caso

La forza di questa “rinascita azzurra” non deriva da una generazione particolarmente fortunata, ma da scelte strategiche: federazioni che hanno investito in tecnici e metodologie moderne, club che hanno creato contesti competitivi e investito sui giovani e sulla collaborazione con le federazioni, atleti che hanno iniziato a confrontarsi con standard internazionali.

Il risultato è un’Italia che si presenta con credibilità in sport dove, fino a pochi anni fa, mancavano struttura e continuità. E che oggi, mentre il calcio inciampa, scopre di avere molto più da dire e da vincere di quanto immaginassimo.

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