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16 marzo 2025

"Essere donna": la vita e le parole di Oriana Fallaci ispirano una mostra a Milano

Il corpo femminile come atto di ribellione. Fino al 30 maggio alla Galleria Fumagalli

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Mostra Oriana
Courtesy Galleria Fumagalli

Partiamo da un presupposto: ci sono tanti modi di essere donna, nessuno sbagliato. Scriveva Oriana Fallaci nel 1975 in “Lettera a un bambino mai nato”: “Essere donna è così affascinante. E un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine, avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c'è un'intelligenza che urla d'essere ascoltata”. Parole che, a distanza di cinquant’anni, risuonano più attuali.

Oriana Fallaci ispira una mostra a Milano

Mostra Oriana
Courtesy Galleria Fumagalli

Da Marina Abramović a Shirin Neshat: il corpo come campo di battaglia

Oriana Mostra
Courtesy Galleria Fumagalli

Shirin Neshat, Marina Abramović, Sang A Han, Annette Messager, Gina Pane: ognuna di loro ha trasformato il proprio corpo in un campo di battaglia dove sperimentare tutto. Un terreno dove la politica, la vita, il sangue, la follia e la fantasia si intrecciano in una lotta continua contro le convenzioni.

Oriana Mostra
Courtesy Galleria Fumagalli

Nella storia, il corpo delle donne è stato conteso, un simbolo da controllare, un’idea da regolare e tenere a bada. Queste artiste, ribelli e disobbedienti, hanno sfidato il manicheismo del canone, rompendo le gabbie imposte dal patriarcato e dalle tradizioni. Hanno rifiutato di essere oggetti passivi e si sono trasformate in soggetti attivi, utilizzando il loro corpo come mezzo di resistenza ed espressione. In sostanza, hanno ridefinito cosa significhi essere donne.

Mostra Oriana
Courtesy Galleria Fumagalli

Le loro opere sono come “un fucile carico,” come ci ha insegnato Emily Dickinson, pronte a metterci al muro e a farci ripensare ciò che credevamo di sapere. Fallaci scrive: “Essere donna significa vivere di emozioni, di paure, di piaceri, di speranze e di disperazioni che gli uomini non conoscono”.

Queste artiste ci costringono a confrontarci con un mondo nuovo, in cui il corpo non è solo un involucro, ma uno strumento per conoscere, capire e trasformare la realtà.

Il dolore di Marina Abramović e della Pane

Oriana Mostra
Courtesy Galleria Fumagalli

Il percorso espositivo riunisce iconici esempi di Body Art, come “Thomas Lips” di Marina Abramović, documentazione di una tra le performance più brutali dell’artista. E “Cicatrice de l’action” di Gina Pane, nella quale l’autolesionismo è un atto di indagine del proprio corpo, anche attraverso il dolore e il segno nella carne, e quindi un atto di apertura, un estremo tentativo di introspezione e spiritualità.

L’esplorazione della femminilità di Sang A Han e Messager

Mostra Oriana
Courtesy Galleria Fumagalli

Il corpo femminile come strumento di ricerca di spiritualità è anche quello dipinto e cucito da Sang A Han: un corpo sensuale ma anche delicato, fiabesco, capace di creare la vita. L’esplorazione della femminilità è da sempre perseguita anche da Annette Messager in opere quali “Mes Voeux” che, combinando fotografie di varie parti del corpo, evoca una pluralità di identità fisiche, psicologiche, sessuali, quindi di esperienze.

Shirinh Neshat: l’arte come denuncia sociale

La rappresentazione identitaria è concetto molto caro all’iraniana Shirin Neshat. Tra le serie fotografiche più note, “Women of Allah” indaga attraverso l’autoritratto la figura femminile e il suo ruolo nella società del suo Paese d'origine dopo la rivoluzione islamica: creatura delicata celata dal velo, ma forzatamente combattente.

Per tutte il corpo è lo strumento attraverso cui agire, nella vita e nell’arte.

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