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24 giugno 2025

Paris Fashion Week Uomo, Jonathan Anderson debutta da Dior: ecco 5 cose che (forse) non sapete su di lui

Il nuovo direttore creativo globale di Dior alla prima prova il 27 giugno nella capitale francese con la collezione maschile: è l’appuntamento più atteso

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Il conto alla rovescia è iniziato: venerdì 27 giugno Jonathan Anderson debutterà con la sua prima collezione menswear primavera-estate 2026 alla direzione creativa di Dior, maison per cui cura le linee donna, uomo e haute couture. Un debutto vissuto con la trepidante curiosità di quello che si preannuncia l’inizio di un nuovo corso creativo, destinato a rimescolare le carte in tavola della moda internazionale della maison parigina. Riflettori puntati dunque su uno degli stilisti più enigmatici, cerebrali e sorprendenti della moda contemporanea. Riuscirà Jonathan Anderson a mantenere l’eredità prolifica in termini di vendite di Maria Grazia Chiuri?

Quale sarà il suo cambio di passo stilistico? In attesa di avere risposta a questi interrogativi, vi sveliamo 5 cose che (forse) non sapete di lui.

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Credit Getty Images

È cresciuto tra la piovosa Irlanda e la caliente Ibiza

Classe 1984, Jonathan Anderson nasce in Irlanda del Nord da mamma insegnante e papà giocatore di rugby. Trascorre infanzia e adolescenza tra la verde e piovosa Irlanda e la profumata e caliente Ibiza, dove la sua famiglia trascorre molti mesi l’anno. Queste due atmosfere così contrastanti hanno caratterizzato e continuano a influenzare la sua impronta stilistica.

Ha studiato per fare l’attore e ama terribilmente il cinema

Appena maggiorenne, Anderson si trasferisce negli Stati Uniti: vuole diventare attore. Presto, però, capisce di essere più interessato ai costumi di scena che al palcoscenico stesso. Si sposta quindi in Gran Bretagna per studiare al London College of Fashion. Che approdi alla moda attraverso il teatro si denota dalle sue collezioni: hanno sempre una forte componente narrativa e visiva. Tutte le sue sfilate -JW Anderson o Loewe- sono come un set: abiti-scultura, accessori-manifesto, modelle che sembrano personaggi. Le sue muse? Da Zendaya a Taylor Russell, da Greta Lee a Chloë Sevigny: attrici di grande carisma. Ha anche collaborato con Luca Guadagnino per Challengers, firmando tutti i look nel film uscito lo scorso anno. E come non ricordare Maggie Smith, famosa per aver interpretato il ruolo della professoressa McGranitt in Harry Potter, come volto della sua campagna nella pre-collezione primavera estate 2024? Semplicemente iconica.

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Credit Getty Images

Ha fondato il suo marchio a soli 24 anni (e non ci rinuncia)

Ha soltanto 24 anni nel 2008 quando lancia JW Anderson, un’etichetta indipendente che subito si fa notare a Londra. Il punto di forza: un’estetica audace e fortemente gender fluid. In pochi anni il brand diventa un caso internazionale, tanto da spingere LVMH nel 2013 ad affidare al designer la direzione creativa di Loewe. Anderson, però, non mette mai da parte il suo marchio. E anche oggi, nonostante la nomina a direttore creativo universale di Dior, sembra non volere rinunciare né a JW Anderson né alla collaborazione con Uniqlo, iniziata nel 2017.

L’arte lo guida tra collaborazioni e contaminazioni

L’arte vero feticcio di Anderson. Il suo lavoro per Loewe è stato caratterizzato da riferimenti artistici espliciti: dalle collaborazioni con Lynda Benglis, Joe McShea & Edgar Mosa, fino agli omaggi a pittori come Albert York. Nelle sue collezioni arte e materia si fondono e il confine tra passerella e galleria si è fatto labile. Tra le collaborazioni con le istituzioni, spicca quella con il Victoria & Albert Museum di Londra, per cui ha firmato nel 2017 Disobedient Bodies, una mostra pensata per raccontare il rapporto tra stilisti e artisti del XX e XXI secolo e la figura umana. Ora, alla vigilia del debutto per Dior Homme, Anderson ha pian piano svelato, attraverso il suo profilo Instagram, le probabili ispirazioni di quello che vedremo nella sfilata maschile del 27 giugno, pubblicando due celebri foto di Andy Warhol, un primo piano di Jean-Michel Basquiat e un altro di Lee Radziwill. Ecco l’arte che ritorna nella sua mente, nelle sue creazioni, nel suo lavoro.

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Credit Getty Images

Ha puntato su TikTok e conquistato la Gen Z

Loewe è stata forse l’unica maison ad aver davvero compreso TikTok. Con Anderson, la maison spagnola ha conquistato la piattaforma puntando sull’ironia e facendosi ascoltare dalla Gen Z. Come? Parlando la stessa lingua spiritosa, colta e fluida dei giovani. Un esempio di idea vincente è la collab con Nara Smith, it-girl culinaria dallo straordinario successo.

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