Paris in Paris. Alla Paris Fashion Week SS26, il front row della sfilata Isabel Marant ha avuto una regina indiscussa: Paris Hilton. A 44 anni, l’ereditiera più famosa del pianeta continua a incarnare un’iconicità che non conosce cedimenti.
In prima fila ha scelto un look total black costruito con la precisione di un manifesto estetico: mini dress nero, collant in pizzo, uno shawl a pois bianchi e neri con dettagli di perle a spezzare la monocromia, e accessori che hanno moltiplicato la teatralità della sua presenza. Ai piedi, stiletti neri a punta; sulle braccia, guanti lunghi fino al gomito; al collo e alle orecchie, choker multipli e catene d’argento. A completare l’ensemble, una borsa in pelle nera: calibrata, essenziale, perfetta per rendere l’immagine di Hilton un contrasto potente con le tonalità desertiche viste in passerella. La sua presenza non è stata un’apparizione isolata.
Sempre a Parigi, prima della sfilata, era comparsa al party esclusivo “From Paris With Love” dedicato a Karl Lagerfeld, ribadendo la sua centralità nei circuiti più glam della moda internazionale.
Pochi giorni prima, a Los Angeles, aveva già rubato la scena al matrimonio di Selena Gomez e Benny Blanco, indossando un abito blu ghiaccio firmato Jenny Packham che ha dominato i flash.
Tre momenti in rapida successione che hanno confermato la sua capacità di passare da Hollywood alla moda europea senza perdere aura e rilevanza.
In prima fila da Isabel Marant, Paris ha visto sfilare la collezione Primavera/Estate 2026, firmata dalla direttrice creativa Kim Bekker. La stilista ha scelto di raccontare una femminilità che trova forza nella leggerezza e nel contatto con la natura, attraverso una palette che richiama le sfumature della terra: sabbia, beige, ruggine e malva, accese da lampi metallici che riflettono la luce.
In passerella si sono alternati tessuti impalpabili e materici. Le sete leggere hanno dialogato con i cotoni naturali e con pelli lavorate a frange e patchwork. Le silhouette hanno oscillato tra volumi ampi e forme più strutturate: pantaloni fluidi, abiti con scollature profonde, ma morbide, giacche dal taglio deciso. Il risultato è un guardaroba che racconta una donna nomade e sensuale, mai ingabbiata nei codici rigidi dell’eleganza.
Uno dei tratti distintivi dello show si è visto nelle calzature: via i tacchi, sostituiti da sandali bassi, mocassini e stivaletti flat. Una scelta coerente con la filosofia di Isabel Marant, che trasforma il comfort in manifesto estetico. La sensualità, in questa collezione, non è ostentata ma suggerita: spacchi calibrati, trasparenze dosate, proporzioni fluide che accompagnano il corpo senza imprigionarlo. Minuziosa la cura dei dettagli: cuciture a vista, ricami metallici, contrasti di texture. Anche il beauty look ha rispecchiato l’ispirazione desertica: incarnati luminosi, trucco naturale e capelli sciolti, come mossi da un vento caldo. Una continuità visiva che amplifica la forza narrativa della collezione.
Lo show ha attratto un pubblico internazionale, a conferma dell’appeal globale della maison. In prima fila infatti oltre a Paris Hilton, anche Georgia May Jagger, affiancate da Iris Law, Taylor Hill, Mahmood, Fai Khadra, Omah Lay, Ginta e Lena Perminova. Una presenza di volti trasversali, tra moda, musica e spettacolo, che ha dato ulteriore risonanza all’evento.
Avere Paris ancora oggi in un front row non è un vezzo nostalgico: è la dimostrazione che l'ereditiera continua a incarnare una forma di iconicità pop capace di resistere e rinnovarsi. Nel corso degli anni non si è limitata al red carpet: ha sfilato per Mugler, Versace e altri brand, trasformando ogni apparizione in dichiarazione stilistica. Il suo nero alla Marant è stata una scelta essenziale e simbolica, un contrappunto perfetto alla leggerezza della collezione. Isabel Marant ha riaffermato la sua cifra estetica – un lusso naturale, quotidiano e poetico – e Hilton, con la sua presenza calibrata, ha dimostrato come la cultura pop e il fashion system possano ancora dialogare, fondendo mondi diversi in un’unica immagine iconica.
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