Fashion
15 aprile 2025

Oggi la moda ci vuole brutti?

Da Alessandro Michele a Miuccia Prada, la tendenza ugly-chic sorpassa l'estetica Cringe e da qualche tempo impazza tra la GenZ

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Una modella armena dal naso pronunciato, sopracciglia folte, lineamenti asimmetrici e un aspetto che non aspira ai canoni della bellezza tradizionale, calca la passerella della Primavera/Estate 2020 di Gucci.

Succede nel settembre 2019, quando l’allora direttore creativo del brand, Alessandro Michele, scrittura per il suo show la ventitreenne Armine Harutyunyan non immaginando (forse) la bufera mediatica che questa scelta avrebbe portato con sé.

A consigliare lo stilista un non noto diversity manager, specializzato proprio nel concetto di inclusività, che apre così le porte a una nuova era.

Oggi la moda ci vuole brutti?

Per rispondere a questa domanda volutamente provocatoria bisogna fare un salto nel passato.

Per secoli, la visione dominante della bellezza fu quella di origine pitagorica.

Ne è un esempio L'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, un corpo umano perfetto concepito grazie a una formula matematica che, il filosofo polacco Tatarkiewicz, nei primi del Novecento, ha ufficialmente teorizzato, consacrando “il bello” al risultato di un’operazione di sintesi tra proporzione, armonia e simmetria.

Uomo Vitruviano
Photo Credit: Getty Images

Ed è proprio la moda l’arte che più di altre deve il suo successo all’esaltazione del nostro corpo e che ha deciso, negli ultimi anni, di ribellarsi alla storia e alla matematica, scendendo dal palcoscenico inarrivabile e perfetto in cui l’immaginario collettivo l’aveva collocata, per camminare (finalmente) tra la gente.

Se Alessandro Michele è stato uno dei primissimi a portare una certa contro-estetica in passerella, oggi sono sempre di più i brand che optano per cast iper inclusivi e abiti che cancellano le silhouette dando vita a un dialogo che de-costruisce canoni estetici che credevamo intoccabili.

Si scrive “Ugliness” ma si pronuncia “Ugly Chic”.

C’è chi di questo nuovo modo di concepire la moda ne ha fatto un marchio di fabbrica.

Rambaldi
Photo Credit: LAUNCHMETRICS Marco Rambaldi

Basti pensare al giovane designer italiano Marco Rambaldi che con il suo Circolo ha portato sotto i riflettori del fashion system i protagonisti di mondi ai margini, o Demna Gvasalia che nel suo momento in Balenciaga ha fatto più volte sfilare volti truccati per apparire mostruosi, con l’intento - ben riuscito - di provocare reazioni contrastanti tra il pubblico e gli addetti ai lavori.

Balenciaga
Photo Credit: LAUNCHMETRICS Balenciaga

Il messaggio che in molti stanno lanciando nella moda sembra arrivare forte chiaro: la seduzione non è più un obiettivo per gli uomini e tanto meno per le donne.

Così Miuccia Prada e Raf Simons in occasione dell’ultima fashion week meneghina hanno presentato una collezione per il prossimo autunno/inverno fatta di colori spenti e modelle ingoffite.

Prada
Photo Credit: LAUNCHMETRICS Prada

O ancora AVAVAV che tra borse a mano firmate Adidas, maxi-felpe, occhiali alieni, guantoni rubati dallo sport e mani scheletriche ha presentato una collezione che ha fatto totalmente collassare il concetto del bello nella verità più cruda.

Avav
Photo Credit: LAUNCHMETRICS AVAVAV

Una tendenza questa che sorpassa quell’estetica Cringe che da qualche tempo impazza tra la GenZ e apre un nuovo capitolo nel mondo del fashion system, fatto di tribù non più aspirazionali, ma “mostruosamente” reali.

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