Alla Royal Albert Hall di Londra, i Fashion Awards 2025 hanno messo in scena molto più di una cerimonia. Gli Oscar della moda britannici che ogni anno premiano le eccellenze del settore sono stati piuttosto una dichiarazione d’intenti: Londra non vuole solo celebrare la moda, vuole riscriverne i codici, riportare al centro la creatività britannica e l’energia di una generazione che vede nel fashion un linguaggio culturale, un atto politico, una forma di identità. La nuova direzione del British Fashion Council, con Laura Weir alla prima cerimonia come CEO, ha puntato tutto sull’idea di pluralità: di talenti, di estetiche, di voci. La moda come ecosistema, non più come piramide.
Il trionfo di Jonathan Anderson come Designer of the Year - per la terza volta consecutiva - è apparso come un riconoscimento non solo al talento del direttore creativo di Dior e fondatore del marchio JW Anderson, ma alla sua visione di moda come racconto: un ponte costante tra estetica britannica e sensibilità globale, tra rigore sartoriale e libertà concettuale.
Allo stesso tempo, il ritorno di Sarah Burton sotto i riflettori, premiata come British Womenswear Designer of the Year, ha ricordato quanto l’eleganza contemporanea possa ancora parlare con forza quando è costruita su mestiere, delicatezza e solidità.
Grace Wales Bonner, insignita del premio menswear, ha portato sul palco la sua idea di mascolinità fluida, colta, urbana: un’estetica che si muove con la stessa disinvoltura tra street culture, arte africana, tailoring europeo. E poi c’è Dilara Findikoglu, “la più londinese” dei talenti londinesi, cui il Vanguard Award consegnatole è il riconoscimento di un immaginario gotico, performativo, ribelle, ma sempre rigoroso nella costruzione.
Se la serata aveva bisogno di un volto che incarnasse perfettamente la direzione che la moda vuole prendere, quel volto è stato quello di Anok Yai. Premiata come Model of the Year, ha attraversato il blue carpet in un corset gown avorio che sembrava disegnato per lei. Il suo discorso, breve e potente, ha tenuto insieme identità, diaspora e rappresentazione.
Accanto a lei, altri premi hanno precisato meglio il messaggio complessivo della serata: Little Simz come Cultural Innovator - a certificare definitivamente l’alleanza inscindibile tra moda e musica - e Kate Hawley come Costume Designer of the Year, segnale concreto di un settore che riconosce il ruolo fondamentale delle arti performative nel plasmare l’immaginario visivo contemporaneo. Lo Style Moment of the Year assegnato a Sam Woolf, invece, ha messo al centro il lavoro degli stylist, gli architetti invisibili dell’estetica pop.
Tra i premiati anche un italiano: lo stilista Brunello Cucinelli ha ricevuto l'Outstanding Achievement Award, il premio che in passato è stato consegnato a figure come Karl Lagerfeld, Miuccia Prada e Giorgio Armani.
Il primo segnale visivo del cambiamento è arrivato ancora prima che iniziasse la cerimonia: il tappeto non era rosso. Blue carpet, una scelta che ha funzionato come dichiarazione estetica e simbolica allo stesso tempo, allontanandosi dal codice più “hollywoodiano” e abbracciando un immaginario più europeo, più moderno, quasi più musicale. Su quello sfondo si sono mossi i look più commentati della sera. Cate Blanchett, in un gown-suit Givenchy dalle linee sartoriali nette e dai dettagli lingerie appena accennati.
Rita Ora, invece, ha portato in scena una versione aggiornata dell’estetica “frozen”: argento metallico, scollatura profonda, un beauty look che giocava con riflessi di ghiaccio. FKA twigs, avvolta in una creazione scultorea, e diverse personalità emergenti della scena alternativa hanno portato sul tappeto sfumature estetiche che nessun’altra capitale della moda riesce a generare con tale autenticità.
Sienna Miller, che sul carpet dei Fashion Awards 2025 ha debuttato pubblicamente con il pancione, ha così annunciato di essere in attesa del suo terzo figlio, il secondo con il compagno Oli Green.
Vestita con un abito trasparente di tulle bianco firmato Givenchy della collezione Primavera/Estate 2026, per mano della designer Sarah Burton, ha scelto una silhouette boho-chic che ha enfatizzato con eleganza la gravidanza: il gown impalpabile e leggiadro, abbinato a underwear bianchi e sandali rosa con dettagli piumati. La 43enne Miller, già madre di una figlia - 13 anni - nata dalla relazione con l’ex partner Tom Sturridge, e di una bambina avuta con Green nel 2024, sembra con questa nuova attesa voler spingere verso una ridefinizione del concetto di maternità tardiva. Molti interpreti della moda parlano già di un “baby-boom red carpet” e suggeriscono che il suo look potrebbe influenzare nuove tendenze di moda premaman, facendo uscire la maternità dal cliché dell’abito “da gravidanza” per riportarla al cuore dell’estetica contemporanea.
I Fashion Awards 2025 non hanno premiato solo chi disegna abiti, ma chi costruisce immaginari, chi contribuisce a definire il presente culturale. La scelta di includere costumisti, stylist, performer e incubatori di talenti è la presa d’atto che la moda non vive più solo nelle passerelle, ma negli schermi, nei videoclip, nei palchi, nei feed dei social, nei corpi delle persone reali. Allo stesso modo, la crescente centralità della diversità - estetica, culturale, generazionale - non è percepita come un “tema”, ma come un fatto concreto.
Anok Yai premiata dopo anni in cui era tra le favorite, Little Simz celebrata per un approccio non convenzionale, Sarah Burton che torna a dominare: sono tasselli di un settore che vuole reinventarsi senza cancellare la propria eredità. Da oggi, chi racconta il fashion system dovrà tenere conto di questo scatto in avanti: Londra non vuole più essere solo una delle capitali della moda, ma vuole essere il luogo in cui la moda si trasforma e si innova.
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