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lifestyle03 dicembre 2025

Al MA*GA di Gallarate, un viaggio nell'arte di Kandinsky

Il percorso espositivo presenta 130 opere di Wassily Kandinsky e di autori quali Paul Klee, Joan Miró, Lucio Fontana. L’esposizione è parte dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026
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Wassily Kandinsky, Zig zag bianchi, 1922, olio su tela, cm 92x125, inv.1686, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'arte Moderna, acquisto alla Biennale, 1950 - Courtesy Press OfficeWassily Kandinsky, Zig zag bianchi, 1922, olio su tela, cm 92x125, inv.1686, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'arte Moderna, acquisto alla Biennale, 1950 - Courtesy Press Office

Il MA*GA di Gallarate accende i riflettori su uno dei più grandi maestri dell’arte del Novecento con una mostra che promette di essere tra gli appuntamenti culturali più significativi dell’inverno: “Kandinsky e l’Italia”, un progetto ambizioso che intreccia storia, ricerca e collaborazioni museali di altissimo livello.

La mostra mette in luce la centralità del pensiero di Wassily Kandinsky in relazione alla nascita dell’arte astratta e alla sua evoluzione europea e, in particolare, alla grande stagione dell’astrattismo italiano.

Osvaldo Licini, Angeli missili + Luna, 1956-57, olio e collage su carta intelaiata, Collezione privata, Milano © OSVALDO LICINI, by SIAE - Courtesy Press OfficeOsvaldo Licini, Angeli missili + Luna, 1956-57, olio e collage su carta intelaiata, Collezione privata, Milano © OSVALDO LICINI, by SIAE - Courtesy Press Office

Realizzata insieme alla Fondazione Musei Civici di Venezia, e curata da Elisabetta Barisoni ed Emma Zanella, la rassegna aperta dal 30 novembre al 12 aprile 2026, si inserisce nel calendario dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina, raccontando non soltanto l’opera di Wassily Kandinsky, ma anche l’eco profonda che la sua rivoluzione astratta ha avuto nella cultura visiva italiana ed europea.

La mostra raccoglie 130 opere provenienti da Ca’ Pesaro, dal MA*GA e da collezioni pubbliche e private: un percorso ricco, dinamico, capace di restituire la complessità del pensiero kandinskiano.

Wassily Kandinsky, Kleine Welten | (Piccoli mondi). 1922, litografia a colori, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'arte Moderna, donazione Paul Prast, 2020 - Courtesy Press OfficeWassily Kandinsky, Kleine Welten | (Piccoli mondi). 1922, litografia a colori, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'arte Moderna, donazione Paul Prast, 2020 - Courtesy Press Office

Dalle lezioni al Bauhaus alla rivoluzione italiana

La prima sezione è un’immersione nella temperie culturale internazionale degli anni Venti e Trenta: un mondo in fermento, in cui Kandinsky dialogava con protagonisti come Klee, Arp, Miró, Calder, Tàpies.

È il momento in cui l’astrazione si impone come nuovo orizzonte, tra rigore e poesia.

Alexander Calder, Gong rossi gialli e blu (o Triplice gong), 1951, lamiera dipinta e fil di ferra, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'arte Moderna, dono dell'artista, 19520 2025 Calder Foundation, New York - Courtesy Press OfficeAlexander Calder, Gong rossi gialli e blu (o Triplice gong), 1951, lamiera dipinta e fil di ferra, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'arte Moderna, dono dell'artista, 19520 2025 Calder Foundation, New York - Courtesy Press Office

Kandinsky e l’Italia

La seconda parte ripercorre il rapporto talvolta controverso tra Kandinsky e l’Italia, partendo dalla celebre personale alla Galleria del Milione nel 1934, evento-simbolo per gli artisti che cercavano di emanciparsi dagli schemi figurativi.

È qui che si intrecciano le traiettorie di Fontana, Licini, Melotti, Rho, Prampolini, Soldati, Veronesi: un capitolo fondamentale nella storia dell’astrattismo, che trovò nella lezione del maestro russo un codice capace di parlare di modernità, energia e purezza formale.

Enrico Prampolini, Composizione, 1950, olio su masonite, Collezione Museo MAGA, Gallarate - Courtesy Press OfficeEnrico Prampolini, Composizione, 1950, olio su masonite, Collezione Museo MAGA, Gallarate - Courtesy Press Office

Dal dopoguerra alla scena contemporanea

La terza sezione guarda agli anni Quaranta e Cinquanta: un’Italia desiderosa di ricominciare, ricca di esperimenti, movimenti e nuovi equilibri culturali.

Mostre come Arte astratta e concreta (Milano, 1947) e Arte astratta in Italia (Roma, 1948) segnarono un cambio di passo, mentre gruppi come Forma, MAC, Origine traghettavano l’astrazione verso una sensibilità nuova, più aperta alla sperimentazione e al dialogo internazionale.

Accanto a Kandinsky compaiono nomi cruciali come Carla Accardi, Capogrossi, Dorazio, Matta, Perilli, Sanfilippo, Vedova: artisti che, pur diversi tra loro, condividono l’idea dell’arte come energia, materia in movimento e spazio visivo in continua trasformazione.

Tancredi, Omaggio a Kandinskij, Klee, Picasso e Osvaldo Licini. Rivelazione, 1960, tempera su carta applicata su tela, Collezione privata - Courtesy Press OfficeTancredi, Omaggio a Kandinskij, Klee, Picasso e Osvaldo Licini. Rivelazione, 1960, tempera su carta applicata su tela, Collezione privata - Courtesy Press Office

“Kandinsky e l’Italia” è un appuntamento imperdibile per chi ama l’arte ma anche per chi vuole capire da dove arrivano quelle forme, quei colori e quelle geometrie che oggi ritroviamo ovunque.

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