Più di 100 silhouette, archivi mai visti e opere d'arte rivelano il mondo crudo e iconoclasta del maestro dell'underground e dell'eleganza decaduta.
Il Palais Galliera ospita la prima mostra a Parigi dedicata all'opera dello stilista d'avanguardia Rick Owens.
L'esposizione presenta collezioni che spaziano dai suoi esordi a Los Angeles fino ai suoi lavori più recenti.
Le sue creazioni attingono a una vasta gamma di riferimenti, da Joris-Karl Huysmans all'arte moderna e contemporanea, fino ai grandi film hollywoodiani di inizio Novecento.
Temple of Love, questo il titolo della mostra, attraverso archivi personali, video e installazioni, parte dagli inizi a Los Angeles, con la prima collezione di Owens con la drag queen Goddess Bunny in passerella.
Quando scriveva: “I vestiti che creo sono la mia autobiografia. Sono l’eleganza silenziosa a cui aspiro e i danni che ho causato lungo il cammino. Sono l’espressione di una tenerezza e di un ego scatenato. Sono un’idealizzazione adolescenziale e la sua inevitabile sconfitta”.
Creazioni scultoree, forme che giocano con l'architettura, colori scuri che gettano un'ombra sulle sue ispirazioni nei film di Hollywood e nell'alta moda parigina e newyorkese.
Ogni dettaglio, dalle pareti rivestite in feltro marrone, omaggio a Joseph Beuys, passando per le opere simboliste di Gustave Moreau, fino ai flebili coni di luce che colpiscono i drappeggi distopici, contribuisce a creare un’atmosfera mistica.
Ad animarla nella loro staticità sono i manichini o, meglio, le presenze gotiche appollaiate su piedistalli come gargoyle di una cattedrale pagana.
Le stoffe si trasformano in reliquie.
In mostra anche i celebri arredi di Owens: troni, tavoli in corno fossile, letti, monoliti e installazioni audiovisive che alternano momenti di sfilate cult a performance con la sua musa (e moglie) Michele Lamy, anche lei stilista, ma anche produttrice cinematografica.
Questa mostra rappresenta una grande occasione per chi considera la moda come una forma d’arte. A Parigi, capitale della luce, Owens porta l’ombra. E lo fa con una grazia gotica che incanta e conquista.
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