Ci sono donne che sembrano non avere mai avuto età precisa. Come Whoopi Goldberg, che quando nel 1985 viene scelta da Steven Spielberg per recitare nel film “Il colore viola” ha solo 30 anni, ma esprime già attraverso i suoi occhi e i suoi modi una passione e un’esperienza matura. Oggi l’attrice americana ne compie 70, e conserva ancora lo sguardo e i gesti di quella giovane donna. Stessi dreadlock, stessi abiti semplici e confortevoli.
Lei, che non è mai stata la diva che seleziona il look più vistoso per farsi fotografare alle serate di gala, né quella pronta a lanciare i trend della stagione. Whoopi Goldberg si è distinta anche per essere quel tipo di star che veste da sempre come vuole, scegliendo ciò che è per lei più portabile e confortevole. Una scelta libera, fuori dalle omologazioni, sintomo di grande personalità. Un modo di fare che è diventato negli anni un messaggio a tutte le donne: “siate alla moda, ma sempre a modo vostro".
In un certo senso lontana dallo spirito patinato del jet set, in realtà Whoopi non ha mai snobbato quel mondo. In prima fila alle New York Fashion Week ha indossato di tutto. Tanti i brand che l’hanno vestita: da Vetements nel suo talk show “The View”, a Thom Browne sul tappeto rosso, tra l’apprezzamento e - spesso - anche le critiche del fashion system. Non tutti infatti hanno colto il senso delle sue scelte in fatto di stile, ora eccentriche ora (troppo) rilassate, fatto di camicioni, pantaloni morbidi e scarpe da ginnastica. “Per me, l’idea è sempre stata quella di essere a mio agio”, ha sempre ripetuto l’attrice, lei che ha indossato i calzini con i tacchi alti molto prima che questo diventasse un trend, semplicemente perché era comoda così.
Quest'anno, in occasione della notte dei 97esimi Academy Awards, ha tirato fuori l'abito da sera, stupendo un po’ tutti: un voluminoso modello di Christian Siriano, blu navy satinato con corpetto plissettato e gonna ampia, che a qualcuno è sembrato andarle stretto. Perché Whoopi ha pur sempre un animo ribelle che tende a straripare, difficile da ingabbiare in un abito pomposo.
Forse più nelle sue corde la versione dell'abito maschile firmato da Thom Browne indossato al Met Ball 2025, un coat dress con cappello a cilindro da cui uscivano gli inconfondibili dreadlock, sdoganati negli Anni 90, abbandonati e poi ripresi anche in versione imbiancata e, ora, associati alle tempie rasate.
Dagli abiti delle occasioni speciali a quelli del quotidiano, negli ultimi anni in tante occasioni Whoopi ha sfoggiato kaftani e sneakers colorate, un vero elogio dello stile e della filosofia comfy. Una coerenza consapevole e ostinata, che Goldberg ha voluto consolidare lanciando, nel 2019, la sua linea di moda, “Dubgee”, tra lo stupore di molti navigati del settore. Una collezione inclusiva, sia per il prezzo che per le taglie comode (fino alla 3X, l’equivalente della 58 italiana), fatta di modelli dotati di tutti quei comfort che lei non era riuscita a trovare sul mercato: abiti più ampi, camicioni più lunghi, tuniche con tasche più profonde e felpe con maniche più larghe. Una size inclusivity sincera, che non si è limitata ad aumentare i centimetri di tessuto, ma ha costruito capi per donne “normali”, per una moda felice.
E proprio nel nome di quel “a modo mio”, Whoopi ha consolidato la sua carriera. Seconda donna nera al mondo a vincere l’Oscar come migliore attrice, nel 1990, e a presentare gli Academy Awards, nel 1994. Una delle poche personalità del mondo dello spettacolo internazionale ad aver ricevuto in vita un EGOT, ovvero un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award, la leggendaria artista - è anche cantante, produttrice e attivista - ha accumulato tutte queste prestigiose prime volte con impegno e fatica.
Nata nei quartieri popolari di Chelsea a New York e cresciuta da una madre single, è salita su un palcoscenico all’età di otto anni e prima di iniziare a recitare a Broadway con il nome di Whoopy (il suo vero nome è Caryn Elaine Johnson) ha fatto la muratrice, la lavapiatti e la truccatrice per le pompe funebri. La sua personalità così autentica, prorompente e fuori da ogni scherma le ha permesso di emergere - prima - e ha contribuito - poi - nel corso della sua carriera a esprimere un mutamento culturale dell’immaginario femminile: è il talento la vera bellezza.
Un talento poliedrico, quello di Whoopi, che si è espresso tra pellicole impegnate come “Il Colore Viola” di Steven Spielberg, un racconto di sofferenza, umiliazioni e abusi subiti dagli afroamericani, e film pop come “Ghost” e come “Sister Act”, il successo che, con il personaggio della spogliarellista costretta a vestire i panni della suora, più che mai ha rappresentato la metafora di una personalità ingabbiata in abiti che non le appartengono. Proprio di questo film cult – soprattutto per i Millennials - arriverà il terzo capitolo, con alcune scene che probabilmente saranno girate in Italia, il Paese in cui Whoopi ha trovato la privacy che desiderava e di cui si è innamorata a tal punto da aver comprato casa a Ortigia, in provincia di Siracusa.
Non solo stile libero e comfy, non solo il talento e la poliedricità hanno reso Goldberg la donna che è, ma anche la sua irriverenza, la sua energia frizzante, unica e irresistibile, la sua verve comica inimitabile che ha sempre creato il magico contrasto tra la personalità esuberante dell'artista che arriva dal nulla e l'ambiente patinato in cui sono abituate a muoversi le star americane. Whoopi è sempre stata diversa, e per questo in qualche modo fuori da ogni schema, e fuori dall’età anagrafica. La sua ironia l’ha resa una donna libera, con un impatto dirompente sul pubblico e sull’idea di femminilità matura.