Nel video di ADMV (Amor de mi vida), Maluma è solo: niente coreografie, niente luci da arena. Una spiaggia, una chitarra, la voce che si incrina nel punto esatto in cui canta "Y cuando nos falte el aire, que yo te respire a ti" ("E quando ci mancherà l’aria, sarò io a respirarti"). Un’immagine che vale più di qualunque dichiarazione: il simbolo di un artista che ha scelto di spogliarsi, di rallentare, di restare vero.
Quel momento segna la fine di un’epoca – quella del latin lover scintillante e provocatorio di Felices los cuatro - e l’inizio di un’altra: più matura, più introspettiva, più universale. In un mondo latino spesso raccontato solo attraverso l’energia e l’eccesso, Maluma sceglie la misura, l’ascolto, la calma e, in definitiva, è un po' come se il romanticismo diventi la sua rivoluzione silenziosa, la sua cifra stilistica.
Nato Juan Luis Londoño Arias, Maluma è figlio di Medellín, città che negli ultimi vent’anni ha riscritto la propria storia, trasformando le ferite del passato in una nuova cultura urbana, viva, elegante. Dentro questa trasformazione, lui è diventato simbolo di un’identità latina moderna: orgogliosa, globale, esteticamente consapevole. Le sue prime hit raccontavano un giovane pieno di calore latino, ma anche di desiderio di riscatto e quella sua connotata sensualità esplicita, i ritmi lenti, i videoclip patinati parlavano di conquista. Ma col tempo Maluma ha iniziato a cambiare tono, ha abbandonato la formula prevedibile del reggaetón commerciale per cercare un linguaggio personale ed è passato dal narrare l’amore come sensualità al viverlo come forma di conoscenza. Nei brani più recenti la voce è meno costruita, più intima: un registro che lo distingue da molti colleghi del genere e lo avvicina a una scrittura più autoriale, quasi narrativa.
Nel mondo latino il termine “romantico” non è solo sinonimo di sentimentalismo, ma di immersione in una sfera più complessa. È una cultura in cui l’amore passa attraverso i gesti, i profumi, le parole e Maluma non ne rinnega la tradizione: la riformula. Il suo romanticismo è fisico, carnale, certamente ammaliante. Ma, allo stesso tempo, è anche un sentimento concettuale. Basti, ad esempio, pensare ad Hawái - uno dei brani più ascoltati della sua carriera - che affronta il tema della distanza emotiva, della felicità mostrata e non vissuta. È un racconto di solitudine sotto la superficie del successo, dove l’amore diventa specchio del narcisismo collettivo.
In ADMV, invece, Maluma canta la dedizione come forma di resistenza emotiva. In un’epoca in cui tutto è temporaneo - relazioni, sentimenti, persino identità - lui sceglie di raccontare la fedeltà, la cura, il tempo condiviso. È il rovescio della stessa medaglia che in Hawái mostrava la superficialità e la fuga: lì c’era la maschera del successo, qui la verità di un amore che resiste al cambiamento, per capire cosa resta dopo la passione. Il suo romanticismo diventa una ricerca di equilibrio in un mondo che consuma il desiderio alla stessa velocità con cui lo produce.
Negli ultimi anni la trasformazione di Maluma è andata oltre la musica, diventando un progetto estetico e identitario. Un'evoluzione che spiega la scelta dell'artista come nuovo volto della fragranza BOSS Bottled Beyond: un uomo contemporaneo, elegante ma spontaneo, capace di unire la forza all’introspezione. Le note del profumo sembrano scritte per lui, perché racchiudono la stessa dualità che attraversa i suoi brani: energia e calma, desiderio e consapevolezza.
Maluma non separa più musica e immagine: considera lo stile parte del suo linguaggio emotivo. Ogni dettaglio - dal suono alle scelte visive, dal corpo all’abito - diventa un tassello dello stesso racconto, in cui l’arte non è solo ciò che si ascolta, ma anche ciò che si indossa e si vive.
Nell’era in cui lo stile è una forma di racconto, Maluma ha trasformato la propria immagine in un linguaggio a tutti gli effetti. Il suo profilo Instagram, seguito da milioni di persone, non è semplice autopromozione: è un editoriale permanente, un mosaico di moda e identità. Ogni post è studiato come una pagina di stile, dove la fotografia, la luce e i tessuti diventano strumenti narrativi al pari della voce. Negli anni, Maluma ha costruito un’estetica precisa: completi sartoriali morbidi, camicie in seta, gioielli sottili, tatuaggi pensati come segni grafici. Collabora con brand di fascia alta, ma sempre con un approccio personale, più autoriale che commerciale.
Non è testimonial, è co-creatore. Le campagne che lo vedono protagonista non raccontano solo un prodotto: raccontano un modo di stare al mondo. La sua idea di mascolinità è il cardine di tutto. Curata ma mai rigida, sensuale ma empatica, elegante senza distacco. Una visione che fonde moda e identità culturale, portando nel mainstream un’estetica latina sofisticata e globale.
Dalla spavalderia di Felices los cuatro alla malinconia di Hawái, fino alla delicatezza di ADMV e alla leggerezza ritrovata di Junio, la discografia di Maluma è una biografia emotiva in tempo reale: ogni canzone è un capitolo, ogni videoclip un frammento di identità. Nella sua musica oggi convivono nostalgia e consapevolezza, desiderio e introspezione e l’artista che un tempo rappresentava l’eccesso sensuale ora è diventato un testimone della misura che ha reso il reggaetón, un genere spesso etichettato come superficiale, uno spazio per la riflessione.
Nel panorama latino, Maluma rappresenta una trasformazione culturale e in un genere dominato da modelli iper-mascolini, ha scelto la grazia come forma di forza. Ha dimostrato che la sensibilità non è debolezza, ma intelligenza emotiva. Il suo modo di vestirsi, di muoversi, di parlare è parte di un’estetica coerente: l’uomo latino non più conquistatore, ma curatore. Un artista innamorato della sua Medellín, della sua famiglia, della paternità, del bisogno di rallentare. Come, ad esempio, fa nella parte finale di Hawái, quando Maluma canta "No es por ti, es por mí" e sembra parlare a sé stesso, fare una sintesi, un resoconto di un decennio di cambiamenti: dall’ostentazione alla sincerità, dal ritmo alla parola.
Maluma ha riportato l’amore al centro, ma con una sensibilità contemporanea: meno urgenza, più profondità. In un'epoca di accelerazione, Maluma sceglie la lentezza e in un mondo che urla, sceglie il tono basso. Il suo romanticismo non è fuga, ma disciplina. Quella piccola cosa preziosa che fa rima con l'arte di sentire davvero, idealmente e corporalmente, in profondità.
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