Haute couture, la prima sfilata di Alessandro Michele
Il debutto da couturier, teatrale e vertiginoso, è un omaggio al genio di Valentino
Una sfilata teatrale e potente intitolata "Vertigineaux", vertiginosa: così il debutto di Alessandro Michele come couturier per Valentino.
“Quando ero bambino volevo fare il costumista, e credo che si veda da quello che faccio”, ha dichiarato. Si vede, in effetti. L’impressione al Palais Brongniart è esplosiva: coreografia astratta, suoni detonanti, effetti di luce accecanti e gli abiti che sono costumi.
Davanti a un sipario blu notte che fa da sfondo a un pannello digitale su cui scritte di luci rosse davano i riferimenti storici, artistici, filosofici, ogni creazione esce dall'ombra per essere ammirata.
Ad aprire la collezione di 48 outfit, l'abito Arlecchino, 1300 ore di lavorazione, un impazzimento di losanghe multicolori fatte di micro-rouches a costruire una gonna dal diametro Ottocentesco imbottita di crinolina e un corpetto scolpito.
L’ispirazione è a "L'Infinito delle liste" di Umberto Eco, capi spettacolari, da red carpet, lavorati con tutte le più complesse tecniche dell'alta moda. Più che una sfilata un assalto ai sensi dove tutto rimanda al genio di Valentino Garavani.
Michele rielabora e trasforma per farlo rientrare nel suo spettacolo: colpi di ruches, ricami, volant, panier sotto le gonne, pois. Le note liriche di Romeo and Juliet (esattamente opera 64, atto 1, n°13), composta, nel 1934, da Sergej Sergeevič Prokofjev per il balletto del teatro Bolshoi di Mosca fanno il resto. È un sogno. Di allusioni e meraviglia.